La notte di San Silvestro si festeggia oggi 31 dicembre, che ci porta dal 2018 al 2019. Sono diverse le tradizioni e le usanze in giro per il mondo, tra cui quella molto particolare che arriva dalle Filippine. La notte di Capodanno nel paese dell’estremo oriente ci porta a fare in modo che più cose possibili siano di forma tonda. Questo dovrebbe essere il modo di propiziare l’arrivo di denaro e quindi di essere maggiormente ricchi. Si va quindi dagli alimenti rotondi, che siano frutta o altro, fino ad abiti che possano avere forme curve fino alle luci circolari che sembrano allontanare addirittura gli spiriti maligni. Per questo anche si tengono porte e finestre aperte fino alla mezzanotte, per dare a questi la possibilità di uscire dalle case. Ogni manifestazione di questo tipo richiama sicuramente una cultura diversa e molto lontana dalla nostra e quindi non sempre per noi comprensibile in maniera immediata. (agg. di Matteo Fantozzi)



IL RITO DELLA BOTTIGLIA DA STAPPARE

A San Silvestro è immancabile il rito della bottiglia da stappare, ma sapete perché? Il tappo che salta energicamente dalla bottiglia si dice che regali il matrimonio entro un anno a chi ne è colpito. In ogni caso evoca ricordi, quindi molti consigliano di scrivere sul tappo la data per poi conservarlo. La procedura corretta prevede che si sollevi il tappo producendo solo un sibilo, ma si sa che uno strappo alla regola è concesso. E c’è anche il rito dell’uva, che non deve mancare sulla tavola nel giorno di San Silvestro perché “chi mangia uva a Capodanno, conta i quattrini tutto l’anno”. Per via dei suoi acini, questo frutto è simbolo di abbondanza e prosperità, oltre a essere legato all’Ultima Cena nella tradizione cristiana, quindi è simbolo di salvezza e grazia del cielo. Non solo lenticchie e zampone tra i cibi portaforutna dunque per festeggiare l’ultimo giorno dell’anno. (agg. di Silvana Palazzo)



COME FESTEGGIARE DUE VOLTE LA MEZZANOTTE

Oggi 31 dicembre è la notte di San Silvestro e vogliamo vedere da vicino come poter festeggiare due volte il Capodanno. Ci sono infatti diverse agenzie di viaggio che permettono di festeggiare per due volte a mezzanotte. La soluzione più semplice appare quella di passare da Tornio in Lapponia ad Haparanda in Svezia. I due luoghi sono divisi da un fiume che si può attraversare in un’ora e mezza con un a navetta. Più complessa è invece la tratta che ci porta da Auckland in Nuova Zelanda per poi trasferirci nelle Isole Cook. Ci si muove in aereo con un volo di quattro ore e si torna praticamente “indietro nel tempo”, grazie al fuso orario, alle 23 pronti per festeggiare di nuovo la mezzanotte. Il passaggio più vicino a noi è rappresentato dal passaggio da Caceres ad Estremadura ad Alentejo in Portogallo. Ci si muove dunque sul confine tra Portogallo e Spagna per tornare indietro di un’ora e quindi mettersi nuovamente al countdown appena arrivati alla seconda meta. (agg. di Matteo Fantozzi)



COME È NATA L’USANZA DEI BOTTI

Una delle tradizioni legate alla Notte di San Silvestro, quella in cui si fa festa aspettando Capodanno, riguarda i botti. In passato avevano l’intento preciso di scacciare gli spiriti maligni che si liberavano nel momento di transizione tra il vecchio e il nuovo anno. Negli ultimi anni però è sfuggita la situazione di mano, visto che questa tradizione ha causato ferimenti e morti in alcuni casi. A tal proposito vi rinnoviamo il consiglio di usare prudenza. Magari potreste optare per il rituale che invita a gettare le cose vecchie e rotte dalla finestra per abbandonare il superfluo e concentrarsi su un nuovo inizio, quindi è l’auspicio di un anno migliore del precedente. Il lancio dei piatti e dei cocci è simbolo della liberazione dal male accumulato durante l’anno che sta per volgere al termine. Questo rituale viene ancora rispettato, ma anche in questo caso dobbiamo chiedervi di fare attenzione… (agg. di Silvana Palazzo)

