Alessandro Chiesi, presidente di Parma, io ci sto!, associazione di imprenditori che ha sostenuto la candidatura di Parma come Capitale della Cultura 2020, ha espresso soddisfazione per la vittoria, sottolineando anche l’impegno dell’associazione per il raggiungimento di questo obiettivo. Queste sono state le sue dichiarazioni pubblicate dal sito de La Repubblica: “L’associazione Parma, io ci sto! è felice e profondamente orgogliosa di questa vittoria. Abbiamo lavorato moltissimo negli ultimi due anni come associazione e come città, dando vita ad un vero e proprio lavoro di team che oggi ha dato i risultati sperati e meritati. Oggi come non mai siamo fieri di essere parmigiani e non vediamo l’ora di partire con questa nuova importantissima occasione per tutti”. L’associazione Parma, io ci sto!, stando a quanto riporta il sito ufficiale, è nata nel 2016 con cinque soci promotori: Chiesi, Guido Barilla, Andrea Pontremoli, l’Unione Parmense degli Industriali e Fondazione Cariparma. (Aggiornamento di Fabio Morasca)



LE DICHIARAZIONI DI COLDIRETTI PIACENZA

Del grande successo di Parma come Capitale della cultura del 2020 ha parlato anche Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza che sottolinea come anche per quest’ultima sia una grande occasione. Come riportato da Piacenza 24.eu questi ha sottolineato: “La proclamazione di Parma a Capitale italiana della cultura per il 2020 è un grande opportunità anche per Piacenza. Nelle scorse settimane le tre finaliste emiliane Parma, Piacenza e Reggio Emilia si sono impegnate a una collaborazione stretta per favorire ricadute turistiche sull’Area vasta della destinazione turistica Emilia. L’obiettivo è quello di valorizzare sempre più l’attratiuvità dall’Italia e dall’estero”. Sicuramente c’è la sensazione che con questa proclamazione di Parma ci siano quindi dei ritorni per tutta l’Emilia Romagna e più in generale per il nostro paese che mostra con aria fiera le splendide opere che la circondano e rendono viva. (agg. di Matteo Fantozzi)



PIZZAROTTI: “32 PROGETTI PER IL FUTURO”

Alla Gazzetta di Parma il sindaco della nuova Capitale della Cultura 2020 ha voluto mandare un ulteriore commento dopo la “decisione” partorita dal Ministero che ha premiato il grande progetto della capitale del tortellino. «Ora posso davvero dirlo: è stato un lavoro corale, intenso, difficile, appassionato e incessante. Un grande lavoro che ha compiuto insieme tutta la città. Nessuno escluso, e quando Parma resta unita non la batte nessuno. Nessuno. Una città che ha marciato compatta donando tutte le sue energie e le sue forze per ottenere questo importante riconoscimento, giorno e notte impegnata su questa sfida», si dice soddisfatto Pizzarotti, che poi sottolinea nei ringraziamenti il grande lavoro svolto da «l’assessorato alla Cultura, le forze imprenditoriali e produttive, l’Università, il comitato scientifico di #Parma2020, le associazioni, i parmigiani stessi, la mia Giunta e tutti i dipendenti comunali che insieme a noi hanno lavorato al grande progetto».



Sono in tutto 32 i progetti preparati da Parma nel pacchetto di candidatura per la Capitale della Cultura – dal titolo “la cultura batte tempo” – e si fonda su quattro grandi “pilastri” che sono produzioni, cantieri, rassegne ed esposizioni. L’intento è chiaro ed è quello di poter creare “business culturale” e aumentare il grande capitale già presente in città tra mostre, produzioni e iniziative. «Quello pilota – spiega l’assessore Guerra – è certamente l’intervento previsto nell’Ospedale Vecchio che sarà al centro di tutto come luogo di futuro della memoria. Uno spazio che siamo certi rivitalizzerà l’intero quartiere Oltretorrente perché farà in modo che le persone frequentino e vivano sempre di più quell’architettura che diverrà multimediale. Lì, negli archivi dove la città ha le sue radici, Parma si riappropria della propria storia in un’ottica di contemporaneità». 

