E’ un miracolo? Nessuno può dirlo, ma i primi esami scientifici rivelano qualcosa di totalmente misterioso e inspiegabile. Sotto alle macerie della chiesa parrocchiale di Arquata del Tronto, colpita dal terremoto di più di un anno fa era finito anche il tabernacolo che conteneva le ostie. I resti furono collocati in un magazzino dentro a delle scatole che solo adesso sono state restituite alla diocesi. Una volta aperte, è stata trovata la pisside rovesciata, ma ancora chiusa. Aprendole, l’incredibile sorpresa. Solitamente le ostie dopo qualche settimana senza essere utilizzate si coprono di muffa o di batteri che le rendono inutilizzabili. Le 40 ostie contenute invece in quella pisside erano intatte nella forma, nel colore e e nell’odore, come se vi fossero state messe il giorno stesso.



Il vescovo di Ascoli Piceno dove adesso sono state trasferite nella cattedrale, monsignor Giovanni D’Ercole chiede prudenza sul fenomeno che dal punto di vista scientifico non ha al momento spiegazione: “La fede richiede prudenza. Si resta senza parole. È un segno di speranza per tutti. Davanti a un fatto come questo sicuramente si rimane in silenzio. Semplicemente commuove e rafforza la fede in Gesù terremotato che è rimasto vivo per consolare la popolazione di Arquata”. Di fatto, è come se Gesù, incarnato in ogni ostia, abbia voluto rimanere presente, anche dentro uno scatolone, senza mai abbandonare la sua gente, e rivelandosi adesso più vivo e risorto che mai. Un segno della compagnia che Dio fa ai sofferenti. Possono crollare le mura, ma non la presenza di Gesù incarnato.

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