Nuovo capitolo dello scontro a distanza tra Matteo Salvini e Armando Spataro, con il procuratore capo di Torino che torna a scagliarsi contro il ministro dell’Interno per la diffusione su Twitter di una notizia di arresto in corso di indagine. Sul tema è intervenuto il numero uno dell’Anac Raffaele Cantone ai microfoni di Aska News: «Credo che nei confronti di Spataro bisogna avere un grande rispetto. Ha dimostrato nella sua vita e nel suo impegno professionale di essere un magistrato con la schiena dritta e di aver fatto delle cose di grande valore e quindi credo che meriti rispetto. La battuta che ha fatto il ministro dell’Interno sia stata fuori luogo. Sullo specifico non sono in grado di dire se effettivamente ci fosse stato un rischio o meno per la fuga di notizie, perché per fortuna danni non ce ne sono stati». Prosegue Cantone: «Credo che bisogna riconoscere a Spataro quello che ha fatto e dire con chiarezza che è un danno per la magistratura italiana e per il paese che vada in pensione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“PROCURA UNICA COMPETENTE A INFORMARE”

L’operazione contro la mafia nigeriana finita al centro di uno scontro tra il procuratore Spataro e Matteo Salvini, con quest’ultimo accusato di aver messo a repentaglio la riuscita dell’indagine diffondendo dettagli sul blitz ancora in corso si è conclusa ieri sera, con l’arresto a Padova di uno dei ricercati. Il bilancio complessivo è di otto persone in carcere e una ai domiciliari, mentre sei indagati restano ancora da rintracciare. Ritornando sull’annuncio fatto da Salvini su Twitter due giorni fa, come riportato dall’Ansa, Spataro ha chiarito che le informazioni sono state rese note oggi “per non compromettere l’esito delle operazioni delegate che non si erano concluse il 4 dicembre, ai fini di una corretta informazione“. Spataro ha inoltre ricordato che la Procura è l’unica competente “alla gestione e autorizzazione alla diffusione delle conseguenti informazioni“. Replica anche all’Anm: “Io non ho alzato i toni“. (agg. di Dario D’Angelo)



DI PIETRO, “SALVINI DOVREBBE ANDARE A CASA”

Non si placa la polemica nei confronti di Salvini che secondo il procuratore Spataro avrebbe pregiudicato un’inchiesta con il suo tweet. In molti sono intervenuti sulla vicenda e l’ultimo ad esternare il proprio pensiero è stato l’ex magistrato Antonio Di Pietro. Chiacchierando con Radio Cusano Campus durante il programma “L’Italia s’è desta”, l’ex ministro del governo Prodi ha puntato il dito nei confronti del leader del carroccio, dicendo: «Quello che è successo è grave. Non è uno scontro tra parti, è una volgarità che una persona può dire al bar ma non un ministro nell’esercizio delle sue funzioni. E solo per questo aspetto Salvini dovrebbe andare a casa». Secondo Di Pietro non si tratta semplicemente di politica, ma di uno “sgarbo istituzionale” commesso da un ministro nei confronti di un procuratore: «Il problema più grave – aggiunge – è che c’era una operazione in corso con un rischio per le persone che la stavano conducendo e con l’ulteriore rischio che potesse essere compromessa».



SCONTRO SPATARO-SALVINI: INTERVIENE DI PIETRO

Secondo Di Pietro non bisogna discutere sullo scontro social avvenuto fra Salvini e il procuratore di Torino, quanto sul fatto che il leghista abbia violato la legge: «Purtroppo nel nostro Paese – aggiunge – finirà come al solito, a tarallucci e vino, faranno finta di non vedere e di non sentire e diranno che si è trattata di una incomprensione». Di Pietro sfiducerebbe il ministro: «In un Paese normale il Consiglio dei ministri dovrebbe prendere atto di questo fatto. Il presidente del Consiglio non dovrebbe fare lo gnorri, il ministro della Giustizia non dovrebbe dire che c’è stata un’incomprensione». Sulla vicenda si sono espressi in molti, a cominciare dallo stesso Salvini, che dopo la replica tagliente di Spataro, ha esternato più volte la propria posizione, domandandosi chi avrebbe danneggiato facendo i complimenti alle forze dell’ordine.