Secondo le informazioni raccolte dai colleghi de Il Resto del Carlino, nella cantina esplosa alla periferia di Bologna sono stati ritrovati materiali sia della Seconda Guerra Mondiale che successivi con i quali la vittima probabilmente stava “armeggiando” poco prima del boato violentissimo. In particolare, sono state trovate due cassette grigio-verdi militare con dentro nastri di munizioni da mitragliatrice calibro 7.62 della Nato. Sono stati poi rinvenuti anche resti di un metal detector che l’uomo avrebbe usato per cercare eventuali residuati bellici a Bologna e nelle campagne. L’allarme è concluso e il cadavere di Romagnoli è stato portato via, mentre i Vigili del Fuoco hanno confermato che i locali e la palazzina sono agibili e non vi sono pericoli di nessuna forma dopo l’esplosione avvenuto in cantina.
ESPLOSINE IN UNA CANTINA IN PERIFERIA
Si chiamava Fiorenzo Romagnoli e purtroppo questo pomeriggio, attorno alle 13, è saltato in aria nella sua cantina dopo la grave esplosione avvenuta a Bologna in via Canonici. Le cantine della palazzina alla periferia della città emiliana sono state invase da un potente fumo nero e in un attimo la deflagrazione a molti nelle vicinanze ha fatto sembrare lo scoppio di una bomba: non si tratta però neanche di una fuga di gas, dalle prime ricostruzioni, bensì proprio dal materiale con il quale Romagnoli stava lavorando nelle zone sotterranea della palazzina di zona San Raffilo, Come spiega il Resto del Carlino, «la vittima era un appassionato di armi e, dalla prima ricostruzione, stava lavorando su alcuni proiettili quando c’è stato lo scoppio, che oltre alle munizioni avrebbe fatto saltare in aria anche una bottiglia di solvente che era lì vicino». Esplosione violentissima che non solo ha ucciso l’uomo all’istante ma anche fatto crollare un muro divisorio tra le cantine e con danni che potevano anche essere peggiori se solo non fossero state tenute le porte aperte. In quel modo invece l’aria è riuscita a spostarsi e non si è provocato un vuoto d’aria violento che avrebbe potuto minare le basi anche dei primi del palazzo.
LAVORAVA CON MATERIALE BELLICO CHE COLLEZIONAVA
Un vicino ha dato l’allarme appena sentito lo scoppio dalla cantina: la vita di Fiorenzo purtroppo era già compromessa e a nulla sono serviti i soccorsi giunti in pochi minuti. I pompieri hanno messo in sicurezza l’area, staccando temporaneamente gas ed elettricità, ma l’edificio di tre piani è stato dichiarato agibile, spiega ancora il Resto del Carlino che ha anche raccolto alcune voci dei vicini; pare che Romagnoli fosse molto conosciuto nella zona perché aveva un negozio di biciclette nel quartiere e in tanti avrebbero riportato anche la sua smodata passione per il materiale bellico. Al momento vengono escluse le piste di “tentato terrorismo” come del resto di suicidio; pare sia proprio una tragica e fatale accidentalità quella successa nella cantina bolognese. Nella casa, subito perquisita dopo il ritrovamento del cadavere di Romagnoli, tutto è stato trovato in ordine; gli investigatori hanno rinvenuto il gatto dell’uomo e diverso materiale bellico da collezionismo. A quanto apprende Repubblica Bologna, l’uomo stava armeggiando con alcuni proiettili e forse con degli agenti chimici che potrebbero poter aver generato l’esplosione improvvisa; su questo gli inquirenti proseguono nelle indagini e condurranno i primi test scientifici sulla scena della tragedia.