Dalla “cupola” dei Corleonesi di Cosa Nostra fino alla “stangata” alla ‘ndrangheta calabrese con 90 arresti tra Italia, Europa e Sud America: gli ultimi due giorni per le forze dell’ordine e i magistrati italiani è un giorno di giubilo, con Nicola Morra (neo Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia) che durante la giornata di ieri ha incontrato i responsabili delle indagini condotte con successo contro la mafia calabrese. «Sono andato alla Direzione Nazionale Antimafia per ascoltare i dettagli dell’operazione contro l’Ndrangheta che ha portato a 90 arresti tra Italia, Sud America ed Europa», scrive su Instagram proprio Morra nel mostrare la foto che lo vede assieme al procuratore Cafiero De Raho e al magistrato Giuseppe Lombardo. «Un lavoro immane, complesso e prezioso. Ringrazio per questo il procuratore De Raho, il magistrato Giuseppe Lombardo, il dottore Romanelli e il generale dello Scico Barbera»; secondo il Presidente della Commissione Antimafia, «il grazie va anche a tutte le donne e gli uomini che servono silenziosamente nel quotidiano lo Stato italiano». Intervenendo questa mattina negli studi di Rai News24, sempre Nicola Morra ha spiegato nel dettaglio come le grandi operazioni portate a casa in questi ultimi giorni contro Cosa Nostra (con l’arresto di Settimo Mineo) e la ‘ndrangheta, non sono mai semplici da organizzare visto che «spesso ci sono troppi ostacoli anche per la presenza silenziosa della massoneria in diversi organi dello Stato».

“LA ‘NDRANGHETA TRAFFICA IN EUROPA CON CONTROLLI BLANDI

Intervistato poi a 24Mattino su Radio 24, Morra ha ricordato come in particolare «La ndrangheta ha delocalizzato l’arrivo di sostanze stupefacenti dal porto di Gioia Tauro verso i porti di Rotterdam e Anversa che vengono preferiti perché i loro sistemi di controllo sono più blandi». Commentando l’inchiesta“Pollino”, il Presidente Antimafia ha voluto sottolineare come «è la prima operazione condotta con efficacia e con successo, da vari organismi internazionali». In conclusione, Morra si concentra su quanto ancora si potrebbe fare nella costante lotta per la legalità: «Qualcosa si sta muovendo. Però mi lasci dire che in tante altri occasioni gli appelli rivolti dai magistrati italiani sono caduti nel vuoto. Ben venga un’Europa che voglia condividere questa lotta. Altrimenti se si deve consentire a qualcuno, semplicemente per attrarre capitali, di accettare logiche che gli Stati democratici devono rifiutare, allora – conclude il Presidente dell’Antimafia – prendiamone atto. E finisce là».