Quest’anno la tradizionale Cena di Santa Lucia – che come ogni anno si tiene nei saloni della Fiera di Padova, con iscrizione ricevute già oltre le 1000 persone – si unisce ad un’altra iniziativa particolare e legata sempre al tema della solidarietà umana: una storia, non una teoria, che vede la cena padovana prenatalizia unirsi alla Campagna Avsi (Associazione Volontari per lo Sviluppo Internazionale) per la solidarietà in vista di Natale. «Ti chiami Maria o Francesco, ti muovi ogni giorno per Milano, o Roma o Napoli. Lavori o vai a scuola, tieni in braccio il tuo bambino, ti destreggi tra le cose da fare, preoccupazioni, doveri, faccende, provando a essere lieta o lieto. Tra affetti, lavoro, riposo. Ti chiami Rana o Amir o Sharon, ti muovi ogni giorno in una città minacciata dalle bombe, tra macerie di bombardamenti, oppure nei vicoli stretti e fangosi di uno slum o di un campo profughi», si legge nella prima parte del messaggio “congiunto” con cui la Cena di Santa Cecilia e Avsi invitano tutti alla campagna natalizia di solidarietà. «Tieni in braccio il tuo bambino, ti destreggi ogni giorno per rispondere ai bisogni più urgenti, per garantire un pasto, la scuola, le cure ai tuoi cari. Provando nell’instabilità o nella miseria a riconoscere quel dettaglio che come un appiglio ti riporta su e aiuta a resistere. Cambiano le circostanze intorno a noi, ma il cielo sotto il quale ci muoviamo anche in punti cardinali diversi è lo stesso. E proprio questa consapevolezza aiuta a riconoscere con ancora più nitidezza l’ingiustizia di situazioni non accettabili, di fronte alle quali non è possibile accomodarsi e voltarsi dall’altra parte»: sono le parole tratte dalle tante storie, anche più disparate, che riflettono lo stesso solco profondo, il desiderio di felicità del cuore umano.
CENA DI SANTA LUCIA E AVSI: LA SOLIDARIETÀ VERSO IL NATALE
Si tratta di storie diverse, nella loro quotidianità, che coinvolgono persone che hanno simili obiettivi, stessi desideri, identiche speranze: Similitudini che l’evento padovano noto ormai in tutto il Veneto da diversi anni, vuole portare sotto gli occhi di tutti, «per dare un senso al valore solidaristico che ognuno porta nel cuore». In questo 2018 la Cena di Santa Lucia sosterrà azioni concrete in Burundi e Kenya, ma soprattutto interventi in due zone di particolare disagio sociale e umano: in Siria, dove per le vittime di una guerra senza fine, è nato il progetto Ospedali Aperti in collaborazione con la Santa Sede, un’iniziativa che ha già curato oltre 10.000 persone. Con Avsi si è scelto poi di sostenere anche il Venezuela dove circa un milione di profughi sono fuggiti in Brasile per via della grave crisi economica e politica, Avsi sta cercando di offrire condizioni di vita più dignitose possibili e di infondere speranza per un futuro tutt’altro che “semplice. «Sono attività avviate per accompagnare un altro ‘io’ a diventare da ‘soggetto vulnerabile’ a ‘protagonista della sua vita’. Questa possibilità sta tutta in una semplice mossa personale: allargare lo sguardo, appoggiarsi a quel cielo condiviso, riconoscere che posso anche io con la mia attenzione, la mia voglia di conoscere e di donare, farmi prossimo a chi è lontano. Sotto lo stesso cielo, dunque, consapevoli che abbiamo in comune anche un destino. Un destino buono», spiegano ancora i progetti umanitari di Avsi e della Cena di Santa Cecilia.
UNA CENA “PER LA CARITÀ”
Assieme al “padrone di casa” Graziano Debellini (presidente dell’omonima Associazione Onlus che promuove la serata), saranno presenti tra gli altri il sindaco e il vicesindaco di Padova, Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni, il Rettore Rosario Rizzuto, ma anche diversi esponenti del mondo della politica, della imprenditoria e della solidarietà internazionale. Con la benedizione e la presenza della Chiesa padovana (presente Don Marco Pozza, tra gli altri), sarà presente anche il professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione Sussidiarietà che anche quest’anno approfondirà il tema dell’evento benefico. «La Cena si è affermata come gesto di carità che raccoglie migliaia di euro per opere di carità e sostegno che accomuna persone diverse per sensibilità, provenienza, storia, un appuntamento abituale per tanti, che è anche una finestra sul mondo che si spalanca e ci invita a condividere tante situazioni di bisogno in Italia e nei cinque continenti», spiega Debellini. Nella sana tradizione dell’evento padovano, la Cena non è solo un’occasione per raccogliere fondi, ma anche per creare sinergie, opportunità, scambi tra istituzioni e aziende di paesi diversi: «Puntiamo con i fondi raccolti a sostenere chi vive la condizione di migrante, rifugiato e sfollato con azioni concrete e in questo modo concorrere a cambiare la narrazione vigente, che vede queste persone solo come un problema e non come un’opportunità. Siamo convinti che i progetti, per essere veramente efficaci, debbano implicare anche un lavoro e una sfida culturale», conclude il Presidente Debellini.