Il padre di Roberto De Luca, intervistato brevemente dal Tg La7 ha commentato lapidario, nel suo stile, le indagini contro il figlio assessore a Salerno: «Cari ragazzi, pensate alle giovani generazioni e agli asili nido e non vi preoccupate delle effervescenze». Ma c’è chi addirittura è convinto che dietro alla vasta inchiesta sugli appalti dei rifiuti vi sarà anche il nome del Governatore Campania: lo dice oggi Roberto Fico, parlamentare M5s e candidato alle prossime Politiche proprio in Campania. «Credo che la famiglia De Luca sia patriarcale e che, se venisse confermato che il figlio lavorava nella gestione illecita di rifiuti, ci sia anche il padre di mezzo», attacca il leader della minoranza grillina e presidente della Commissione di Vigilanza della Rai. Fico attacca anche la Meloni, tramite il membro di FdI Passariello anche lui coinvolto nell’inchiesta di Napoli, e piazza la “critica” generale a tutti partiti coinvolti in questa indagine, l’ennesima sui rifiuti in Campania: «Se tutto ciò che trapela dall’inchiesta venisse confermato – aggiunge – sarebbe di una tale gravità che dovrebbero dimettersi tutti coloro che sono coinvolti. Occorre far comprendere ai campani che ci sono ancora partiti politici che lavorano in combutta con la criminalità e con industriali che vogliono sversare illegalmente i rifiuti nella nostra regione, a basso costo perché a nero».
ACCORDI SU ECOBALLE, I FILMATI
Come spiegavamo nel lancio questa mattina, Roberto De Luca è indagato anche se non soprattutto per alcuni filmati apparsi sul quotidiano online Fanpage dove sarebbe ripreso mentre prende accordi con un finto imprenditore (giornalista sotto copertura) sugli appalti per le ecoballe. Nelle immagini acquisite, spiega Il Fatto Quotidiano, «si fa riferimento a un accordo da chiudere sulle ecoballe, con Nunzio Perrella (ex boss di Camorra) che si presenta come imprenditore intenzionato a smaltire i rifiuti campani». In sostanza, si vedrebbe si vede l’ex boss di camorra con un consulente del lavoro che avrebbe fatto come una sorta di intermediario tra lo stesso Perrella e il commercialista De Luca, figlio del Governatore e assessore a Salerno. Arriva intanto un primo commento del Presidente dell’AntiCorruzione, Raffaele Cantone, proprio sull’ennesimo caso di appalti rifiuti in Campania: «È evidente che c’è un pezzo di impresa collusa, di criminalità organizzata che continua a fare gli affari. E un pezzo di pubblica amministrazione che è disponibile, pur di fare affari e non preoccuparsi dell’inquinamento. É la cosa che in questa fase mi preoccupa di più».
INDAGATO IL FIGLIO DI DE LUCA
Campagna elettorale ancora una volta agitata dalle inchieste della magistratura: questa volta a finire nel ciclone è il figlio di Vincenzo De Luca, Roberto – attenzione, non è Piero, candidato per il Pd in Campania – con il Partito Democratico e, come vedrete qui sotto, anche Fratelli d’Italia che temono per una larga inchiesta ancora con firma Henry John Woodcock (assieme ai procuratori Giovanni Melillo, Giuseppe Borrelli e i pm Sasso del Verme, Sergio Amato, Celeste Carrano). Il tema è sempre il solito: appalti sui rifiuti in Campania, una storia infinita e un fittissima presenza di inchieste che segnano il cammino di uno dei più gravi problemi che affliggono la regione campana. Ieri sera Roberto De Luca, assessore al bilancio nel comune di Salerno, si è visto perquisire la propria abitazione e uffici in merito alla decisione della Procura di Napoli che indaga per corruzione su larga scala. «Magistrati indagano su un video realizzato dalla testata giornalistica Fanpage in cui De Luca discute con un soggetto presentatosi come un imprenditore che si proponeva per un appalto di smaltimento delle ecoballe», spiega Repubblica Napoli che dà notizia anche di un altro filone di indagini che svela alcuni appalti sospetti della società regionale per l’ambiente Sma.
INDAGATO ANCHE IL BRACCIO DESTRO DI GIORGIA MELONI
Proprio per questo secondo filone, è indagato tra gli altri il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e braccio destro di Giorgia Meloni, Luciano Passariello. Ancora una volta a pochi giorni dalle Elezioni, la Campania – dopo le indagini già partite ieri sul voto di scambio – vede nuove bufere politiche con più partiti coinvolti. «Che Luciano Passariello è indagato l’ho saputo oggi, ora cercherò di capire cosa è accaduto, sono rigida e credo nello stato di diritto, non ho problemi, se si dovesse scoprire che non era una persona degna, di prendere le conseguenti determinazioni – il commento della leader di FdI, Giorgia Meloni in una nota -, ma spero che questa indagine finisca come tutte le indagini di Woodcock, con un nulla di fatto». Intanto però la Procura si lancia in ipotesi di reato gravissime, corruzione aggravata dalla finalità mafiosa, corruzione e finanziamento illecito dei partiti. Il Pd invece teme su due fronti: Roberto è il probabile prossimo candidato al comune di Salerno per provare a seguire le orme del padre Vincenzo, mentre il fratello Piero è candidato Pd alle prossime Elezioni del 4 marzo: si rischia l’ennesimo terremoto politico e già in tanti mettono sotto accusa la Procura per un’ennesima “indagine ad orologeria”. Come spiega ancora Repubblica, «Il lavoro è stato condotto con estremo riserbo dal pool di magistrati coordinati dal procuratore capo Giovanni Melillo e dal procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, e si è incrociato con l’imminente pubblicazione di alcuni video realizzati dalla testata on line Fanpage», con il rischio di aver “inquinato” le prove e il percorso investigativo dei magistrati.