Il tribubale per i minorenni di Bologna ha condannato a 18 anni di reclusione Riccardo Vincelli e Manuel Sartori, i due ragazzi che nella notte tra il 9 e il 10 gennaio 2017 uccisero i coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni nella loro camera da letto a Pontelangorino, in provincia di Ferrara. Come riportato da La Repubblica, la richiesta dell’accusa era stata di 20 anni di reclusione. Pena identica dunque per Riccardo, figlio della coppia, all’epoca 16enne, accusato di omicidio premeditato, e per l’amico Manuel, di un anno più grande e ritenuto l’esecutore materiale del delitto. Proprio su questo punto ha qualcosa da ridire l’avvocato di Sartori, il legale Lorenzo Alberti Mangaroni Brancuti, che ha già annunciato il ricorso:”Faremo sicuramente appello. Mi aspettavo, forse, qualcosa di meno. È stata disattesa la mia richiesta di messa in prova ai servizi sociali e non è stata fatta alcuna differenziazione nella condotta dei due ragazzi. Non mi sembra giusto. Inoltre non è stata elisa l’aggravante della premeditazione“.



SVANITA LA SPERANZA DELLA MESSA IN PROVA

Come si evince dalle parole del legale di Manuel Sartori, la speranza dell’amico di Riccardo, nonostante avesse preso parte al macabro omicidio dei coniugi Vincelli, era quella di uscire presto di prigione. Lo aveva confermato, in un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, anche il papà Rudi augurandosi “che possa uscire presto dal carcere, che possa essere trasferito in una comunità, che possa ricominciare la sua vita. Anche se l’orrore che ha commesso non potrà mai dimenticarlo“. Nel frattempo, da quando è stato arrestato Manuel ha dato il via ad una sorta di rapporto a distanza con una ragazza:”La relazione va avanti, si scrivono, si mandano piccoli regali. Si conoscono da molto tempo ma si sono messi assieme solamente dopo il suo arresto. Sono giovani, si vogliono un mondo di bene e sognano di rivedersi“. Dovranno aspettare ancora, stando alla condanna del Tribunale di Bologna. 

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