Chiedevano soldi agli automobilisti per evitare le multe, per questo due poliziotti di Roma sono finiti in manette. Due agenti della stradale in servizio presso il distaccamento di Colleferro, dovranno rispondere delle accuse di corruzione, concussione, truffa aggravata e falso. Le indagini, come riferisce l’edizione online de Il Messaggero, sono partite a seguito della denuncia di un autotrasportare, vittima del “raggiro” architettato dai due rappresentanti delle forze dell’ordine. Nel giro di soli tre mesi, i due agenti di 42 e 48 anni, erano riusciti a commettere ben tredici reati, chiedendo appunto soldi agli automobilisti fermati, evitandogli sanzioni ed eventuale ritiro della patente, diminuzione dei punti e via discorrendo. In alcuni casi facevano addirittura finta di essere in servizio proprio per intascare il denaro in maniera illecita. Una condotta giuridica troppo grave secondo la procura di Tivoli, che ha quindi emesso ordinanza di custodia in carcere nei confronti dei due poliziotti, evitando così che possano proseguire la propria condotta.
POLIZIOTTI ARRESTATI: SOLDI PER EVITARE MULTE
«Una vera e propria abitudine di vita e di servizio – si legge nell’ordinanza del gip – i due ricercavano, coglievano se non creavano ogni occasione utile per conseguire utilità indebite, praticando un costume esistenziale improntato alla continua e sprezzante indifferenza generale al precetto e alla truffa e alla menzogna sistematiche». A sgominare il duo, un automobilista fermato otto mesi fa per un controllo a San Cesareo, che ha raccontato agli investigatori di essere stato costretto dai due poliziotti a consegnare loro del denaro, evitando una contravvenzione. Sono quindi scattate le indagini e fra pedinamenti, intercettazioni e appostamenti, è venuto alla luce il sistema fraudolento che i due agenti della stradale avevano architettato. «Va sottolineata – ha commentato il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto – la sensibilità del cittadino che ha segnalato la concussione patita e che ha consentito al personale del compartimento di polizia stradale di Roma di acquisire preziosi elementi per la ricostruzione della verità ed evitare ulteriori condotte illecite da parte di pubblici ufficiali infedeli».