Istigata a suicidarsi per un selfie mandato al fidanzato, ma per fortuna la ragazzina è stata salvata. È accaduto a Roma, dove una 17enne è stata allontanata dalla sua famiglia, accusata ora di maltrattamenti e lesioni nel processo che si è aperto giovedì scorso alla presenza del pm Andrea Beccia. Il padre è arrivata a brandire un coltello contro la figlia, poi insieme alla moglie ha avvolto un foulard attorno al collo della ragazza e le ha strappato il telefono dalle mani. «Non abbiamo bisogno di una figlia come te. O ti togli la vita da sola, o lo facciamo noi», ha detto il padre a Shaila, come riportato da Il Messaggero. I due genitori, una coppia originaria del Bangladesh, non sopportavano lo stile di vita eccessivamente “occidentalizzato” della figlia, i cui risultati scolastici non erano all’altezza delle aspettative. Volevano “raddrizzarla”, invece le hanno causato «un perdurante e grave stato di ansia e di paura ed ingenerando un fondato timore per la propria incolumità personale, rendendole le condizioni di vita impossibili», come si legge nel capo di imputazione.



MANDA SELFIE AL FIDANZATO: PICCHIATA DA GENITORI ISLAMICI

Pur vivendo in Italia da diversi anni, i genitori di Shaila volevano che la figlia crescesse secondo usi e costumi del Paese d’origine. Quindi la 17enne non poteva neppure innamorarsi di un ragazzo che le piaceva. «Per loro non posso avere una relazione. Me lo devono scegliere loro con chi devo stare, con chi devo passare il resto della mia vita». Quando è stata sorpresa al telefono alle 3 del mattino con il fidanzato segreto, con cui poteva parlare solo di notte per non essere scoperta, la situazione è degenerata. Era il marzo 2017 e Shaila non era ancora maggiorenne, mentre il ragazzo aveva poco più di 20 anni. Si scambiavano foto, non scandalose ma comunque inaccettabili per i genitori musulmani che è andata quindi su tutte le furie. Le hanno provato a strappare il telefono, poi il padre ha affrontato la ragazza con un coltello da cucina, da cui lei si è protetta con un cuscino. I due genitori le hanno tappato la bocca e l’hanno immobilizzata «cingendole un foulard al collo», poi sono cominciati calci e pugni. La madre aveva anche provato a morderla sulla spalla. «Non importa se dovremo andare in carcere», le ha detto il padre furioso. Allora quando lei ha ceduto, i genitori hanno letto i messaggi e controllato le foto, mentre lei è fuggita da casa. In strada è stata intercettata dai carabinieri di Montespaccato. Lei racconta la sua storia e gli investigatori trovano i riscontri. L’allontanamento dalla famiglia è dunque la fine di un incubo.

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