Un consorzio di 10 aziende, tre tecniche diverse per la demolizione del viadotto, almeno 100 appartamenti abbattuti e l’apertura del cantiere il 15 dicembre. Questi sono alcuni dei numeri presenti nel piano di demolizione del ponte Morandi, mandato in Procura dal sindaco di Genova e commissario Marco Bucci. Deve passare ora il vaglio dei periti del giudice per le indagini preliminari, dei consulenti della Procura, dei 21 indagati e delle parti offese. Solo dopo questo passaggio potranno cominciare i lavori. Bucci non ha fatto i nomi di chi è coinvolto nel piano, ma la rosa di aziende circolata finora sarebbe formata – secondo Il Messaggero – tra le altre da Fagioli, Vernazza, Ecoeridania e Carena e, ancora Despe, Siag e Demolscavi. Il 17 dicembre è invece in programma l’udienza per l’incidente probatorio: è a rischio sciopero, ma potrebbe non saltare perché «si tratta di una procedura d’urgenza visto che è un’anticipazione della prova». Intanto si aspetta il 14 dicembre per la pubblicazione del decreto con i nomi delle aziende del consorzio. (agg. di Silvana Palazzo)
PONTE MORANDI, BUCCI SU DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE
Il 15 dicembre è una data importante per i genovesi: aprirà il cantiere per la demolizione del Ponte Morandi. Lo ha annunciato il sindaco di Genova e commissario straordinario Marco Bucci, che oggi ha consegnato negli uffici della Procura il piano di demolizione dei due tronconi rimasti e che è stato scelto dalla struttura commissariale tra diverse proposte. «Sono convinto che il giorno 15 vedremo le macchine in funzionamento», ha dichiarato Bucci. E questo per lui vuol dire che la ricostruzione avrà inizio alla fine di marzo. Inoltre, ha assicurato che «la società Autostrade non parteciperà alla demolizione del Ponte Morandi». L’auspicio di Bucci è di fare un decreto unico per il 14 nel quale inserire le aziende che demoliscono e quelle che si occupano della ricostruzione. Sono dieci quelle che demoliranno quanto resta del viadotto. «È un progetto fatto bene che credo farà un’ottima impressione al procuratore». A lavoro dunque non c’è solo un’azienda, del resto – spiega Bucci – «non esiste un’azienda in grado di fare tutte queste cose, deve essere per forza un consorzio».
LE TRE TECNICHE PER LA DEMOLIZIONE
Verranno impiegate tre tecniche diverse per la demolizione del Ponte Morandi. Ci saranno delle gru enormi, poi lo “strand jack” e quindi l’esplosione di alcune parti particolari, ma solo dal lato est. Lo “strand jack” è una tecnica usata per sollevare carichi pesanti e strutture su cui è difficoltoso usare le gru convenzionali. Quindi questo strumento «si appoggia sui lati del ponte – ha precisato il sindaco di Genova Marco Bucci – ne taglia un pezzo e pian piano lo fa cadere per terra attaccato a dei cavi di acciaio». Le pile 10 e 11 verranno messe in sicurezza usando una particolare tecnologia che impedirà qualsiasi movimento. E ciò è fondamentale «per poter procedere alle evacuazioni e altri ingressi e per togliere materiale pericoloso, come tubi di amianto, stando sotto il ponte senza più problemi di sicurezza». In sostanza, sono state prese le migliori proposte di ciascuna offerta. «Gli appartamenti da abbattere saranno almeno un centinaio su 256 abitazione sfollate. Poi vedremo se dovremo abbatterne altre».