L’incubo per la 20enne di nazionalità inglese, violentata alcuni mesi fa a Palermo da un uomo che si era finto taxista, è terminato con l’arresto di un 46enne pregiudicato (il 46enne Martino Biuso): tuttavia, la dinamica della vicenda, come testimoniato dalle immagini di alcune telecamere della zona che hanno ripreso il momento in cui la ragazza è stata abbordata e che per lei ha significato l’inizio di una notte orribile, mostra come sia stato facile per l’aggressore avvicinarsi e ingannarla. Come mostrato in un video di quella drammatica notte, apparso su alcuni siti di informazione, la 20enne era stata prima notata dallo stupratore in via Roma e poi avvicinata, a seguito di un’inversione di marcia, con la scusa di essere un tassista e di poterla riaccompagnare a casa. Dalle riprese si vede come la studentessa sia stata accompagnata a uno sportello ATM per prelevare del denaro e, una volta a bordo, letteralmente “sequestrata” per poi essere violentata in un luogo isolato nel quartiere Brancaccio. Come si evince dalle stesse forze dell’ordine, a consentire l’arresto dell’uomo (provvedimento emesso dal Gip Roberto Riggio su richiesta del pm del pool che si occupa dei reati sessuali) sono state proprio le immagini delle telecamere e anche l’esame dei vestiti della vittima. (agg. di R. G. Flore)



LA VIOLENZA AVVENUTA ALCUNI MESI FA

L’incubo, per una 20enne di inglese arrivata a Palermo per un progetto universitario di insegnamento in una scuola della provincia, durava ormai da mesi. Da quando, cioè, di ritorno da una serata trascorsa tra i locali insieme alla sorella e ad un’amica, dopo aver alzato troppo il gomito, una notte di maggio si era ritrovata da sola in via Roma intorno alle 4. A quel punto, quando aveva visto avvicinarsi una macchina, aveva pensato che non ci fosse nulla di male nel chiedere un passaggio all’uomo che le si era appena portato accanto. Credeva fosse un taxi: e cosa c’era di male se la riportava a casa? Nulla, davvero nulla. Se non fosse che quello non era un taxi, semplicemente la macchina di un 46enne, che poi si è scoperto essere Martino Biuso, il palermitano che dopo averla fatta salire a bordo l’aveva portata in un luogo isolato a Brancaccio, rapinandola dei soldi e del cellulare, ma cosa più grave abusando di lei. Poi l’abbandono tra le sterpaglie, come riporta Il Messaggero, accanto al centro commerciale Forum a Brancaccio. 



L’ARRESTO DELLO STUPRATORE

La giovane ragazza inglese si era ritrovata così da sola, al buio, e dopo aver camminato da sola tra i rifiuti per circa un km era riuscita finalmente a trovare soccorso. Ad aiutarla era stata una guardia giurata, che aveva visto il suo corpo rannicchiato sotto il ponte di via Giafar. La ricerca dello stupratore, però, era apparsa complicata fin dal primo momento, da quando gli inquirenti che avevano analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza si erano resi conto che avevano pochissimi elementi: un frame sfuocato del volto dell’uomo in aggiunta al modello e al colore della sua automobile. Gli investigatori, però, non si sono scoraggiati e grazie al lavoro degli operatori del laboratorio di biologia – come riportato da Il Messaggero – ha individuato sui vestiti della donna il profilo genetico dell’aggressore e, confrontandolo con quello estratto dai reperti acquisiti abilmente dagli agenti della squadra mobile ha identificato lo strupratore Martino Biuso. L’uomo, 46 anni, lavoratore precario ex Pip, ha precedenti per rapina, lesioni e porto abusivo di arma: per lui sono scattate le manette della Squadra Mobile di Palermo con l’accusa di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona.