La morte di Totò Riina, avvenuta lo scorso 17 novembre, ha acceso un dibattito che riguarda da vicino la popolazione italiana. È implicito che il decesso del Capo dei capi, per quanto ritenuto uno dei più feroci e spietati, non spegnerà di colpo le fila della mafia. Non va sottovalutato quanto sta accadendo nel sotterranei del nostro Paese, in cui si sta avviando una riorganizzazione di Cosa Nostra, alla ricerca di una nuova guida. Secondo alcuni potrebbe addirittura comportare una guerra fra i diversi clan per contendersi la successione, soprattutto perché potrebbe non essere ancora stato stabilito un nome certo. Le ipotesi tuttavia sono tante, sottolinea l’Adnkronos, anche se va ricordato che la mafia non ha di certo aspettato la morte del boss prima di muoversi in questa direzione. La successione quindi potrebbe esserci già stata. Questa sera, mercoledì 14 febbraio 2018, Le Iene approfondiranno il toto-nomi sul successore di Totò Riina all’interno della nuova puntata, grazie al servizio di Filippo Roma. L’inviato andrà in Sicilia per poter carpire qualche informazione in merito, soprattutto per verificare quali siano attualmente le voci che circolano sul possibile successore al ‘trono’ di Cosa Nostra. Le ipotesi spaziano fra uno scenario più ottimista, che vede impossibile la sostituzione completa di Riina per via della sua centralità e carisma, ed uno meno positivo che ruota attorno ad alcuni nomi importanti della mafia. Si parla infatti soprattutto della possibilità che Matteo Messina Denaro, ad oggi ancora latitante, possa essersi già mosso per prendere posto alla guida di Cosa Nostra.
Il “toto-boss”
Il nome di Giovanni Grizzafi come possibile successore di Totò Riina nel ruolo di leader di Cosa Nostra è fra i più quotati degli esperti del settore. Si tratta infatti del nipote del defunto boss mafioso, conosciuto con il nome di Messia, e parte dei corleonesi. Un clan che di certo non intende mettersi da parte di fronte ad una presunta guerra per la successione. Grizzafi tra l’altro è stato scarcerato l’anno scorso per aver concluso l’ultima condanna. Secondo il Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, si tratterebbe dell’unica figura all’interno del clan dei corleonesi in grado di avere il carisma adatto per diventare il nuovo Capo dei capi. Ai suoi occhi, ha riferito in un’intervista a Il Corriere della Sera, Matteo Messina Denaro potrebbe invece non avere alcun interesse a ricoprire il ruolo di boss di Cosa Nostra, soprattutto per mancanza di uomini in grado di supportarlo in questo ruolo. Non si esclude inoltre che si possa ritornare ai tempi delle stragi, un’ipotesi avanzata dallo stesso Riina durante il suo periodo in carcere ed avvallata dalle parole del pentito Vito Galatolo. Messina Denaro avrebbe infatti in passato l’ordine di fare un attentato al pm Nino Di Matteo, tragedia evitata solo grazie all’arresto degli esecutori materiali. A lungo tra l’altro la Cupola era rimasta inattiva per via dell’incarcerazione di tutti i capi mandamento, operazione che ha impedito il ritorno al terrore. Secondo alcune intercettazioni inoltre, prima di poter riorganizzare i vertici di Cosa Nostra si sarebbe dovuto attendere il decesso dei vecchi leader corleonesi.