Il tema delle baby gang a Napoli ha inaugurato in modo drammatico il nuovo anno, con numerosi episodi che hanno visto protagonisti episodi di estrema violenza messi in atto proprio da minorenni. Spesso, nel mirino delle baby gang ci sono proprio gli stessi coetanei, ma il fenomeno si è così diffuso negli ultimi mesi da seminare il panico in molti quartieri della città partenopea. Riparte da questo scottante tema, stasera, la puntata de Le Iene Show, con un servizio realizzato dalla iena Giulio Golia che torna a Napoli per indagare sul tema, con interviste toccanti. A parlare ai microfoni della trasmissione di Italia 1 sarà un minore, un ragazzino di appena 16 anni, membro di una baby gang. “Mi guardi in faccia?”, chiede il giovane all’inviato del programma. ” Non mi fido nemmeno di mamma e papà”, dice, replicando alla domanda di Golia che lo incalza a togliersi la maschera. Lui, a 16 anni, ammette di fare parte di un gruppo di coetanei violenti. “Baby gang o paranza?”, domanda l’inviato. “Come la volete chiamare voi. Voi ci chiamate in un sacco di modi. Baby gang, mafiosi, fuori di testa…”, dice il minorenne, rivendicando in questa circostanza la sua età: “Sono minorenne, chiamatemi come volete voi”. “Baby? E’ bellino come nome. Baby gang. Mi piace!”, dice soddisfatto a Giulio Golia. Loro però, si definiscono in un solo modo: “Ragazzi di strada”.
BABY GANG, INTERVISTA A PADRE ZANOTELLI (LE IENE SHOW)
L’argomento delle baby gang non è affatto nuovo in quanto già due anni fa la trasmissione Le Iene aveva condotto un’inchiesta molto forte, sempre ad opera di Giulio Golia, nel corso della quale aveva intervistato alcuni ragazzi, rigorosamente con il volto coperto, appartenenti ad una banda violenta. Questa volta, oltre a tornare a Napoli per raccogliere la testimonianza del 16enne, Golia ha incontrato anche Padre Zanotelli, un missionario colombiano e che da anni è in prima linea nella lotta contro la camorra. Il parroco opera nel difficile rione Sanità e alle telecamere de Le Iene ha spiegato la differenza tra le paranze e il fenomeno ormai sempre più dilagante delle baby gang. “Le paranze dei bambini sono gruppi che controllano il territorio per lo spazio della droga. Mentre quello che sta avvenendo adesso sono attacchi da parte di gruppi di ragazzini per nessuna ragione. Questo è quello che spaventa ancora di più. Ora a Napoli tutti hanno paura”, ha commentato il religioso.