Anche l’attore Danilo Brugia ha avuto modo di conoscere Sveva Cardinale, nome d’arte di Paola Catanzaro. A Sabato Italiano, Brugia ha spiegato perché in passato si espresse in maniera positiva nei suoi confronti:”Con me sono state persone affabili, persone simpatiche, tranquille. Non potevo minimamente pensare che avesse alle spalle quel passato. Mi chiesero se volevo fare un videomessaggio e lo feci, anche improvvisato. Altre personaggi di spettacolo oltre me e Mietta? Lei mi ha detto di essere molto amica di Ivana Spagna, diceva che aveva contatti con vari stilisti e nel campo della moda. Diceva che aveva tante conoscenze ma non nello specifico”.  Dopo aver sentito tutto ciò che ha fatto si parla di un tesoretto sparito, che idea si è fatto Brugia della vicenda? “Io sinceramente di fronte  a questa vicenda provo ribrezzo, sono credente, praticante, devoto di Padre Pio e sapere che ho avuto a che fare con una persona che ha usato in maniera truffaldina la fede mi fa ribrezzo. Ripeto, l’unica cosa che mi tranquillizza è che io non sapevo chi fosse. Arrivò a dirmi che voleva essere la mia fidanzata, così come con Mietta si faceva sempre selfie, voleva sfruttarmi per avere visibilità”. (agg. di Dario D’Angelo)

SVEVA CARDINALE, LA STORIA

Torna d’attualità la vicenda di Sveva Cardinale, la presunta veggente di Uggio, un paesino vicino Brindisi, che prima di cambiare sesso – e lasciare il suo vecchio nome Paolo Catanzaro – diceva di ricevere ogni 24 del mese apparizioni mariane. All’epoca, nel 1992, Paolo Catanzaro aveva 17 anni e furono in tanti a vedere in lui un punto di riferimento. Soprattutto fedeli, pronti a fargli donazioni anche importanti riponendo – a quanto pare a torto – grande fiducia nella sua persona. Peccato che secondo gli inquirenti queste donazioni siano servite a pagare con ogni probabilità l’operazione che ha trasformato in donna Paolo Catanzaro, che una volta cambiato sesso ha iniziato la sua nuova “carriera” di showgirl scegliendo come nome d’arte quello di Sveva Cardinale. Gli investigatori l’hanno arrestata lo scorso 30 gennaio assieme al marito Francesco Rizzo nell’ambito dell’operazione “Reservoir dog” della Guardia di Finanza.

SVEVA CARDINALE RESTA IN CARCERE

Dopo l’arresto, i legali di Sveva Cardinale avevano subito avanzato richiesta affinché a Paola Catanzaro venissero accordati i domiciliari con braccialetto elettronico. Richiesta respinta dal Tribunale del Riesame di Lecce, che ha dunque giudicato plausibile l’accusa di essere a “capo di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti di truffa”. Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Biondi, si è riferito a quella che vede protagonista la Catanzaro come ad “un’incredibile e sconvolgente vicenda protrattasi per oltre un decennio che solo in parte è venuta a galla”. Secondo il gip, Paola Catanzaro, in arte Sveva Cardinale, avrebbe approfittato “dell’appoggio di una parte autorevole degli ambienti ecclesiastici”, arrivando addirittura a decidere il destino delle relazioni matrimoniali che vedevano coinvolti i suoi suggestionabili fedeli. La Cardinale, inoltre, si è dimostrata “brava a scegliere i soggetti maggiormente abbindolabili fra i devoti più facoltosi”.