Un maxi scandalo che rischia di provocare uno “tsunami” nella Ong che da anni partecipa alle missioni umanitarie in Haiti dopo il terribile terremoto del 2010: sul Times e sull’Observer una lunghissima inchiesta giornalistica ha portato la Oxfam sotto attacco mediatico in queste ultime ore. L’organizzazione non governativa è letteralmente nella tempesta dopo che l’indagine ha svelato e comprovato come nel 2011, in piena missione umanitaria, alcuni dirigenti e dipendenti pagavano e ingaggiavano baby prostitute (anche notevolmente minorenni) per orge e festini sessuali di pessimo gusto e “opportunità”, in piena emergenza umanitaria. Chi doveva soccorre i giovanissimi rimasti spesso senza casa e senza genitori dopo la tragedia del sisma, pensava invece a come organizzare orge “perfette” e in cui potrebbero essere implicate anche altre ong. Oggi il governo inglese incontrerà i responsabili della Oxfam per capire come agire sullo scandalo sessuale: «Do loro l’opportunità di dirmi di persona cosa hanno fatto dopo questi eventi e vedrò se dimostrano le qualità morali di cui credo abbiano bisogno», ha detto alla BBC il ministro dello Sviluppo internazionale Penny Mordaunt.
LE AMMISSIONI DELLA ONG INGLESE
Oxfam ha preso la decisione completamente sbagliata omettendo di dettagliare la natura delle accuse contro i suoi dipendenti alle autorità e alla Charity Commission», ovvero l’istituzione britannica che controlla le organizzazioni umanitarie. La Ong inglese è una confederazione di organizzazioni umanitarie e ora rischia seriamente di vedere ridotti, se non del tutto azzerare, i finanziamenti per le altre missioni umanitarie. Come riporta giustamente il Corriere della Sera, Oxfam riceve ogni anno 300 milioni di sterline di finanziamenti: gli stanziamenti arrivano dal governo britannico – secondo il Guardian l’anno scorso 34 milioni di sterline, 38 milioni di euro – e da altri enti internazionali come Unione Europea, Oms, agenzie delle Nazione Unite e donazioni private. «Non è sufficiente essere inorriditi dal comportamento del nostro ex staff, dobbiamo imparare da questo e lo faremo, e usarlo come traccia per migliorare», ha spiegato Caroline Thomson, chair of trustees di Oxfam. Ci sarebbero poi anche altri 10 casi in Save the Children che però ha subito replicato, «abbiamo segnalato ai media e licenziato»; quello che emerge però dall’inchiesta del Times sembra coinvolgere ad ampio raggio altre Ong presenti ad Haiti con diversi dipendenti “impegnati” nelle orge serali con alcune minorenni più vicine ai “ten” che non ai “twenty”.
Our statement on Haiti and Chad. Let us be clear: their behavior was and still is totally unacceptable – an appalling mark against the high values we set for ourselves at Oxfam. https://t.co/odiDBHOU2J
— Oxfam International (@Oxfam) 11 febbraio 2018