Secondo la lunga ricostruzione del gip di Milano, la giovane Jessica voleva realmente fuggire da quella casa dopo essersi sentita più volte approcciata e trattata con subdole e fastidiose avance sessuali. Prima del bigliettino con l’esplicita richiesta di prestazioni carnali, già più volte Jessica Faoro era stata avvicinata da Garlaschi con atteggiamenti ambigui tendenziosi: per questo aveva chiamato i carabinieri pochi giorni prima della sua ultima terribile giornata su questa terra. Pare che il tranviere non accettasse più la respinta delle sue avance e non ci abbia più visto: su questo il gip e l’intero corso delle indagini dovrà stabilirne verità o eventuale altro movente, ma intanto la posizione del tranviere Atm si complica sempre di più. «Gli ambigui comportamenti tenuti da Garlaschi sono stati particolarmente significativi al fine di fare luce sul movente della brutale e mortale aggressione di cui è stata vittima che potrebbe essere stata preceduta da un approccio di natura sessuale respinto dalla ragazza», conclude l’ordinanza del gip Anna Calabi.
IL BIGLIETTO CON LE AVANCE A JESSICA
Un biglietto, con la calligrafia di Alessandro Garlaschi e una sorta di “confessione” sul movente che lo ha portato a uccidere barbaramente la giovanissima ragazza Jessica Faoro, uccisa a Milano la scorsa settimana nell’ormai famoso appartamento di via Brioschi. «Ciao bimba sai che tvb. E ci tengo un casino a te! Stasera spero che mi starai facendo qualcosina oltre al dvd, ma devi fare tutto tu e dirmi quando iniziare», si legge nel biglietto scritto dal tranviere e destinato alla giovane Jessica, spaventata per quelle eccessive attenzioni del suo datore di lavoro e proprietario di casa. Per questo motivo vi sarebbe un «chiaro interesse sessuale verso Jessica Valentina Faoro», secondo il gip che ha firmato l’ordinanza di convalida del fermo di Garlaschi, reo confesso dell’assassinio di quella bella studentessa dal passato burrascoso e in cerca di un luogo dove vivere serenamente. Secondo sempre la gip Anna Calabi, dopo attenta reazione del medico legale, la ragazza sarebbe stata colpita da 40 coltellate in una furia omicida che non corrisponde con le motivazioni date dal Garlaschi – «abbiamo litigato per un film e lei mi ha puntato un coltello addosso, io lìho fermata e ho rigirato il coltello» – sulla morte della 19enne.
IL TRANVIERE VOLEVA FUGGIRE ALL’ESTERO
È stato così arrestato in attesa di processo il tranviere Atm, per il suo «concreto e attuale pericolo di fuga»: il piano prevedeva, sempre secondo il gip di Milano, di uccidere, fare sparire il cadavere e poi tentare la fuga all’estero. «Garlaschi ha agito con determinazione atteso il numero di fendenti inferto alla vittima e con lucidità ha gestito la fase successiva rimanendo presso l’abitazione alcune ore ove ha inizialmente tentato di cancellare le prove del delitto e pensato di occultare il cadavere della vittima e di disfarsene come riferito dallo stesso indagato», conclude l’ordinanza del gip Calabi. Nel provvedimento si osserva inoltre che il tranviere ha provato anche a sbarazzarsi di «oggetti erotici» contenuti in due plichi a lui indirizzati. Dvd di cartoni animati, maschere e frustini facevano parte delle ossessioni del tranviere killer; non ci è riuscito e questi oggetti confermano, per gli inquirenti, che si tratti di un soggetto pericoloso e con il chiaro intento a sfondo sessuale per quella bella e giovane ragazza che viveva nello stesso appartamento. Pare poi che Jessica aveva già chiamato i carabinieri nella notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio – è stata uccisa la mattina del 7 febbraio – perché voleva lasciare la casa di Garlaschi dato che «le aveva accarezzato il braccio spaventandola, sia perché lui le aveva raccontato di avere avuto in passato rapporti occasionali con altre donne, sia per il rapporto ambiguo che l’uomo aveva con la sorella, a riscontro del fatto che Garlaschi aveva presentato a Jessica quella che in realtà era la propria moglie», si legge sempre nell’ordinanza pubblicata dal Corriere della Sera in ampi stralci.