Elementi significativamente rilevanti che si sia trattato di omicidio volontario, dice la procura di Matera. Quale siano non si sa, ma sembrano svanire le ipotesi di morte per overdose accidentale e poi tentativo di sbarazzarsi del cadavere. Qualcuno, se non tutti e tre i nigeriani arrestati, ha ucciso Pamela, il motivo non si sa. Forse hanno cercato di abusare di lei che ha fatto resistenza. Di sicuro i tre si stanno accusando a vicenda per scaricare le colpe: Oseghale ha infatti cambiato versione dicendo che la droga non l’ha fornita lui ma Lucky. Il terzo, Desmond, dice di non essere mai neanche stato in quella mansarda. Fatta a pezzi per sviare le tracce? Sembrano ipotesi poco credibili, a meno che i tre non siano davvero stupidi. Per gli accertamenti tecnici ci vorranno dei giorni, mentre bisogna vedere se negli interrogatori ancora in corso prima o poi uno dei tre cederà e dirà la verità. Intanto oggi si è tenuta la manifestazione anti razzismo, dopo l’episodio dell’uomo che ha feriti sei migranti per vendicare la ragazza, oltre trentamila persone vi avrebbero preso parte con a capo il sindaco della città. Purtroppo nel corteo anche molti balordi che hanno gridato slogan a favore del dittatore comunista Tito, oggi che è la giornata delle foibe in cui si ricordano i martiri italiani massacrati dai partigiani comunisti in Friuli.



MACERATA PER LA PROCURA INCHIESTA CHIUSA, OMICIDIO VOLONTARIO

Sono tre i fermi nell’inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro. Dopo Innocent Oseghale, che si trova in carcere, sono stati fermati anche Lucky Desmond, inizialmente solo denunciato a piede libero, e un terzo nigeriano, Awelima Lucky, bloccato venerdì a Milano in Stazione centrale dai carabinieri. Con i tre fermi l’inchiesta è chiusa. Lo ha annunciato il procuratore Giovanni Giorgio. «Siamo stati costretti ad accelerare le indagini, uno stava scappando. Si parla di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. Abbiamo gravi elementi indiziari», ha dichiarato il procuratore a Tgcom24. Secondo la Procura ci sono «elementi significativamente rilevanti» che la morte di Pamela Mastropietro sia stata causata da un «omicidio volontario». Il procuratore Giorgio, uscendo dalla caserma dei carabinieri, ha aggiunto che i due ragazzi nigeriani fermati sabato non hanno però ammesso le loro responsabilità. (agg. di Silvana Palazzo)



OGGI POTREBBE SCATTARE L’ACCUSA DI OMICIDIO

Proseguono le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro: altri due nigeriani sono stati fermati e ora risultano indagati. Sta emergendo una vicenda dai contorni sempre più raccapriccianti. Stando a quanto riportato da Il Messaggero, la 18enne romana sarebbe finita nel mirino di un vero e proprio branco. Secondo i vicini di Innocent Oseghale, c’era un andirivieni di nigeriani, nello specifico di almeno tre o quattro persone. Un elemento importante dell’inchiesta riguarda il traffico telefonico sulle celle che agganciano i cellulari di quella zona. Da quel traffico telefonico potrebbero emergere dettagli importanti sulle ultime ore di Pamela Mastropietro. Dai tabulati, ad esempio, potrebbe emergere qualche dettaglio in più sul numero di persone presenti all’interno dell’abitazione. Il nigeriano fermato a Milano (l’altro è stato rintracciato a Macerata) potrebbe aver avuto un ruolo chiave nel sezionamento del cadavere. Gli investigatori sono convinti che più di una persona si trovasse in quella casa quando è scomparsa la ragazza. Secondo alcune indiscrezioni, riportate da Il Giornale, per i tre nigeriani coinvolti potrebbe scattare l’accusa di omicidio. 



MORTE PAMELA MASTROPIETRO: I SOSPETTI DEGLI INQUIRENTI

I due nigeriani fermati ieri sono stati interrogati a lungo nella notte scorsa dai carabinieri. In caserma ci sono anche i loro legali. Gli inquirenti sono finiti sulle tracce dei due uomini grazie ai risultati della seconda autopsia effettuata sul cadavere di Pamela Mastropietro, in particolare modo il modo in cui è stato sezionato. Gli inquirenti sono convinti che lo smembramento del corpo non possa essere stato eseguito da una sola persona e infatti sospettano che i due nigeriani rintracciati abbiano aiutato a sezionare e occultare il cadavere nelle due valigie poi abbandonate a Pollanza. I carabinieri stanno vagliando la posizione di altre persone e interrogando i sospettati per capirne spostamenti, posizione nelle ore in cui la 18enne è morta o è stata uccisa, così da verificarne gli alibi. Intanto oggi pomeriggio è previsto a Macerata un corteo contro il razzismo. «La prima attenzione è verso Pamela che dobbiamo portare nel cuore, verso i feriti. Il resto diventano momenti per manifestare che però non devono essere parole ma devono essere impegni. Diventa importante una coerenza», ha dichiarato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, a Radio Vaticana Italia.