La posizione di Luigi Di Maio del M5S è stata chiara in merito al braccialetto elettronico, l’ultima trovata di Amazon, schierandosi nettamente a sfavore di “quel provvedimento che permette a aziende anche partecipate dallo Stato di mettere chip nelle scarpe dei lavoratori o i braccialetti controllare i dipendenti”. Ad esprimersi sul brevetto che tanto sta facendo discutere, al punto da aver coinvolto anche il mondo politico italiano, a poco più di un mese dalle elezioni politiche 2018 è stato sempre il Movimento 5 Stelle. Diversi parlamentari, come spiega Affari Italiani, hanno commentato la polemica attorno al controllo smodato con ogni mezzo a scapito dei lavoratori. “Quando si discutevano i decreti attuativi del Jobs act fummo coloro che protestarono in maniera più vivace contro i metodi invasivi di controllo a distanza che il governo Renzi stava mettendo a punto. Adesso, la storia del braccialetto di Amazon per i dipendenti dei magazzini, anche se ancora parliamo soltanto di un brevetto depositato, rischia di diventare l’ennesimo attacco vergognoso alla dignità del lavoro”, hanno commentato. Dopo la spiegazione dell’azienda secondo la quale il braccialetto servirà solo a guidare i lavoratori tra i numerosi scaffali, i portavoce del M5s rincarano la dosa asserendo: “Il governo ci racconta invece che il controllo a distanza serve soltanto per esigenze organizzative e per la sicurezza sui luoghi di produzione, ma il Jobs act in realtà autorizza forme invasive di sorveglianza che ledono la privacy e, peraltro, sviliscono il concetto di produttività ed efficienza del lavoro”. La questione resta al momento tutt’altro che chiusa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SALVINI CHIEDE INCONTRO CON I VERTICI DELL’AZIENDA
La questione del braccialetto elettronico, idea paventata da Amazon e che attuerebbe con i suoi lavoratori ha coinvolto anche il mondo della politica. Il dubbio è che i lavoratori possano essere trattati sempre più come robot. Lo ha fatto notare anche Carlo Cape’, presidente di Confindustria Assoconsult e ad di Bip – Business Integration Partners, il quale, come riporta Affariitaliani.it ha commentato: “la scelta tanto discussa del brevetto di Amazon – se vero – sostituirebbe le attività proprie dell’operatore logistico, che diventerebbe un robot alle dipendenze del digitale e non il contrario come dovrebbe essere”. A commentare la bufera in atto anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha annunciato: “Ho chiesto un incontro col direttore dello stabilimento” dell’azienda Amazon, “per andare a verificare se usino gli uomini e le donne come robot”. Lo ha riferito in un suo recente intervento a Telelombardia spiegando di essere stato contattato da alcuni lavoratori della società: “vorrei visitare l’azienda incontrare gli operai: mi risulta che diano una multa se mangi una caramella, e che diano un minimo di quattro pacchi al minuto. Se questo è vero, non è lavoro non è dignità. Anche perché ogni pacco che parte da lì è un negozio che chiude”, ha commentato il segretario leghista. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
INTERVIENE ANCHE IL GARANTE DELLA PRIVACY
Prosegue a tutto spiano la polemica sui braccialetti, presunti, di Amazon e si unisce alla vicenda spinosa anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. «Qui in Italia non c’erano, non ci sono e non ci saranno mai i braccialetti», spiega il manager ai cronisti, aggiungendo di aver sentito direttamente i vertici di Amazon Italia per chiarire la faccenda. «Ho spiegato loro che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria. Gli ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella, che non è in uso ma è stata brevettata in Italia non ci sarà mai». A bocciare poi in toto la possibile proposta di Amazon ci pensa anche il Garante della Privacy che avverte il colosso dell’e-commerce: «se così fosse sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia ma anche in Europa», prima di aggiungere sempre nell’intervista a Radio Radicale, «In questo caso sembrerebbe quasi che i giganti che operano nell’economia digitale pensino già di robotizzare l’uomo: è una direzione sbagliata perché non può esserci progresso e innovazione che non abbia come fondamento l’uomo». (agg. di Niccolò Magnani)
AMAZON, I BRACCIALETTI E IL CAOS
Nelle ultime ore ha sollevato una grande polemica l’idea di Amazon sulla possibilità di utilizzate un braccialetto elettronico per i propri dipendenti, in grado di guidarli all’interno del centro logistico verso il giusto articolo disposto in uno delle migliaia di scaffali. Allo stesso tempo, però, il braccialetto rappresenta anche un modo per controllare se lo stesso lavoratore abbia o meno messo le mani nel posto giusto e questo attraverso un sistema di telecamere e l’emissione di impulsi radio o a ultrasuoni. Un brevetto che certamente ha acceso il dibattito ponendo l’accento proprio sui limiti legati all’utilizzo di tale dispositivo, a partire dalla delicata questione legata alla privacy, dal momento che, come spiega Repubblica.it, il braccialetto elettronico fornito dal datore di lavoro può essere un mezzo per sorvegliare letteralmente i dipendenti. Le accuse non si fermano qui in quanto l’introduzione di tale dispositivo apre a scenari inquietanti rendendo i lavoratori sempre più dei robot umani, accusa questa già rivolta in passato all’azienda, finita nella bufera anche per via delle polemiche sulla paga piuttosto esigua e sulle condizioni di lavoro ritenute dagli stessi dipendenti troppo dure. Alle accuse ed alla pioggia di critiche però, Amazon si è difesa con forza: “Le speculazioni riguardo l’utilizzo di questo brevetto sono fuorvianti”, ha tuonato nelle passate ore.
AMAZON, BRACCIALETTO ELETTRONICO: IL CHIARIMENTO DELL’AZIENDA
L’idea del braccialetto elettronico e che a qualcuno era apparsa pronta da essere applicata da Amazon, per il momento resta solo un brevetto, ma l’azienda ha tenuto a spiegare come non sarebbe di certo il primo esperimento in tal senso: “Ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell’inventario e per spedire gli ordini”, ha commentato. Poi ha tranquillizzato in merito ad una sua eventuale implementazione futura, sostenendo che “verrà fatto nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione”. L’azienda dunque ribadisce quali sarebbero i vantaggi che deriverebbero dall’introduzione dei braccialetti wireless grazie ai quali i dipendenti potranno liberare le mani dall’uso degli scanner e gli occhi non saranno più posati su degli schermi. “Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione”, ha chiosato Amazon. Nonostante le immediate precisazioni dell’azienda di Seattle, però, il tema ha assunto un grande peso politico anche in Italia, con reazioni da più fronti, a partire da Luigi Di Maio del M5S che ha commentato: “Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli è grazie al Job acts”. Di Maio si è detto estremamente contrario ad ogni forma di controllo dei dipendenti, lanciando l’accusa: “E’ incredibile che il Pd che ha fatto la legge per mettere addosso i trasponder addosso agli esseri umani che adesso critichi Amazon”.