Proprio nelle ore in cui la tragedia dell’hotel Rigopiano è tornata alla ribalta della cronaca per i 7 rinvii a giudizio pr coloro che sono considerati responsabili di aver ignorato e occultato la prima telefonata d’allarme, ha commosso l’Italia la lettera della piccola Gaia Matrone. Gaia ha 7 anni e ha perso la mamma Valentina nella tragedia del 18 gennaio 2017, con l’hotel Rigopiano spazzato via da una valanga. Il padre Giampaolo si salvò dopo 62 ore sepolto sotto le macerie. Gaia per queste festività ha scritto una lettera a Babbo Natale, nella quale non ha chiesto giocattoli, ma un favore assolutamente speciale: “Desidero tanto che porti questa lettera alla mia mamma, perché incontri gli angeli e quindi può recapitarla anche a lei. Cara mamma mi manchi tanto, ti voglio bene con tutto il mio cuore, ti penso sempre e so che sei la stella più luminosa che c’è in tutto il cielo. C’è una sorpresa per te, con affetto ti voglio bene”. (agg. di Fabio Belli)
“POTEVANO SALVARLI”
Francesco D’Angelo, fratello di una delle vittime della tragedia di Rigopiano, non ha dubbi: «Li potevano salvare. Mio fratello era uno strutturato: sapeva quello che diceva. Se come penso, siamo gemelli, ha chiesto l’evacuazione dell’hotel, vuol dire che avevano veramente paura». Gabriele, il cameriere dell’hotel, è stato colui che ha effettuato la telefonata alla Prefettura di Pescara, chiamata della quale non c’è traccia nei documenti prefettizi acquisiti dall’indagine principale. E la Procura di Pescara ha aperto un nuovo fascicolo per depistaggio e frode in processo penale. Come riporta Abruzzo Live, il nuovo fascicolo nasce proprio da un esposto presentato da Francesco D’Angelo il 6 novembre: «Mio fratello chiamò mia madre alle 16,30, pochi minuti prima della valanga perchè sapeva dove agganciare la cellula del telefonino: vicino al cancello. Ma non abbiamo mai avuto riscontro di questa telefonata: perchè? Siamo rammaricati del fatto che la Prefettura, che per noi rappresenta lo Stato, non si sia mossa e per di più abbia nascosto la telefonata». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“UNO SCHERZO”
Nella giornata in cui si apprende che ben sette persone, tra cui un ex prefetto, risultano nel registro degli indagati per depistaggio in merito alle indagini sulla valanga che distrusse l’Hotel Rigopiano nel gennaio del 2017, spunta anche un audio inedito dalla Procura e che documenta lo scambio di battute tra una funzionaria e i Carabinieri circa un’ora dopo la tragedia. Il carabiniere in questione afferma di aver ricevuto una telefonata a proposito dei fatti ma che “è tutto a posto” al che la dirigente della Prefettura lo rassicura dicendogli che non è successo niente e che “l’intervento sull’Hotel Rigopiano l’hanno fatto questa mattina”, rivolgendosi poi a una terza persona lì con lei, un operatore del 112, che si trattava solo di uno scherzo. Ed è proprio da questa telefonata che è partita l’indagine dal momento che la prefettura sarebbe stata avvisata anche se non vi sarebbe traccia in nessun brogliaccio. (agg. di R. G. Flore)
TRA I NOMI ANCHE L’EX PREFETTO
Si apre un nuovo fascicolo di indagine in merito alla tragedia dell’hotel Rigopiano. La procura di Pescara ha notificato un avviso di garanzia a sette persone, accusate del reato di frode in processo penale e di depistaggio. I sette finiti sul registro degli indagati facevano tutti parte all’epoca dei fatti della prefettura pescarese, compreso l’ex prefetto. Stando a quanto riferito in queste ore dall’agenzia Ansa, il gruppo avrebbe occultato l’elenco delle segnalazioni del 18 gennaio 2017, giorno in cui l’hotel venne sommerso dalla valanga, alla squadra mobile di Pescara, di modo da nascondere la telefonata di richiesta di soccorso effettuata dal cameriere Gabriele D’Angelo, alle 11:38, al centro coordinamento soccorsi. La nuova indagine è guidata da Massimiliano Serpie, Procuratore Capo della Repubblica di Pescara, dal Sostituto Procuratore Andrea Papalia, e dai Carabinieri Forestali di Pescara alle dipendenze del tenente colonnello Annamaria Angelozzi.
RIGOPIANO: 7 INDAGATI PER DEPISTAGGIO
Tra gli indagati, come anticipato, figura l’ex prefetto Francesco Provolo e i due viceprefetti distaccati Salvatore Angieri (attuale vicario del Prefetto di Macerata) e Sergio Mazzia (vicario del Prefetto di Crotone). Sul registro anche i dirigenti Ida De Cesaris, Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva. Le indagini nei confronti dei sette sono iniziate all’incirca un anno fa, dopo che i carabinieri di Pescara avevano acquisito un’inedita telefonata fra un militare dell’arma e l’indagata Daniele Acquaviva. Nella conversazione si sentiva la funzionaria della prefettura proferire la frase “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”, aggiungendo che l’intervento a Rigopiano era stato effettuato in mattinata, e che l’hotel non correva alcun pericolo, nonostante la chiamata incriminata sia stata effettuata più di un’ora dopo la valanga che aveva già sommerso la struttura alberghiera. La telefonata fatta dal carabiniere per accertarsi che fosse tutto in regola giungeva dopo la segnalazione di D’Angelo, cameriere del Rigopiano, che invece chiamava aiuto a seguito del crollo dell’hotel: di questa telefonata non vi è però alcuna traccia.