IL ROMANTICO BACIO SOTTO IL VISCHIO

Non solo abiti in rosso e lenticchie per la Notte di San Silvestro! Noi italiani siamo particolarmente scaramantici ed anche per l’ultima notte dell’anno non mancheranno le tradizioni e i riti portafortuna che in tanti metteranno in atto al fine di auto augurarsi un inizio di 2019 ricco di soddisfazioni e successi personali. Un’altra tradizione immancabile nella notte di San Silvestro e che in tanti si accingeranno a compiere non può mancare il classico quanto romantico bacio sotto il vischio. Il vischio rappresenta la pianta simbolo della complementarità eterna fra sole e luna oltre che rappresentazione dell’amore che non finisce. Ecco perché, ogni coppia unita da un forte legame sentimentale, attende proprio la fine dell’anno per baciarsi sotto il vischio e augurare un amore eterno… almeno per il prossimo anno! La sua storia ha origini celtiche e si basa proprio sulla dea Freya, protettrice degli innamorati. Altri protagonisti della leggenda i figli Balder e Loki. Il primo è il dio del Sole, buono e amato da tutti, il secondo il dio del Male, che uccise il fratello. Avvisata del pericolo Freya provò a proteggerlo chiamando in auto piante e animali ma dimenticandosi del vischio. Loki approfittò di questa mancanza e usò proprio questa pianta intrecciata per costruire un’arma appuntita per colpire il fratello. Le lacrime di disperazione della madre caddero sull’arma fatta di vischio e si trasformarono in bacche perlate che miracolosamente ridiedero vita al figlio ucciso. Da allora la dea ringraziò ogni anno con un bacio tutti coloro che passavano sotto il vischio, ritenuto simbolo dell’amore oltre la morte. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

DAL ROSSO ALLE LENTICCHIE E ZAMPONE

Sono tante le tradizioni della notte di San Silvestro, quella che ci appresteremo a vivere fra poche ore. Fra queste vi è senza dubbio la cena a base di lenticchie e cotechino, che saranno presenti sulle tavole di milioni di italiani, sia prima che dopo la mezzanotte. La domanda sorge però spontanea: perché prepariamo questo gustoso piatto la notte di Capodanno? Ancora una volta bisogna tornare all’epoca dell’impero romano per trovare le risposte che cerchiamo; durante quel periodo, infatti, le lenticchie venivano date in dono all’ultimo giorno dell’anno perché considerate di buon auspicio. Una tradizione che è proseguita poi nel corso della storia, visto che ancora oggi, soprattutto molti nonni, dicono “Mangia le lenticchie che portano soldi”. Non ci sono invece tracce nella storia dell’associazione dei legumi al cotechino o allo zampone, e si sa solo che l’idea nacque nel Medioevo, quasi per caso: si voleva macellare dei maiali e si è deciso così di inserire la loro carne nelle zampe degli stessi suini, arricchendola con molte spezie. Evidentemente, con il passare degli anni, si è scoperta l’associazione gustosa lenticchie-zampone, che è poi arrivata fino ai giorni nostri. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

