Chissà se l’operatore telefonico del cellulare di Papa Francesco ha un’opzione/offerta particolare sulle telefonate: altro che giga infatti, le linee del Santo Padre sono sempre “frenetiche” con chiamate che di continuo vengono effettuate, in prima persona, verso fedeli che scrivono, chiedono un segno o anche solo una piccola preghiera. Ebbene, è toccato questa volta a quella mamma sarda che da anni lotta indomita per la salute e il futuro del “suo” ragazzo Mattia Montei. «Buongiorno, sono papa Francesco, ho ricevuto la sua lettera»: così mamma Luciana Gallus racconta a l’Unione Sarda quell’improvvisa e scioccante telefonata ricevuta questa mattina, Giornata Mondiale del Malato e festa della Madonna di Lourdes. Mattia è un ragazzo disabile 28enne ormai di Teulada, affetto da tetraparesi spastica dalla nascita: alle cronache nazionali la sua storia è balzata di recente per via della ostinata e sana testardaggine della madre (tra l’altro neanche naturale, visto che quella morì pochi mesi dopo la nascita di Mattia.



Luciana ha sposato il papà del ragazzo disabile ma lo ama proprio come se fosse suo figlio, ndr) che è arrivata a scrivere una lettera a Papa Francesco per un’ingiustizia vissuta. Nella missiva indirizzata in Vaticano, la donna accusava lo Stato e le istituzione regionali di averla dimenticata, anche solo per l’acquisto di un letto ortopedico per il quale aveva chiesto aiuto alla Regione, ricevendo meno di quanto servisse ad acquistarlo. Luciana chiedeva semplicemente al Papa di pregare per loro e aiutarli con il suo sostegno paterno per il futuro complesso di questo ragazzo semi paralizzato. «Papa Francesco ha chiesto di conoscere la storia di Mattia», racconta ancora Luciana Gallus, quasi con le lacrime per la sorpresa incredibile fatta dal Santo Padre proprio nel giorno dedicato a tutti i malati.



IL PRIMATO DELLA COMPASSIONE

«Ha detto che pregherà per noi e per tutti i malati», ha spiegato all’Ansa mamma Luciana, «Alle 9 in punto è squillato il telefono – racconta all’ANSA Luciana – inizialmente non avevo capito, poi appena il Santo Padre ha parlato ho compreso che non era uno scherzo e mi sono emozionata». Luciana Gallus ha sposato anni fa il padre di Mattia Montei e da allora lo ama come s fosse suo figlio: «i figli sono di chi li cresce, Mattia è una scelta del cuore, una scelta d’amore», spiega ancora la donna dalle mille battaglie. Il 28enne non vede, non parla e non cammina e necessita di essere accudito costantemente: un impegno gravoso e reso ancora più complicato dalla poche coperture della sanità pubblica e regionale. «A settembre ho fatto richiesta alla Regione ma mi sono sentita abbandonata dall’istituzione: mi hanno messo a disposizione solo 1.100 euro che non erano sufficienti a comprare il nuovo letto. Non ho accettato questa decisione e ho deciso di lottare. Non è per problemi di soldi, ma è stata una questione di principio. I tagli fatti dalla Regione creano problemi a tante famiglie di disabili. Così ho scritto anche al Santo Padre per raccontare la mia storia e chiedere di pregare per noi».



È stata ricevuta in udienza 20 anni fa da Papa Giovanni Paolo II e poi anche da Benedetto XVI, ora la chiama Papa Francesco: tre papi, una costante lotta quotidiana e una fede che nonostante i drammi della vita non vacilla. Come ha detto oggi il Santo Padre nell’Angelus, c’è bisogno nel mondo di ancora più compassione «Non si capisce l’opera di Cristo, non si capisce Cristo stesso, se non si entra nel suo cuore pieno di compassione. Il servizio della Chiesa ai malati e a coloro che se ne prendono cura deve continuare con sempre rinnovato vigore, in fedeltà al mandato del Signore e seguendo l’esempio molto eloquente del suo Fondatore e Maestro».