La clamorosa storia di Sergio Muzzolon, un uomo cieco dal 2007 a causa di una malattia degenerativa e del suo cane guida Fuego, uno splendido Labrador di appena tre anni, sarà raccontata questa sera nella nuova puntata de Le Iene dall’inviata Nina Palmieri. Clamorosa non per quell’amore che lega l’animale a quattro zampe al suo padrone, tanto da essere diventato ormai i suoi occhi, quanto per la vicenda accaduta lo scorso dicembre a Torino e riportata anche dai quotidiani nazionali. Perché, come spiega Corriere.it, per ben due volte l’oculista della Asl ha chiuso le porte del suo ambulatorio a Fuego al suono di “Questa è casa mia e qui la bestia non entra”. In barba a quanto previsto dalla legge italiana secondo la quale i non vedenti possono essere accompagnati ovunque dai loro angeli custodi con la coda. Sergio ha così vissuto con estrema amarezza quel rifiuto: “C’è tanta ignoranza nel nostro Paese e noi ciechi viviamo spesso discriminazioni. Da un medico però non te lo aspetti, figuriamoci da un’oculista poi”, si era sfogato al quotidiano. Da qui la decisione, presa insieme alla moglie, di presentare querela contro la dottoressa, tanto da arrivare dritta sul tavolo del procuratore Giovanni Caspani. L’oculista, di contro, è stata denunciata per violenza privata aggravata, abuso e rifiuto di atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio, reati che a quanto pare avrebbe reiterato nei sette mesi precedenti.
SERGIO E FUEGO: LE DENUNCE CONTRO L’OCULISTA
E’ una denuncia chiara e precisa quella che Sergio ha presentato contro la dottoressa che per due volte si è rifiutata di far entrare nel suo ambulatorio anche l’inseparabile cane guida Fuego, con lui dal 2016. Il primo episodio risale al giugno 2017, quando l’uomo non vedente si è recato alla Asl per una visita che gli avrebbe permesso di avere la ricetta per ottenere un ausilio informatico. “La dottoressa appena ci ha visto proferiva aggressivamente ‘questa è casa mia e quella bestia qui non entra, la lasci in macchina o a casa’. Io rispondevo che il cane guida è i miei occhi, ma pur di non perdere la visita e per non aspettare mesi in coda, ho lasciato il cane a mia moglie”, si legge nella denuncia. Rimasto senza il suo Fuego, il medico non si sarebbe premurata neppure di accompagnare Sergio, essendo sprovvisto di bastone. “Totalmente sprezzante e indifferente alla mia difficoltà a deambulare senza urtare ostacoli, entrava nel suo studio e io dietro di lei. Mi faceva la ricetta senza visitarmi e mi congedava freddamente”, aveva raccontato. Il secondo episodio, decisivo, si è registrato lo scorso 11 dicembre quando la stessa oculista, davanti ai suoi pazienti presenti in sala d’attesa, il medico avrebbe urlato la stessa frase: “Quella bestia qui non entra”. Sergio però, questa volta non è rimasto in silenzio e nonostante l’umiliazione ha chiamato il 112. Al cospetto delle forze dell’ordine l’oculista avrebbe aggiunto: “Solo io ho facoltà di decidere io chi entra nel mio studio”. Sergio per la seconda volta dovette rinunciare ad una visita seppur in un ente di sanità pubblica.