Matteo Renzi scrive a Di Maio: «Perchè eri il prestanome di tuo padre?». Nella sua e-news, l’esponente del Pd ha parlato dell’inchiesta de Le Iene: «Nel caso di specie: continuo a pensare che la vicenda che riguarda il padre di Di Maio (lavoro nero, condoni, abusi edilizi, rifiuti, cartelle Equitalia) dovrebbe essere fuori dal dibattito politico. Ci sono due ragioni per le quali se ne parla. Perché i Cinque Stelle hanno creato un clima infame, con aggressioni personali. E oggi la famiglia Di Maio è vittima di questo sistema. Perché Luigi Di Maio deve spiegare per quale ragione ha accettato di fare il prestanome al padre. E questo è ciò che rileva». E non mancano le frecciatine ai dem: «Conosco ciò che sta passando la famiglia Di Maio e mi dispiace vedere le telecamere entrare nell’intimità di una famiglia. Per colpa di Luigi e dei suoi amici ci siamo passati anche noi: almeno Di Maio può contare sulla solidarietà dei suoi colleghi Cinque Stelle. A me invece la solidarietà è arrivata dalla nostra gente, non dal gruppo dirigente del PD che per la stragrande maggioranza è rimasto in silenzio, sia pubblicamente che privatamente». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ACCUSE E DIFESA DEL VICE PREMIER
Mentre il papà di Luigi Di Maio ha parlato con un lungo video su Facebook spiegando come le uniche responsabilità sono da imputare a lui stesso – «mio figlio non ha colpe e non era a conoscenza di nulla» – non può che fare ancora “baccano” il terzo reportage delle Iene sul fronte delle proprietà di famiglia. In particolare secondo la trasmissione di Italia 1 alcuni degli edifici mostrati a Di Maio sono molto più recenti di quanto invece sostiene il vicepremier (qui sotto tutti i dettagli, ndr): la stalla è ormai il “simbolo” della tesi del vicepremier che vacilla davanti all’intricato uso di documenti, foto e informazioni fatte emergere dalle Iene (che ovviamente andranno verificate appieno dalla Procura, laddove si dovesse aprire un fascicolo di inchiesta, ndr). Ma se venisse confermato che le fotografie circolate su Facebook sono state scattate proprio nel villino sarebbe alquanto difficile per Di Maio sostenere che non sapeva nulla della “stalla” trasformata poi dal padre in una piccola villa abusiva. (agg. di Niccolò Magnani)
LE NUOVE ACCUSE
Non poteva che fare di nuovo “rumore” l’inchiesta delle Iene contro Luigi Di Maio che pure finora si è dimostrato assai disponibile nel rispondere, punto su punto, alle accuse mosse contro la sua famiglia e le proprietà in Campania. Dopo le accuse sulla stalla e la piscina, il vicepremier ha replicato «Io ti trovo tutti i documenti per quest’area e le licenze edilizie e se non ci dovessero essere si procede con abbattimenti e sequestri», è stata la promessa del vicepremier davanti a Filippo Roma. Resta il problema però di chi sia l’impresa edile e quali siano le reali responsabilità di Antonio Di Maio nel corso degli anni. Dalle accuse, ribadite anche ieri, sarebbe stata sua la decisione di intestare la ditta prima alla moglie (anche se non poteva farlo in quanto lei, essendo maestra, è dipendente pubblica), poi ai figli Luigi e Rosalba: il tutto, se fosse confermato, per evitare che l’ente di riscossione Equitalia si rivalesse sui beni dell’azienda per il suo debito accumulato negli anni. Ma secondo le Iene sarebbe tutto un escamotage con cui il padre di Di Maio avrebbe poi continuato a gestire lo stesso le aziende utilizzando i figli come “prestanome”: se l’accusa fosse fondata si tratterebbe dell’ipotesi di reato “concorso in elusione fraudolenta” per il vicepremier. Ora non resta che attende la replica e le contromosse del leader M5s, sempre più nella bufera anche all’interno del suo stesso partito che da sempre rilancia il tema della trasparenza e dell’onestà.
LA PISCINA, LA STALLA E LA CASA ABUSIVA
Ultimamente Luigi Di Maio vede più Filippo Roma di Matteo Salvini e il che è già tutto dire: Le Iene pare abbiano pizzicato ancora qualcosina che non va nelle terre di proprietà della famiglia del vicepremier (tra Pomigliano d’Arco e Mariglianella) ma stavolta non è Antonio Di Maio ad essere l’indiziato di qualche “caso poco chiaro” sollevato dal programma di Italia 1 ma è il leader M5s ad essere chiamato in primissima causa per le presunte responsabilità nelle terre di famiglia. La terza puntata dell’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti è andata in onda ieri sera e ha visto protagonista questa volta non gli operai “in nero” nella ditta edile di papà Di Maio e neanche per storie di condoni o dichiarazioni “non complete” delle tasse: stavolta Le Iene pubblicano un nuovo video nel quale si vede il vicepremier M5S nuotare in una piscina “fuori terra” (di quelle montabili, ndr) che sarebbe una sorta di pertinenza di casa abusiva, immortalata in un fermo immagine della trasmissione. L’inviato fa vedere a Di Maio il servizio e il video con la piscina di “Mariglianella” che in base a quello che ricordava il vicepremier si trattava di una stalla: in realtà però poi spunta su Facebook una foto del 2013 con Di Maio stesso che si fa un bagno nella piscina con il fabbricato abusivo in ottima evidenza dietro di lui.
DI MAIO, IL NUOVO CASO DOPO LA DITTA DEL PADRE
Le Iene poi mostrano che dalle foto satellitari (prese da Google Earth del 2002) la presunta non sarebbe comparsa fino al 2008 e che comunque non si trattava di una stalla bensì di un patio in mattoni utilizzato per delle serate, con cucina esterna e per l’appunto la piscina montabile. Quei fabbricati, ha dichiarato nei giorni scorsi il sindaco di Mariglianella su pressante domanda delle Iene in merito al caso della ditta edile di Antonio Di Maio, «sono tutti abusivi». Il leader M5s ha poi spiegato «non è una villetta, nel senso che non è abitata, non è un posto abitato, non ci sono camere da letto o altro». La domanda dunque resta: ha mentito il ministro? Oppure non sapeva che quel contesto della propria famiglia era completamente abusivo? Poi rispunta anche qualche responsabilità del padre che da un certo momento in poi non risulta più in nessun documento di quelle terre, lasciando tutto alla moglie e ai figli. È qui che scattano altre domande delle Iene e i primi attacchi anche delle opposizioni, in primis il Pd: «Prestanome per far eludere il fisco al padre. Titolare di un’azienda che ha assunto in nero. Quella che per lui era una stalla è invece la casa abusiva con piscina dove faceva il bagno. Ancora una volta #DiMaio sbugiardato in diretta televisiva. Ora basta. #DiMaioBugiardo», scrive su Twitter Luciano Nobili del Partito Democratico.