All’alba di oggi la Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di confisca nei confronti di 9 membri del clan dei Casalesi, del gruppo Iovine e del gruppo Guarnera di Acilia per un totale di oltre 23 milioni di euro. le indagini di natura economico-patrimoniale sono state condotte dagli esperti G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma nell’ambito di un’ampia operazione antimafia, “Criminal Games”, che nel 2013 portò a oltre dieci arresti per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, rapina, illecita concorrenza con minaccia e violenza e detenzione illegale di armi. In quel contesto specifico, era stata accertata anche l’esistenza di una sorta di joint-venture nel remunerativo settore delle “macchinette mangiasoldi” imposte in numerosi negozi di Acilia e che coinvolgeva esponenti del gruppo Iovine, dei Guanera e della Banda della Magliana, tra cui Luciano Crialesi e Renato Santachiara. Dalle indagini, inoltre sarebbe emerso come il boss Mario Iovine avesse esteso le sue attività criminali nel settore delle slot-machine non solo nel Lazio ma anche in Campania coinvolgendo personaggi già noti ed “addentrati” in questo ambito specifico, tra cui Sergio e Sandro Guarnera. Questi ultimi, dopo l’arresto di Iovine aveva messo su un gruppo mafioso autonomo con le medesime logiche criminali del gruppo campano.



MAXI CONFISCA DI BENI PER IL VALORE DI 23 MILIONI DI EURO

Nel corso delle indagini, gli inquirenti avevano avuto modo di accertare l’elevato livello di pericolosità sociale dei protagonisti della vicenda, i quali avrebbero assoldato anche un pericoloso gruppo di cittadini albanesi. Vari gli altri elementi che si sono aggiunti nel corso degli anni, tra cui le 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tra gli altri, dei fratelli Guarnera nel per i reati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravati dalle modalità mafiose. In riferimento alla maxi confisca eseguita nella giornata odierna dalla Guardia di Finanza, questa fa riferimento a beni già sottoposti a sequestro nel marzo del 2016 e relativi, nel dettaglio, all’intero patrimonio aziendale di 3 ditte individuali; le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale di 5 società di capitali; 8 immobili tra Roma e le province di Nuoro e L’Aquila, un terreno a Roma, 8 auto, un motociclo e vari rapporti finanziari per un totale di 23 milioni di euro. Per sei delle 9 persone proposte, infine, il Tribunale di Roma ha applicato la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di dimora nel comune di residenza per 3 anni.



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