La famiglia del 29enne palermitano, Luca Di Bella, si è riunita oggi in collegamento con Pomeriggio 5 per chiedere ancora una volta giustizia. Ad intervenire in diretta tv è stata la cugina Marilena che ha preso la parola commentando il trattamento a dir poco disumano riservato al giovane, morto 20 giorni dopo un’operazione alla mandibola seguita da un pugno in faccia in seguito ad una lite di vicinato. “E’ stato posteggiato come una macchina, mio cugino stava per morire: era il caso più grave di tutti ma nonostante ciò lo hanno lasciato lì per sei ore e non hanno fatto niente”, ha rivelato riferendosi al trattamento riservatogli a Villa Sofia, ospedale di Palermo. “Dopo l’intervento stava bene, ma la mascella era ancora gonfia e la madre lo ha portato all’ospedale, ma non lo hanno controllato: dovevano fare un semplice esame”, ha aggiunto, ribadendo le mancanze da parte dei medici. “Aveva la setticemia in corso, lo hanno detto i medici. Ma che cosa l’ha provocato? Cosa dovevano togliere? Il ragazzo non si è più svegliato. L’ha presa nel primo intervento”, ha chiosato. Ora sarà l’autopsia a fare totale chiarezza su un caso caratterizzato da un doppio dramma: la morte di Luca e la mancanza di risposte presso la sua famiglia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA MADRE: “ME LO HANNO AMMAZZATO”

La famiglia di Luca Di Bella chiede giustizia, pronti a tutto per capire come è morto il 29enne ed accertare eventuali responsabilità. Intervenuta in diretta a Pomeriggio 5, la cugina Marilena ha commentato: «Non si può morire così, un ragazzo di 29 morto per aver staccato un contatore: all’ospedale glielo hanno staccato loro il contatore. Non vogliamo soldi, vogliamo solo giustizia». Dolore enorme per la madre del giovane, che non riesce a capire cosa sia successo nell’ospedale palermitano, lei che è stata al fianco del figlio fino al tragico epilogo: «Mio figlio era un ragazzo esemplare, buono e dolce: me lo hanno ammazzato. Ho seguito il calvario dall’inizio alla fine e ho visto che c’era qualcosa che non andava. Non immaginavo che fosse una cosa così grave. Ho chiesto spiegazioni a medici e infermieri, ma mi dicevano di aspettare il mio turno, era impotente». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL DRAMMA DELLA FAMIGLIA DI LUCA

Luca Di Bella, 29enne di Palermo, è morto dopo aver subito un’operazione alla mandibolaospedale alla quale si era sottoposto dopo aver ricevuto un pugno in faccia in seguito ad una banale lite con i vicini di casa. Il ragazzo era stato coinvolto in un litigio per via di un contatore della luce staccato e per questo era finito in ospedale dove era stato sottoposto all’operazione. Venti giorni dopo, però, Luca è deceduto ed a parlare oggi è la sua famiglia, in collegamento con la trasmissione di Canale 5 condotta da Barbara d’Urso, Pomeriggio 5. I suoi familiari si sono riuniti per commentare il loro dolore ma anche esporre i propri dubbi poichè sono convinti che in quell’ospedale sia successo qualcosa. Cosa ha realmente causato la morte del proprio caro? Il fratello della vittima, Giuseppe Di Bella, a PalermoToday ha commentato nelle passate ore il terribile accaduto. “Mia madre era presente durante l’aggressione avvenuta a Villagrazia di Carini dove mio fratello stava facendo dei lavoretti in casa con mio padre”, ha dichiarato. A sua detta, l’aggressore sarebbe stato un uomo sulla quarantina circondato da altre persone che avrebbero assistito alla scena. “Io non conosco i loro nomi”, ha però asserito.



PUGNO IN FACCIA, 29ENNE MORTO DOPO OPERAZIONE

“Lo hanno scambiato per un ladro”, questa l’ipotesi del fratello di Luca Di Bella, il 29enne di Palermo morto dopo essere stato operato in seguito ad un pugno in faccia. Ma quel pugno fu per il ragazzo e la sua famiglia solo l’inizio di un calvario. All’ospedale Villa Sofia il 29enne è stato operato alla mandibola, poi il malore, il ritorno in ospedale dove il giovane è deceduto e l’apertura di un’inchiesta per un presunto caso di malasanità. Ora la sua famiglia non si dà pace: “Voglio giustizia. Quello che è capitato a mio fratello non deve succedere a nessun altro”, dice il fratello. A chiedere giustizia è anche il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, che ritiene doveroso ricostruire le responsabilità. Dopo la morte del ragazzo, la sua famiglia ha presentato denuncia contro ignoti ma una denuncia è stata rivolta anche all’ospedale dove Luca è stato operato e dove successivamente è morto. L’ipotesi più accreditata è che il giovane sia morto a causa di una setticemia. L’autopsia è stata eseguita lunedì scorso ma i risultati non sono stati ancora resi noti. Alla procura il compito di accertare le responsabilità.