Evitiamo la “spettacolarizzazione” che ormai di “default” viene corredata alle “imprese” di Igor il Russo, ma proviamo comunque a raccontare quello che il criminale efferato arrestato in Spagna dopo l’ennesima strage sta narrando ai magistrati di Alcaniz dopo la cattura. «Sono arrivati in Spagna il 21 settembre con la mia bicicletta»: sì, proprio così, Norbert Feher (questo il suo vero nome) sostiene di aver raggiunto la “terra promessa” dopo la latitanza in Italia con una semplice bici. Il serbo ex militare è accusato di tre omicidi nel Paese iberico e di almeno altri due in Italia, commessi ad aprile 2017 tra le province di Bologna e Ferrara, costate la vita al barista Davide Fabbri e alla guardia volontaria Valerio Verri. Così oggi La Nuova Ferrara introduce il racconto giunto dai giornali spagnoli sulle parole nell’interrogatorio di “Igor il Russo”. Il killer senza pietà ha assunto 23 identità diverse nella sua lunga latitanza e quando è giunto in Spagna avrebbe anche lavorato per qualche mese nella raccolta della frutta a Lerida (in zona Valencia) prima di recarsi a Teruel dove sarebbe stato da fine novembre o inizio dicembre. È proprio lì dove poi ha ucciso due agenti della Guardia Civil e due allevatori e dove è stato fermato finalmente dal lavoro congiunto della polizia italiana, spagnola ed europea.
FACEVA PARTE DI UNA BANDA?
Secondo il racconto di Feher la sua “romanzata” fuga sarebbe continuata verso Valencia dove aveva alcune conoscenze legate a precedenti penali in Italia: come spiega La Nuova Ferrara, «La polizia locale aveva sospetti su un’ipotetica presenza nel Paese da luglio e questo anche perché il 4 luglio a Manises, nella regione di Valencia, fu identificato un italiano, un vecchio compagno di cella del serbo. Durante il controllo di routine, l’uomo disse che era in vacanza, ma da verifiche più approfondite, attraverso il sistema “Sirene”, regolato dagli accordi di Shengen, emerse un collegamento passato tra l’italiano e Igor». Proprio per questi dettagli la polizia iniziò a sospettare che Igor-Norbert fosse in Spagna a fuggire dalla giustizia: pare, sempre secondo i magistrati spagnoli che continuano ad indagare sulle frequentazioni di “Igor il Russo”, che ai carabinieri di Bologna fosse arrivata una segnalazione della “Unidad de drogas y crimen organizado” che spiegavano come Norbert Feher potesse essere affiliato ad un “gruppo criminale d’élite” che ha fatto entrare dal nord Africa pericolosi estremisti islamici.