Martina Rossi, la ragazza di 20 anni caduta dal balcone al sesto piano dell’hotel Santa Ana di Palma di Maiorca la mattina presto del 3 agosto 2011 non era “impazzita”. Lo ha detto il pm Roberto Rossi, chiedendo 7 anni di condanna a testa per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due ragazzi di Castiglion Fibocch accusati di morte in conseguenza di altro reato e tentata violenza sessuale di gruppo. La povera Martina, stando alla ricostruzione del pubblico ministero non si sarebbe scagliata contro Alessandro come raccontato dai due giovani, né si sarebbe tolta volontariamente la vita lanciandosi dalla balaustra dell’albergo. Al contrario la ragazza avrebbe tentato di sfuggire ad un tentativo di stupro nei suoi confronti messo in atto dai due ragazzi. Martina avrebbe cercato così di scappare dal balcone e di scavalcare la balaustra per raggiungere la terrazza della stanza accanto. Purtroppo, forse anche per colpa della miopia di cui soffriva, Martina non ce l’avrebbe fatta: precipitando per venti metri nella vasca ornamentale dell’hotel.



MARTINA ROSSI, IL PADRE: “ORA PROVIAMO A COSTRUIRE UNA VITA DECENTE”

Il padre di Martina Rossi, dopo la richiesta di condanna a 7 anni di reclusione per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni da parte del pm, ha commentato così la vicenda ai microfoni di Chi l’ha visto?:”Dopo aver rappresentato una situazione per la quale la ammazzavano di nuovo, una Martina malata, fragile, impotente, che invece era una ragazza contenta della sua vita, che voleva conoscere il mondo, disegnare, abbiamo dovuto cominciare da capo con l’aiuto della magistratura italiana. Dopo 7 anni e 4 mesi il pm ha chiesto la condanna. Per chi ha perso un valore così grande non è una soddisfazione, è un tentativo di portare verso i valori reali la figura di mia figlia e per costruire per noi una vita decente, andare al cimitero e dirle che questi due non sono stati due bravi ragazzi“. Nel mirino del papà di Martina sono finiti dunque gli inquirenti spagnoli, autori di un’indagine sbrigativa archiviata con l’ipotesi di suicidio. Ora la richiesta del pm sembra restituire dignità a Martina: la sentenza è attesa per il prossimo 14 dicembre.

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