Luigi Di Maio si trova decisamente a proprio agio nello studio di Barbara D’Urso, decisamente meglio del suo amico e collega “Dibba” qualche settimana fa: «non hai neanche sbagliato un congiuntivo», chiosa la padrona di casa di Domenica Live sul finire dell’intervista. Era tutto cominciato con il caos rimborsi, con Di Maio che aveva confermato l’espulsione di 8 candidati grillini e su multe/richiami ad almeno altri 8: «ringrazio le Iene che ci hanno aiutato a scoprire chi ci stava tradendo. L’hanno fatta grossa e per questo sono stati messi fuori: noi non facciamo sconti a nessuno». Quando però la D’Urso chiede che fine faranno una volta eletti, Di Maio tergiversa un attimo prima di spiegare: «li farò firmare una rinuncia ufficiale all’elezione in Parlamento. Se non dovessero farlo, li denuncerò per danni d’immagine contro il Movimento 5 Stelle». Sul fronte alleanze, il leader M5s rilancia sul prossimo voto del 4 marzo: «noi vinceremo e presenteremo la squadra di governo prima del voto», rilancia Di Maio, «ma se non dovessimo avere i numeri faremo firmare un contratto, il nostro programma, a chi desidera stare a quei punti per fare le riforme insieme. Nessuno escluso». E poi ancora reddito di cittadinanza, pensioni minime, rapporti ottimi con Beppe Grillo e bonus bebè: tutto già visto e sentito, come del resto anche Berlusconi e Renzi nelle scorse settimane, i temi sono lanciati e definiti. Ora tocca agli italiani.
LEADER M5S A DOMENICA LIVE
In una lunga intervista a Domenica Live, oggi Luigi Di Maio farà il suo “esordio” nel salotto di Barbara D’Urso, lo stesso dove a inizio campagna elettorale fece capolino anche Alessandro Di Battista (anche lui per la prima volta negli studi Mediaset). I casi attuali del Movimento 5 Stelle a pochi giorni dalle Elezioni non sono certo pochi (qui sotto proviamo a riassumerli in breve, ndr) ma il giovane leader dovrà cercare di uscire dalla “tana” dove il suo partito rischia di ritirarsi dopo il clamore per le ultime bufere politiche e giudiziarie per i candidati a Cinque Stelle. Lo ha anticipato anche oggi in un’altra intervista, alla Stampa, lo stesso Di Maio: «Oggi la nostra ambizione è incidere con più efficacia sulle politiche pubbliche, cosa che dall’ opposizione non abbiamo potuto fare al 100 per cento. Andare al governo significa anche che se avremo la maggioranza assoluta governeremo soli; se no, consapevoli di essere la prima forza politica, non lasceremo l’ Italia nel caos creato da questa legge elettorale».
Sul caso rimborsi, il leader designato da Grillo e votato dalla base M5s ha aggiunto che «Sono uscenti che hanno fatto le Parlamentarie: certo, se queste notizie fossero uscite prima, probabilmente non avrebbero scalato le liste. Ma io sono orgoglioso di una forza politica in cui quando qualcuno sbaglia viene messo fuori». Sul fronte programmi, Di Maio poi manda un altro “messaggio” ai poteri Ue, confermando che le riforme in atto del Movimento 5 Stelle – qualora salissero a Palazzo Chigi – non devono far temere l’Europa: «io premier oppure niente governo, prima del voto presenterò anche i ministri. Io non ho modelli ma tante buone pratiche che vorrei importare. Ma una domanda che ho fatto spesso agli ambasciatori europei è: com’ è possibile che nei Paesi europei ci sia più paura per il M5S anziché per un centrodestra che ha in pancia il partito alleato di Afd e Le Pen che è la Lega».
IL CAOS A CINQUE STELLE
Sembra un lungo incubo che non finisce più questa ultima parte di campagna elettorale per il Movimento 5 Stelle: Di Maio aveva detto che il caso Rimborsopoli, con i “bonifici taroccati” di alcuni parlamentari M5s beccati dalla lunga inchiesta delle Iene, sarebbe stato un boomerang per gli altri partiti e avrebbe confermato la bontà della stragrande maggioranza del Movimento contro gli altri partiti “tutti corrotti”. Invece finora sembra che il boomerang sia tornata a colpire in testa il direttivo M5s: i rimborsi non ridati, le espulsioni conseguenti che fioccano in queste ore ma che non risolvono un problema di base ovvero che tutti i candidati “espulsi” sono comunque in lista e potrebbero essere eletti alle prossime Elezioni. Di Maio promette che tutti si dimetteranno qualora eletti, ma non vi sono garanzie di alcunché che lo facciano (non sono infatti tenuti per nulla a far così a livello di legge): in più è spuntato il caso della grillina Giulia Sarti (ecco qui tutto l’approfondimento) e oggi anche la presunta denuncia di aggressione alla moglie e alla figlia del candidato di lusso del M5s, il capitano anti-Schettino Gregorio De Falco.
Da ultimo, i casi di alcuni membri di vari gruppi della massoneria italiana scoperti candidati M5s dopo le Parlamentarie (e dunque con il filtro di qualità di Rousseau che pare aver fallito alla prova dei fatti). Insomma, un unico grande caos che ora in tv dovrà cercare ancora una volta di “replicare” alle domande anche stringenti che gli verranno fatte: i sondaggi al momento non premiamo il Movimento 5 Stelle ma neanche lo bocciano e su questo Di Maio proverà a premere il bottone dell’attacco frontale contro i rivali Renzi e Berlusconi-Salvini, con quest’ultimo che lo seguirà in studio appena dopo l’intervista al giovane leader M5s.