La trovata di Amazon che ha pensato all’introduzione di un braccialetto elettronico per monitorare i movimenti dei suoi dipendenti ha già acceso la polemica facendo addirittura parlare di “schiavismo”. Dopo la replica di Amazon, arriva il commento del giuslavorista Giampiero Proia che a Labitalia ha detto: “In Italia, ci sono norme che limitano i poteri di controllo dei datori di lavoro mediante strumenti digitali ed elettronici”. A sua detta però la legge fa una distinzione tra apparecchiature di controllo esterne allo strumento di lavoro, quale può essere una telecamera e apparecchiature di controllo dentro lo strumento di lavoro, come il sistema del pc o il braccialetto ideato da Amazon. Se nel primo caso occorre un’autorizzazione preventiva o un accordo sindacale, nel secondo, come spiega l’esperto, “le norme sono semplificate e questa autorizzazione non serve”. Proia tuttavia sottolinea dei limiti nell’impiego del braccialetto di Amazon. Se questo dovesse essere inteso come uno strumento di lavoro dato in dotazione al dipendente, “le informazioni in possesso del datore di lavoro possono essere usate per contestazioni di tipo comportamentale al lavoratore solo nell’ambito della disciplina sulla privacy”. In questo caso però, si andrebbe a toccare aspetti complessi e giuridicamente poco chiari in quanto, spiega l’esperto, per rispettare la normativa sulla privacy “un’informativa al lavoratore e occorre rispettare molti altri criteri”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
BRACCIALETTO ELETTRONICO, L’IDEA DI AMAZON
Un braccialetto elettronico per monitorare e guidare la posizione delle mani del lavoratore in qualsiasi momento. Questa è la nuova idea di Amazon, che ha già brevettato la nuova tecnologia. L’obiettivo del colosso delle vendite online è di rendere più veloce la ricerca dei prodotti stoccati nei magazzini per i dipendenti: quando viene effettuato un ordine su Amazon, i dettagli vengono trasmessi su un mini computer al polso del dipendente che dovrà prendere la merce, metterla in una scatola e passare al compito successivo. Facile immaginare il motivo per il quale questa nuova tecnologia desta preoccupazione: aumenta ulteriormente la capacità dell’azienda di controllare i suoi lavoratori. «Amazon si è già guadagnata la reputazione di società che trasforma i dipendenti, pagati poco, in robot umani che lavorano vicino a veri e propri robot, portando avanti compiti ripetitivi di packaging il più velocemente possibile», scrive GeekWire, che ha visto il brevetto. Depositato nel 2016, è stato riconosciuto ufficialmente questa settimana, ma per il momento non è stato ancora adottato.
AMAZON, BRACCIALETTO PER LAVORATORI: PARLA POLETTI
Il braccialetto elettronico ideato da Amazon non è altro che uno strumento per il controllo a distanza del lavoratore. C’è già qualcuno che parla di «schiavismo del nuovo millennio». Il primo a intervenire è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il quale ha richiamato Amazon al rispetto della legge, ricordando che «si possono fare le cose che ammette la legge, quelle che non si possono fare sono quelle che vieta la legge». In merito al controllo dei lavoratori, la normativa prevede infatti che ci debba essere «un accordo con le organizzazioni sindacali e/o, dall’altra parte, un’autorizzazione delle autorità competenti». Dopo le polemiche innescate dalla notizia del brevetto sul braccialetto elettronico per i dipendenti, Amazon ha pubblicato un comunicato: «Non rilasciamo commenti relativamente ai brevetti. In Amazon siamo attenti a garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. La sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti sono la nostra priorità».