Era solito diagnosticare malattie, anche gravi, ai suoi pazienti mediante l’uso di un pendolino. Ha dell’incredibile la storia di un laureato in medicina ma non iscritto all’albo professionale, che era solito esercitare l’attività di medico appoggiandosi allo studio della compagna ad Abbadia San Salvatore (Siena). A ricostruire questa storia piena di coni d’ombra sono stati i carabinieri dopo le denunce dei genitori di alcuni piccoli pazienti. Stando a quanto riportato da Il Tirreno, il sedicente medico era tornato in Italia dopo un lungo periodo di permanenza all’estero e a novembre, sfruttando l’iscrizione all’albo della donna, avevano aperto uno studio medico alle pendici del Monte Amiata. Sarebbero almeno 7 gli episodi in cui l’uomo si sarebbe affidato l suo pendolino per diagnosticare malattie, anche a piccoli pazienti, proponendosi per curarle attraverso non meglio specificate “terapie tattili”.



DUE MEDICI INDAGATI

Sulla vicenda è intervenuto anche Roberto Monaco, presidente dell’ordine dei medici di Siena e segretario nazionale della federazione medici italiani, che all’Ansa ha dichiarato:”Sono cose che nulla hanno a che fare con la scienza e con l’esercizio della professione medica“. Monaco ha continuato: “Non possiamo permettere che ciò avvenga”, specificando come queste pratiche “siano fuori dal mondo che la scienza ci impone, cioè l’evidenza. Il nostro albo deve garantire che la salute dei cittadini sia garantita da professionisti: saremo al fianco della giustizia”.  Tanto l’uomo quanto la moglie risultano indagati e sono stati deferiti all’autorità giudiziaria e all’albo dei medici per esercizio abusivo della professione. La donna in ogni caso, come riportato da Pomeriggio 5, ha respinto ogni addebito parlando apertamente di “una congiura” e rimarcando di essere laureata dal 1989. 

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