E’ avvolto nel mistero il movente dietro il terribile duplice omicidio avvenuto in Brianza, a Ornago e che ha portato al fermo di un uomo, il 75enne Paolo Villa. L’anziano avrebbe ucciso la sorella 85enne e la nipote e avrebbe poi dormito per oltre due settimane con accanto i corpi senza vita delle due donne. Come riporta Fanpage nell’edizione milanese, ancora non è chiaro il motivo del folle gesto né quando sarebbe avvenuta l’uccisione. Certamente non prima di due settimane fa, anche alla luce delle testimonianze dei vicini di casa che avevano già riconosciuto il forte odore causato dai due corpi ormai in stato di decomposizione. Ignota anche l’arma, non ancora ritrovata. Gli esperti avrebbero setacciato l’intero appartamento alla ricerca di risposte che, almeno da parte dell’uomo tardano ad arrivare. Villa appare infatti confuso e al momento avrebbe preferito il silenzio. Cosa si nasconde dietro quel muro che l’uomo ha innalzato attorno a sé? Gli amici hanno riferito anche di un grande cambiamento negli ultimi tempi, in particolare Paolo era passato dall’essere un uomo molto generoso ed attento ai bisogni degli altri ad un uomo che aveva preferito affogare nell’alcol i suoi dispiaceri. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PAOLO VILLA: CHI È IL PRESUNTO ASSASSINO

Potrebbe essere avvenuto a fine gennaio, se non addirittura prima, il duplice omicidio di Amalia Villa e della figlia Marinella Ronco, trovate senza vita nella loro abitazione. La stessa nel quale continuava a vivere anche Paolino Villa, il 75enne presunto autore dei due delitti di Ornago, in provincia di Monza. I corpi delle due donne adagiati sul pavimento della camera da letto ed il sangue ancora sparso nell’appartamento al secondo piano. La macabra scoperta è stata una mera casualità. Lo scorso sabato, come riporta Corriere.it, Paolo Villa si è sentito male mentre si trovava al bar poco lontano dalla sua abitazione. Per questo, quando un amico è corso per allertare la sorella Amalia, di 85 anni e la nipote Mariella, di 52, ha atteso invano che qualcuno gli aprisse. Per questo si è rivolto al vicino del piano di sotto, Viero Chiarini, colui che poi ha compiuto la scoperta choc: “Sono stato io a vederle, sono sconvolto ho dovuto chiamare una psicologa”, dichiara oggi. Da almeno due settimane i condomini lamentavano l’odore di morte che si sentiva in tutto il palazzo e che arrivava proprio dall’appartamento di Villa. Nessuno però avrebbe mai potuto credere ad un epilogo così drammatico, forti anche della grande riservatezza delle due vittime, in particolare la figlia, molto restia persino ad uscire di casa. A badare alla famiglia era invece la madre, della quale oggi i vicini raccontano: “Non si vedeva da un po’, tre settimane fa era caduta in piazza, qui vicino. Non stava bene”.



MADRE E FIGLIA UCCISE IN CASA: I SOSPETTI DEI VICINI

Nei ricordi degli abitanti di Ornago, oggi resta intatto quel “periodo un po’ balordo” di Paolo Villa. “Non dava mai fastidio, non alzava mai la voce”, ricordano gli amici, gli stessi che lo accompagnavano spesso a casa perché faceva fatica a camminare a causa del vizio del bere che da qualche tempo lo accompagnava. Se infatti fino a pochi mesi fa Paolino era colui che aiutava gli altri e si prodigava per i più bisognosi, da qualche tempo era cambiato e l’episodio cardine fu rappresentato da un incidente che l’uomo ebbe in auto. Dopo essere stato sottoposto all’alcol test gli fu ritirata la patente e per lui da quel momento la vita si era fermata. Negli ultimi tempi avrebbe addirittura smesso di curarsi e lavarsi, lui che soffre di diabete ma che non seguiva una cura. “È come se lui che ha sempre aiutato tutti non fosse riuscito a chiedere aiuto. Come se non ne volesse”, racconta una vicina di casa. Nei suoi confronti il pm ha emesso il fermo per duplice omicidio, ma lui resta in silenzio, senza riuscire a spiegarsi quanto accaduto. L’arma del delitto non sarebbe ancora stata trovata mentre emerge un altro particolare che confermerebbe come la morte di madre e figlia sia sopraggiunta da tempo: “Lui usciva senza le chiavi di casa. Tornava e citofonava un po’ a tutti, finché qualcuno apriva. E magari lo aiutava a risalire”. Da qualche tempo però, ciò non accadeva più: nessuno, dal suo appartamento, poteva più rispondere.

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