Addio a Sandra Verusio, regina dei salotti di sinistra della Roma chic: dopo la scomparsa di Maria Angiolillo, altra figura storica della mondanità capitolina vicine agli ambienti della sinistra, nelle ultime ore si è spenta una delle protagoniste indiscusse dello scorso secolo e non solo, diventata celebre non solo per le sue amicizie altolocate negli ambienti politici, basti pensare a Giovanni Spadolini e a Massimo D’Alema, ma a storiche firme quali Eugenio Scalfati, Lucia Annunziata e all’editore Carlo De Benedetti. A darne l’annuncio è stato proprio l’Huffington Post, la testata online diretta dalla Annunziata, per la quale tra l’altro la Verusio aveva scritto fino allo scorso maggio. Un titolo di marchesa, un super attico in quel di Roma e convitati di spicco: in questo modo il “salotto” della Verusio era diventato una tappa obbligata per le personalità di spicco della politica, anche se la destra era off-limits: “Io credo nella sinistra e mi piace parlarne” aveva rivelato la diretta interessata nel corso di una intervista in cui spiegava le sue ragioni.
LA REGINA DELLA MONDANITA’ ROMANA
Amata oppure odiata a seconda delle diverse fazioni, Sandra Verusio aveva fatto parlare molto di sé in passato per i duri attacchi non solo a Silvio Berlusconi, specialmente quanto l’ex Cavaliere era ancora in auge e frequentava stabilmente Palazzo Chigi, ma pure la sua consorte di allora, Veronica Lario. “I fascisti sono meglio di lui” aveva detto la marchesa a proposito del fondatore di Forza Italia, mettendo giù il carico pesante quando affermava che avere come marito uno come Berlusconi la atterriva. “Mi rimane difficile fare una conversazione libera con persone di destra” è una delle frasi che nelle ultime ore, dopo l’annuncio della sua morte, ricorrono maggiormente: d’altronde la Verusio non ha mai fatto mistero delle sue simpatie e di come scegliesse i suoi ospiti, tra cui giornalisti, personaggi importanti della romanità e anche simpatizzanti per garantire appoggio e sostegno al politico di turno. Anche se, al Corriere della Sera, la padrona di casa ha pure svelato che odiava il termine “salotti”: infatti, in linea col suo personaggio raffinato ma pure discreto, la Verusio ha coltivato le amicizie altolocate ai tempi della Prima e Seconda Repubblica senza clamori, tanto è vero che ancora oggi, nel giorno della sua scomparsa, nessuno sappia esattamente quanti anni avesse.