Sono sei le persone fermate a Foggia per aver picchiato, segregato in casa e costretto a prostituirsi delle minorenni: tre le vittime accertate come riporta Storie Italiane, con le forze dell’ordine che proseguono le indagini. Intervenuto in diretta, il giornalista Massimiliano Nardella ha sottolineato: «Di chi è questa proprietà? Questo ancora non si sa, stiamo facendo le nostre ricerche e le nostre indagini. Ci sono delle baracche abusive e dei moduli abitativi in cemento. Sono sette anni che c’è questa situazione». Prosegue Nardella: «Le ragazze hanno subito quello che noi chiamiamo un terremoto psicologico: sono giovani di 16-17 anni, che erano in uno stato di prigionia da marzo a settembre 2018». Tra le vittime dell’organizzazione criminale anche una donna incinta, che «veniva costretta a prostituirsi quando era al settimo mese di gravidanza ed era stata avviata una trattativa per vendere il bambino per 28 mila euro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SASSO: “CAMPI ROM VANNO CHIUSI”

Antonio Di Gioia, il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia, ha spiegato senza mezzi termini quanto queste povere minorenne sono state costrette a subire per mesi, forse anni: «Violenze, abusi, costrizioni, il tradimento dei propri familiari, la privazione di un figlio che sta per nascere, per quanto frutto di un rapporto sessuale a pagamento: uno tsunami a livello psicologico». Dopo l’importante operazione condotta dalla DDA di Bari, assieme alla Procura di Foggia, è sempre l’esperto professore a spiegare come purtroppo molto spesso si chiude gli occhi dinanzi a certe situazioni «bollandole come “diversità culturali”, ma non c’è cultura in cui si possa tollerare la riduzione in schiavitù». Secondo ancora Di Gioia. «Le persone sono esseri umani, di qualsiasi razza e qualsiasi cultura esse siano, e vanno tutelate sotto ogni profilo. Per quanto i nomadi abbiano una cultura estremamente diversa dalla nostra, i danni che le giovani vittime di Foggia hanno subito dai loro familiari o connazionali non saranno facili da assorbire. Vanno aiutate e supportate da personale qualificato, assistito da mediatori culturali». Molto critico il commento della Lega pugliese, in particolare con il deputato Rossano Sasso: «I campi rom vanno chiusi tutti e smantellati non con una, ma dieci ruspe. E i minori vanno sottratti a certe belve. Nella migliore delle ipotesi li utilizzano per fare l’elemosina in strada, nella peggiore vengono picchiati e violentati. Solo sottraendoli alle proprie ‘famiglie’ potremmo assicurare un futuro migliore a questi poveri bambini».



ARRESTATI TUTTI DI ETNIA RUMENA

Una violenza inaudita su giovani minorenni quella che ci giunge da Foggia. Le forze dell’ordine hanno scoperto un giro di sfruttamento di prostituzione, dove una serie di ragazze, alcune anche minorenni e incinta, venivano appunto costrette a vendere il proprio corpo. In manette sono finite sei persone di etnia rom e origine rumena, fermate dalla squadra mobile della questura foggiana con le accuse di sfruttamento della prostituzione minorile e riduzione in schiavitù. La mente della segregazione nel campo nomadi era Mariana Raluca Iovanut, 27enne compagna di Solomon Costache, 26enne figlio del capofamiglia Febronel Costache, 47 anni. La donna assisteva alle violenze che le povere ragazze subivano, e acquistava i preservativi da fornire alle vittime insieme a Poenita Chiriac, madre di Solomon e moglie di Febronel. Le indagini, come scrive Repubblica, sono nate da una ragazza che è riuscita a sfuggire dal campo nomade lo scorso 3 settembre, e che ha appunto denunciato il tutto alla polizia. Le giovani, anche se incinta, dovevano comunque prostituirsi altrimenti venivano picchiate selvaggiamente. Una delle vittime stava per partorire, e gli aguzzini avevano deciso di vendere il figlio per 28mila euro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



A FOGGIA UNA STORIA DELL’ORRORE: COINVOLTE RAGAZZE MINORENNI

La nuova storia d’orrore della giornata arriva certamente da Foggia: sei rom che vivevano nel campo nomadi della periferia pugliese sono stati arrestati perché accusati di aver ridotto in schiavitù tre minorenni che vivevano anche loro all’interno del campo rom. Addirittura uno degli arrestati volevano vendere il bimbo nascituro di una delle ragazzine (incinta) per quasi 30mila euro: la Procura di Bari è intervenuta questa mattina, dopo indagini durate settimane, con il blitz all’interno del campo illegale alla periferia foggiana fermando i sei accusati che tenevano segregate le minorenni, controllate 24 ore al giorno da ronde di diversi “carcerieri” improvvisati. Secondo quanto riporta l’Ansa, gli arrestati sono una coppia con i loro tre figli (due dei quali minorenni) e una 26enne compagna di uno dei ragazzi: avevano da tempo consolidato la prassi «di costringere le minori a prostituirsi anche durante la gravidanza e, davanti al rifiuto delle vittime, le stesse venivano percosse senza pietà dai rispettivi fermati preposti al loro controllo».

LE ACCUSE CHOC CONTRO ROM DI FOGGIA

L’hanno definita “schiavitù moderna” quella che i carcerieri rom infliggevano alle tre poveri ragazzine minorenni segregate e abusate per diversi mesi consecutivi: si tratterebbe di giovani straniere senza più contatto con le famiglie e inviate con la forza al mercato della prostituzione controllato dagli stessi nomadi fermati, come spiega la stessa Procura di Bari questa mattina nell’ordinanza dell’arresto. «Allarmante gravità, attesa la loro efferatezza e il disprezzo per la vita umana dimostrati dagli indagati, soprattutto in danno di giovani vittime minorenni e dei nascituri che portavano in grembo; gli stessi hanno, pertanto, dimostrato una totale indifferenza per le condizioni di particolare fragilità delle vittime e di non possedere il minimo sentimento di pietà verso le stesse», raccontano gli inquirenti nelle accuse choc contro gli aguzzini del campo di Foggia. Picchiate, abusate e costrette a vendere il loro figlio per “28mila euro”: per fortuna sono stati fermati in tempo e il nascituro potrà quantomeno nascere in una condizione migliore di quella che ha dovuto sopportare la madre 16enne in questi mesi di inferno costante.