Nella puntata di oggi de La Vita in Diretta si è tornato a parlare degli ultimi sviluppi a proposito dei delitti del mostro di Firenze, dopo quella che secondo alcuni potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini, vale a dire il ritrovamento dell’ogiva di un proiettile in un cuscino e riferito al duplice assassinio di una coppia francese, apparentemente l’ultimo crimine commesso dal killer nel 1985 prima di interrompere la sua scia di sangue. Stando agli ospiti in studio, e in particolare il criminologo Ruben De Luca, quel proiettile tuttavia potrebbe non rivelare nulla non solo perché all’epoca non era mai stato repertato ma anche perché, nonostante le nuove tecniche che mette a disposizione la scienza forense, potrebbe non essere possibile risalire alle tracce del Dna a causa della stessa esplosione del proiettile. Inoltre, l’obiettivo è anche capire se quel proiettile possa essere ricondotto all’arma del delitto usata dal mostro: intanto, per l’inizio dell’anno prossimo, si attende di capire se dopo la chiusura delle nuove indagini su alcuni dei doppi omicidi del mostro verrà chiesta l’archiviazione delle indagini oppure se i due indagati verranno rimandati a giudizio. (agg. di R. G. Flore)



SI ATTENDE LA PERIZIA

È stato il quotidiano La Nazione a dare per primo la notizia del ritrovamento del proiettile, o meglio della sua ogiva, che se non proprio riscrivere il processo in merito al mostro di Firenze quantomeno può portare a far emergere delle verità rimaste sepolte per decenni. Infatti, i Carabinieri del Ros hanno trovato il reperto in un cuscino che si trovava nella tenda da campeggio della coppia francese uccisa dal killer, i suoi ultimi delitti prima che la scia di sangue lasciata alle sue spalle si interrompesse. Dopo 33 anni, ora si attende una perizia per capire da quale arma sia partito quel colpo andato a vuoto (una Beretta calibro .22 che mai fu ritrovata) e per eseguire i test del Dna di rito: gli inquirenti, seppur sotto voce, sperano che questo ritrovamento possa dire di più, grazie alle nuove tecniche di investigazione messe a punto negli ultimi anni, a proposito di qualcuno dei quattro duplici omicidi attribuiti a Pietro Pacciani e a quelli che furono ritenuti in primo grado i suoi complici, vale a dire Mario Vanni e Giancarlo Lotti. (agg. di R. G. Flore)



OGIVA NEL CUSCINO DELLA COPPIA FRANCESE

L’inchiesta sul Mostro di Firenze potrebbe portare ad una importantissima svolta grazie ad un reperto spuntato solo a distanza di 30 anni e che, grazie ai progressi della tecnologia potrebbe rappresentare un colpo di scena inaspettato. A rivelarlo in esclusiva è stata l’edizione di oggi 3 dicembre del quotidiano La Nazione secondo il quale sarebbe stato rinvenuto un proiettile “vecchio” ma nuovo ritrovato dentro il cuscino della tenda della coppia di francesi uccisa agli Scopeti nel 1985, ovvero nell’ultimo delitto attribuito al Mostro. L’ogiva è stata rinvenuta nel corso dei rilievi richiesti dalla procura fiorentina nell’inchiesta coordinata dal pm Luca Turco e che vede indagati l’ex legionario 88enne Giampiero Vigilanti ed il medico 87enne Francesco Caccamo. Secondo gli inquirenti, quell’ogiva estratta sarebbe parte di un proiettile andato a vuoto nel tentativo di colpire Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. In quel caso, dunque, la mira dell’assassino non centrò i suoi bersagli, fallendo e proprio questo errore potrebbe ora portare ad una svolta inaspettata. Quell’ogiva, incastrata nel cuscino, è rimasta lì praticamente intatta fino ad oggi, per ben 33 lunghi anni.



MOSTRO DI FIRENZE, SPUNTA PROIETTILE MAI ESAMINATO DOPO 33 ANNI

Grazie a quei pochi millimetri di piombi derivanti dall’ogiva, potrebbero emergere nuovi dettagli importanti sull’inchiesta legata al Mostro di Firenze. Questa ogiva, infatti, rispetto a quelle estratte dalle vittime in passato, ha il “pregio” di essere meno deformata. Gli accertamenti balistici chiariranno anche se il colpo è partito o meno dalla medesima arma (la calibro 22 Beretta mai ritrovata) usata dal Mostro, poichè non è mai stata del tutto esclusa la possibilità di una seconda pistola. Di fatto, l’attenzione degli inquirenti da qualche tempo si è spostata proprio su una seconda arma, la High Standard, un’altra calibro 22 legata in qualche modo ai nomi dei due indagati. Ora quell’ogiva rinvenuta sarà sottoposta anche agli esami del Dna, a caccia di eventuali tracce genetiche. Si tratta di accertamenti inevitabili e non proprio semplici che potrebbero riaprire e dare una svolta decisiva al cold case. Indipendentemente dalla mossa del pm ci sarà un confronto davanti al gip ed anche in caso di archiviazione da parte della procura è attesa la richiesta di archiviazione del legale della coppia francese, l’unico che continua nella sua ricerca della verità.