“UN CAMBIO DI PASSO DELLA POLITICA”

Il sindaco è soddisfatto e con lui tutte le anime dell’opposizione presenti in città: per un giorno Parma “naviga” dalla stessa parte e nella stessa direzione, promuovere la straordinaria richiusa culturale, sociale, culinaria per un 2020 all’insegna dei riflettori puntati da tutta Italia ed Europa. «Questa è una grande possibilità. Abbiamo la consapevolezza di aver creato un’idea di città che ha messo tante persone intorno a un tavolo», torna ad affermare il sindaco Pizzarotti appena dopo la consegna della nomina da parte del Mibac. Un progetto vincente di collaborazione “bipartisan” che ha convinto un po’ tutti, insieme alla felice coniugazione del pubblico e del privato, senza prevaricazioni o “gelosie”. «Parma capitale della cultura 2020: un altro riconoscimento alle bellezze, al patrimonio, alle eccellenze della nostra terra. Federico Pizzarotti andiamone fieri», scrive sui social il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini (Pd). Secondo invece il capogruppo della Lega in Consiglio Comunale, il risultato di Parma Capitale della Cultura è da condividere con tutti: «Sin dalla presentazione del progetto, la Lega ha sostenuto la candidatura della nostra città a Capitale della Cultura 2020. Lo abbiamo fatto perché Parma è più importante delle differenze tra maggioranza e opposizione. La vittoria è un successo di tutta la città e del suo territorio: dall’Amministrazione per arrivare al capillare sistema culturale e associativo dei parmigiani. Questa volta bisogna fare i complimenti a tutti, esperti e appassionati, per aver saputo costruire una proposta credibile e stimolante. Parma 2020 è una grande occasione che non possiamo permetterci di non capitalizzare al massimo».

SOLIDARIETÀ TRA CULTURE DIVERSE

Sono sicuramente belle soddisfazioni per la città interessata, ma chissà quanti italiani sanno ad esempio qual è la capitale della cultura attuale, del 2018. La nomina infatti dopo un primo periodo di entusiasmo, da quando si cominciò nel 2014, oggi sembra interessare poco, una onorificenza che rischia di significare un premio per i cittadini della città prescelta, e poco più, milione di euro a parte naturalmente che viene consegnato dal ministero della cultura alla città nominata. Per la cronaca comunque la città italiana capitale della cultura in carica è Palermo. Oggi è stata comunicata quella che sarà la capitale del 2020 e cioè Parma. La città capitale viene scelta dopo un lavoro di osservazione di un anno fra quelle che si autocandidano da una commissione di sette esperti e tra le iniziative richieste per vincere c’è la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e il miglioramento dei servizi per i turisti. “Il tratto comune delle città che si sono presentate è la loro voglia e capacità di riscatto. Dalle violenze operate sul territorio, dalla natura, dai processi esagerati di crescita urbana” ha commentato il presidente della giuria Stefano Baia Curioni, in questo modo facendo capire che tutte erano meritevoli della vittoria (Agg. Paolo Vites)

PIZZAROTTI: PIU’ EMOZIONATO DI QUANDO SONO STATO ELETTO

Parma sarà la Capitale italiana della Cultura nel 2020: lo ha deciso all’unanimità la commissione preposta del Ministero dei Beni Culturali, diretto da Dario Franceschini. La proclamazione si è tenuta stamani dopo che la lista delle 10 finaliste si contendevano l’onore di essere i successori di Matera (che l’anno prossimo sarà anche Capitale Europea della Cultura): in gara c’erano Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia Treviso. La spunta la città emiliana guidata dal sindaco appena rieletto Federico Pizzarotti, ex M5s e confermato alla guida della città dopo un primo buon mandato. La comunicazione è arrivata da parte del presidente Stefano Baia Curioni, alla presenza del ministro Dario Franceschini, al termine di una cerimonia pubblica nella sede del Mibact a Roma: giubilo in Emilia per la nomina e grande soddisfazione per lo stesso sindaco Pizzarotti che a caldo commenta così sul palco, «Sono più emozionato oggi delle elezioni… forse nelle elezioni c’è una consapevolezza di un percorso e qui c’è una giuria. Vincere ci dà una grande possibilità: aver creato un dossier, un’idea di città, ci avevamo già provato nel 2016, ha fatto mettere le persone intorno a un tavolo, tutti i sistemi istituzionali e imprenditoriali per creare un’idea e un percorso di città».

PREMIATA L’ALLEANZA PUBBLICO-PRIVATO

La motivazione letta da Franceschini vede tra le questioni principali, la scelta di Parma «premiata per l’alleanza forte tra pubblico e privato nel progetto di candidatura». Come recita lo stesso regolamento della manifestazione nata nel 2014, «La capitale italiana della cultura è una città designata ogni anno dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e scelta da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso ministero che, per il periodo di un anno, ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale». Come ben spiega la Gazzetta di Parma, Parma ha battuto Piacenza e Reggio Emilia, con cui nei giorni scorsi era stato però firmato un patto di mutua collaborazione nel caso di vittoria di una delle tre. E così avverrà, come ha confermato lo stesso Pizzarotti: «un cambio di passo della politica, che un territorio si esprime per le sue eccellenze: vogliamo continuare a lavorare insieme».