NOTTE DI SAN SILVESTRO: PERCHE’ CI SI VESTE DI ROSSO

Ancora poche ore poi prenderà il via la notte di San Silvestro, l’ultima notte dell’anno prima del 2019. Fra cenoni, locali, baite, posti di villeggiatura e quant’altro, saranno milioni le persone in tutta Italia che a partire dalle ore 24:00 di oggi brinderanno per salutare il 2018 e dare il benvenuto al nuovo anno. Molti di noi indosseranno per l’occasione qualcosa di rosso: il “classico” è l’intimo, ma c’è anche chi metterà una semplice t-shirt, chi un maglione, chi delle calze, o chi magari un piccolo segno come può essere un bracciale o un foulard legato al polso o al collo. Ma perché vestiamo di rosso questa notte? In pochi lo sanno, ma si tratta di una tradizione che dura ormai da un paio di millenni. Sembra infatti che sia nata addirittura durante l’Impero Romano sotto il dominio di Ottaviano Augusto, nel 31 avanti cristo, quando uomini e donne indossavano appunto qualcosa di colore rosso per il capodanno romano, come segno di buon auspicio per la salute, ma anche per il potere e la fertilità. Un’altra teoria associa invece il rosso alla Cina, dove il rosso è il colore della buona sorte, utilizzato spesso e volentieri anche durante i matrimoni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

NOTTE DI SAN SILVESTRO: CHI ERA IL SOMMO VESCOVO DI ROMA

Sta per arrivare la Notte di San Silvestro, l’ultima notte dell’anno. San Silvestro I viene celebrato il 31 dicembre. La figura di San Silvestro I è quella di un papa che visse i primi anni di una cristianità non più perseguitata. Infatti divenne sommo vescovo di Roma il 31 gennaio del 314 d.c. L’anno prima i due imperatori romani, Costantino e Licinio avevano liberalizzato il culto cristiano mettendo fine alla lotta che stava dilaniando l’impero tra pagani e cristiani. In questa realtà storica la figura di Papa Silvestro I acquisisce un’ importanza enorme per la storia della chiesa cattolica. Non si conosce la data della sua nascita. Sembra che era figlio di Rufino e Giusta e nacque a Roma. Quando San Silvestro I diventa papa si trova ad affrontare una situazione molto delicata. Nel giro di pochi anni ne erano morti ben quattro, lasciando la chiesa nascente in una fase di incertezza e difficoltà. San Silvestro I fu sempre legato alla figura di Costantino il quale in quegli anni cercò di organizzare l’impero, riportando anche una certa tranquillità religiosa. La sua figura influenzerà moltissimo l’imperatore. Infatti molte delle storie che lo legano agli eventi di quel tempo sono velati dal mistero. Quella più diffusa è di come influenzò la madre di Costantino, Elena, convertendola alla religione cristiana e spingendo l’imperatore a seguire il vero Dio. Al di là delle vicende che sono velate tra il mito e la leggenda, la sua figura anche se rimase sempre all’ombra dell’imperatore, è stata fondamentale per una chiesa in crescita. Fu un soggetto attivo nel combattere le eresie del tempo. Partecipò al concilio di Nicea nel quale furono stabiliti i dogmi della religione cristiana.

NOTTE DI SAN SILVESTRO: LA STORIA DEL PAPA

Come Papa fu attento a tutte le esigenze della cristianità, ma in particolare a quella dei cittadini della città di Roma. Grazie alla sua influenza furono costruite le prime grandi basiliche e stabilì regole bene precise per la celebrazione dei sacramenti. Morì a Roma il 31 dicembre del 335 e fu seppellito nel cimitero di Priscilla. Bene presto dopo un anno dalla conclusione della sua vita, il culto di San Silvestro prese piede nell’impero. Nel 761 secondo un’antica tradizione il corpo venne portato nella chiesa di San Silvestro in Capite. Altri invece sostengono che venne portato all’abbazia di Nonantola. La città di Nonantola è un piccolo paese in provincia di Modena di circa quindicimila abitanti. La sua storia è molto antica. Infatti sono stati trovati reperti che si possono far risalire alla civiltà etrusca e celtica. Divenne una colonia in epoca romana, ma la sua crescita ebbe un improvviso sviluppo quando fu costruito un monastero benedettino intorno al 750 all’interno del quale sei anni dopo si dice fossero state portate le spoglie di San Silvestro I.

Il giorno del 31 dicembre vengono ricordati anche Santa Caterina Labourè, Santa Donata e compagne, San Giovanni Francesco Regis, Santa Paolina, Beato Luigi Vidaurràzaga Gonzalez, Beato Domenico de Cubells, Beata Giuseppina Nicoli.