Aumenta la paura a Cesiomaggiore, il paesino in provincia di Belluno che da diverse settimane è vittima di un folle che si firma Erostrato. Un crescendo di azioni che dagli incendi localizzati si sono concluse con delle caramelle piene di spilli rotti recapitate ad un asilo e accompagnate da una nuova lettera di minacce. Uno scritto diretto ai cittadini ed ai figli, che sembra pronto a colpire in parchi e giardini. Ma chi è Erostrato e quali sono le conclusioni delle autorità? Se da un lato il nome si rifà al noto piromane e pastore greco noto per la distruzione del tempio di Artemide, dall’altro sembra avere il volto di uno dei membri di una famiglia di Cesiomaggiore. E’ su marito, moglie e figlio che gli inquirenti hanno diretto sospetti e indagini, con una particolare propensione a credere che il criminale seriale sia il capofamiglia sessantenne. Il cerchio si è stretto infatti attorno alla famiglia grazie ai prestiti di libri storici richiesti nelle biblioteche locali e da cui avrebbe tratto le citazioni in latino con cui farcisce i suoi scritti.
IL PROFILO PIÙ VICINO AD EROSTRATO
Come sottolinea Il Corriere della Sera, è il profilo del sessantenne a corrispondere maggiormente a quello del sedicente Erostrato, che secondo gli esperti cerca di apparire colto per nascondere le proprie lacune. Un dettaglio che è stato approfondito anche all’interno della puntata di Quarto Grado dello scorso venerdì, in cui lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi ha sottolineato un particolare importante. A quanto sembra la prima azione criminale di Erostrato riguarderebbe infatti una legnaia del paesino: se così fosse si potrebbe ipotizzare che il vandalo viva nei dintorni. Secondo Picozzi, mente criminali di questo tipo sono soliti muovere i primi passi nei posti in cui si sentono più sicuri e che quindi frequentano con una certa assiduità. In questi giorni, le indagini si sono concentrate sull’esame del DNA e sui reperti prelevati dalla casa della famiglia indagata, fra cui una scatola di spilli che potrebbe corrispondere a quella inviata all’asilo del paesino e quattro computer.