A distanza di poco più di due mesi dalla morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina deceduta nella notte tra il 18 ed il 19 ottobre scorsi in uno stabile dismesso di San Lorenzo, emergono ulteriori dettagli choc. Le cronache finora ci hanno riferito la drammatica vicenda con protagonista la minorenne, drogata e sedata con pesanti psicofarmaci, dunque violentata ed infine lasciata morire. Ora però, in una storia già ricca di orrore, si vanno ad aggiungere ulteriori elementi raccapriccianti riferiti in esclusiva dal settimanale specializzato in cronaca nera, Giallo e che evidenziano ulteriormente, per quanto possibile, la drammaticità della vicenda. L’autopsia ha evidenziato che la giovane Desirée sarebbe morta a seguito di una crisi cardiocircolatoria. Ma soprattutto è lo stesso esame ad aver fatto emergere un altro dettaglio, ovvero una recentissima rottura imeneale. La 16enne, dunque, prima di essere violentata non aveva mai avuto rapporti sessuali, quindi era vergine. Ad aggiungere ulteriore orrore alla storia, il fatto che la giovane sia stata violentata anche dopo la sua morte senza che nessuno dei presenti abbia fatto nulla per evitare che ciò accadesse. Per la morte di Desirée sono accusati quattro immigrati clandestini, frequentatori del palazzo abbandonato nonché noti spacciatori della zona. Due di loro, il 27enne Mamadou Gara detto “Paco” e il 32enne Yusif Salia detto “Youssef” sono in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Gli altri due solo per spaccio di droga essendo caduta nei loro confronti l’accusa di violenza di gruppo.



DESIRÉE MARIOTTINI: NON SI ERA MAI CONCESSA IN CAMBIO DELLA DROGA

La relazione dettagliata con il risultato dell’autopsia eseguita sul corpo senza vita della 16enne Desirée Mariottini è finita in questi giorni sul tavolo della procura di Roma. Al suo interno un dato sconcertante: la giovane vittima, prima di essere uccisa brutalmente era ancora vergine. Un particolare intimo ma molto importante ai fini dell’inchiesta sulla sua morte poichè dopo il decesso fu detto che Desirée si concedeva sessualmente in cambio di droga. Un vero e proprio “oltraggio alla memoria”, come lo definisce Giallo, nonché accuse del tutto infondate dal momento che non era affatto vero che la 16enne concedesse il suo corpo in cambio della droga, alla luce dei risultati di un esame scientifico secondo il quale la ragazzina non aveva mai avuto prima alcun rapporto sessuale. Le voci diffuse sul suo conto e su quello della sua famiglia, oggi risultano del tutto false. Dalle indagini è infatti emerso che Desirée apparteneva ad una buona famiglia e che, pur essendo molto legata alla nonna viveva in casa della mamma alla quale era stata affidata dal giudice dopo la separazione dei genitori. Grazie all’autopsia, quindi, è emersa la verità su quanto accaduto in quel palazzo dell’orrore stabilendo con certezza che Desirée non si è affatto concessa ai suoi aguzzini in cambio di dosi di droga.

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