Spunta un nuovo particolare clamoroso nell’inchiesta relativa alla morte di Pamela Mastropietro e destinato a far allargare ulteriormente le indagini. Il riferimento è ad una testimonianza ritenuta dagli inquirenti molto importante e che aprirebbe uno scenario nuovo rispetto al delitto di Macerata. Se, infatti, si credeva di aver chiuso il cerchio attorno ai presunti responsabili dell’atroce fine di Pamela, qualcosa sembra non tornare almeno secondo le parole di un testimone oculare, per la prima volta rese note dal settimanale Giallo. Ritenuto attendibile dagli stessi inquirenti, ha rivelato di aver visto un altro uomo salire e scendere dall’appartamento di Oseghale nel quale si è consumato lo scempio e negli orari che sembrano essere quelli compatibili con l’uccisione e lo smembramento del cadavere di Pamela. Dalle verifiche eseguite, gli uomini dell’arma sarebbero arrivati anche a identificare il presunto “quarto uomo”, tale Hassan originario del Ghana e che, subito dopo il delitto della 18enne romana avrebbe fatto perdere le sue tracce misteriosamente, lasciando Macerata dove risiedeva da alcuni mesi. Qui avrebbe lasciato persino il telefono e i vestiti, segnale di una fuga organizzata all’ultimo minuto per paura di essere arrestato. Attualmente Hassan risulta essere ricercato non solo in tutta Italia ma anche all’estero poiché il dubbio è che sia riuscito a lasciare il nostro Paese grazie anche ad alcuni appoggi presenti a Macerata, dove esiste una comunità africana molto numerosa. Potrebbe essere lui il “macellaio” che, senza pietà e con una mannaia ha fatto a pezzi la povera Pamela? Ciò che è certo è che Hassan conosceva bene Oseghale in quanto frequentava la sua abitazione. Ora occorre capire come mai si sarebbe dato alla fuga e, se così fosse, chi lo ha aiutato a lasciare Macerata. Indipendentemente dal quarto uomo, le responsabilità dei tre arrestati non accennano a diminuire poiché, come spiega il settimanale diretto da Andrea Biavardi, contro di loro ci sarebbero comunque indizi gravissimi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
I GENITORI: “IN COMUNITÀ È SUCCESSO QUALCOSA”
I genitori di Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa a Macerata e fatta a pezzi, sono convinti che sia successo qualcosa all’interno della comunità dove era ricoverata e da cui è fuggita. Nell’intervista rilasciata a Porta a Porta la coppia ha fatto riferimento ad un episodio che la faceva vomitare da giorni e per il quale stava male al punto tale da decidere di scappare. Alessandra Verni e Stefano Mastropietro hanno denunciato anche che due anni fa, quando hanno scoperto i primi segni di malessere nella figlia, non sono stati aiutati dalle strutture sanitarie. Hanno raccontato di aver pagato privatamente uno psicologo per sostenere la figlia tre volte a settimana. “Pamela aveva un disturbo della personalità, la droga era una conseguenza. Per questo non ci spieghiamo come possa essersi allontanata. Quando fai i bagagli e lasci un posto vuol dire che hai avuto un problema”, ha raccontato il padre. Il sospetto che sia successo qualcosa nella comunità sta diventando una certezza per i due genitori. “Dal 25 dicembre la ragazza ha cominciato a vomitare, ma a me lo hanno detto soltanto il 15 gennaio”, ha spiegato la madre.
Intanto emergono importanti novità dalle indagini: un quarto uomo potrebbe essere coinvolto nell’omicidio di Pamela Mastropietro. L’indiscrezione è stata riportata dal settimanale Giallo, secondo cui un testimone avrebbe riferito agli inquirenti che le persone presenti in quella mansarda erano quattro. Grazie all’identikit tracciato da questo testimone, l’uomo sarebbe stato identificato: si tratterebbe di un ghanese di nome Hassan. Subito dopo la morte di Pamela avrebbe abbandonato l’appartamento e la città per scappare. Potrebbe essere lui il “macellaio”, l’uomo che avrebbe fatto a pezzi la ragazza. (agg. di Silvana Palazzo)
ALESSANDRA VERNI E PAPÀ STEFANO: “VOGLIAMO GIUSTIZIA”
Hanno perso una figlia in una maniera orrenda: gliel’hanno fatta a pezzi, dopo che la ragazza era scappata dalla comunità di recupero che avrebbe dovuto aiutarla ad uscire dal tunnel della droga. Eppure i genitori di Pamela Mastropietro non hanno avuto neanche il diritto di crollare, di lasciarsi andare, sulle loro spalle si è poggiato tutto il peso di un Paese che per un po’ di tempo ha rischiato di implodere sull’onda di una rabbia accecante. Erano i giorni di Macerata, quelli in cui Luca Traini ha deciso di farsi carico della questione immigrazione e di andare in cerca di una (in)giustizia sommaria sparando addosso a tutta la gente di colore che gli capitava a tiro. In quel momento i genitori di Pamela, visto che nel registro degli indagati all’epoca c’era il nigeriano Innocent Oseghale, avrebbero potuto cedere alla rabbia. Invece la mamma, Alessandra Verni, ebbe la forza di condannare l’accaduto ai microfoni di Pomeriggio 5:”Chiediamo solamente giustizia. Pene esemplari per chi ha ucciso e fatto a pezzi nostra figlia. Ma condanniamo fermamente l’attacco di ieri, non siamo razzisti e anche Pamela, se fosse ancora viva, sarebbe inorridita per questo atto di odio”, aveva dichiarato in una precedente intervista“.
I GENITORI DI PAMELA MASTROPIETRO OSPITI DI BRUNO VESPA
Oggi nel salotto di Porta a Porta, il programma di Bruno Vespa in onda in seconda serata su Rai Uno, per la prima volta insieme davanti alle telecamere ci saranno entrami i genitori di Pamela Mastropietro, Alessandra Verni e papà Stefano. Proprio lui nei giorni scorsi aveva spiegato che la sua Pamela non era una tossicodipendente, che nel vortice maledetto della droga da cui poi aveva finito per essere risucchiata c’era finita per cercare di salvare un ragazzo più grande di lei di cui si era innamorata:”Meno di un anno fa ha conosciuto questo ragazzo più grande di lei che utilizzava sostanze. Il suo obiettivo era quello di farlo uscire da questa dipendenza e invece purtroppo lei ci si è ritrovata dentro”. Ma come ricorda Fanpage, secondo mamma Alessandra i colpevoli per la morte di Pamela sono diversi: a partire dalla comunità di recupero, “dove poteva essere fermata”; passando per l’uomo che le ha dato il passaggio e a cui, secondo il racconto dello stesso testimone, Pamela si sarebbe prostituita; fino alle autorità: “Innocente Oseghale ha avuto già problemi con la legge, aveva permesso di soggiorno scaduto…cosa ci fa ancora in Italia?”.