Nell’odierna puntata de La Vita in Diretta, Tiberio Timperi e Francesca Fialdini sono tornati a interessarsi di un caco di cronaca nera che, a oramai un anno di distanza, si tinge sempre più dei colori del giallo, vale a dire la morte le morti a Cornuda di Pascal Albanese e della sua compagna di origini ucraine Sofiya Melnik: infatti loro sono sempre stati fuori dagli schemi e i misteri e gli amanti presunti nella vita della donna lasciano pensare che forse siano finiti in qualcosa più grande di loro e che li ha condotti alla morte. Tra le domande che vengono sollevate in studio ad esempio c’è quella relativa alla conoscenza o meno di Albanese di una “doppia vita” di Sofiya che avrebbe avuto persino contatti coi servizi segreti, tollerandone inoltre le relazioni anche con altri uomini. Ad ogni modo, a breve è attesa la relazione del Ris sui reperti trovati nell’auto di Sofiya, lasciata in un parcheggio nei pressi di Cornuda. La relazione, come è noto, non è stata ancora depositata e inoltre le indagini dovranno anche rispondere alle numerose domande relative al modo in cui la bionda donna ucraina è stata uccisa, dopo essere stata brutalmente percossa e il suo corpo gettato in un dirupo. Dal dibattito emerso nello studio del programma pomeridiano di Rai 1, oltre che dalle testimonianze della madre di Albanese e della sorella, emerge però una convinzione: che ad uccidere la Melnik non sia stato lui e che entrambi siano stati vittime di un mistero che al momento nessuno ha ancora spiegato. (agg. di R. G. Flore)
PROFILI FACEBOOK SOTTO LA LENTE
È passato più di un anno dalla morte di Sofiya Melnyk, ma il giallo di Cornuda resta fitto. Il sostituto procuratore Giulio Caprarola sta aspettando l’esito della rogatoria presentata alle autorità statunitensi per l’accesso ai server che permetteranno di esaminare con attenzione i profili Facebook della giovane donna ucraina trovata morta in una scarpata alla vigilia dello scorso Natale. Le indagini in Procura comunque continuano senza sosta. La rogatoria riguarda anche il profilo Facebook di Pascal Albanese, suicidatosi, e una serie di indirizzi mail. Dentro potrebbero esserci informazioni utili per confermare quella che è la pista al momento più seguita dagli investigatori, cioè l’omicidio-suicidio. La richiesta risale ad alcuni mesi fa, ora si attende la risposta dei provider. La Procura di Treviso sta anche cercando di capire quali segreti custodivano gli hard disk trovati nella villetta e risultati cancellati da qualcuno. Si attendono anche i risultati delle analisi dei Ris. Mancano ancora dunque tante risposte. C’erano tracce biologiche nella macchina di Sofiya Melnyk. «Noi non sappiamo nulla. Non sapevo neppure che avessero tanti hard disk, ma non so cosa contengano. Ormai possiamo aspettarci qualunque cosa. Avevano una vita particolare, ma io non ci mettevo il naso. Siamo pronti a tutto ormai», ha dichiarato la sorella di Pascal Albanese a La Vita in Diretta.
SOFIYA MELNYK E PASCAL ALBANESE, IL GIALLO DI CORNUDA
Sofiya Melnik, che abitava a Cornuda con il 50enne Pascal Albanese, scomparve senza lasciare traccia un anno fa, il 15 novembre del 2017. Il suo corpo venne trovato nel giorno della Vigilia di Natale da un cacciatore ai piedi di un burrone. L’autopsia rivelò che la donna era stata selvaggiamente picchiata, ipotizzando che fosse stata scaraventata nel burrone quando era ancora viva. Pascal Albanese venne trovato impiccato 12 giorni dopo la scomparsa di Sofiya. Condividevano un legame molto particolare nel quale l’uomo era a conoscenza, e forse complice, del giro di amanti e relazioni parallele che la donna intratteneva con molti uomini, tutti più anziani di lei e facoltosi. E infatti la scomparsa di Sofiya Melnyk non fu denunciata dal convivente ma da parte di un geologo romagnolo con cui la donna ucraina era solita trascorrere dei weekend. Poi è emersa la novità dell’amico radiologo con cui la 46enne intendeva andare a vivere.