Matteo Renzi ieri sera in un comizio in Sicilia ha chiesto all’intera città di Palermo, agli avversari politici e a tutti i centri sociali di “abbassare i toni”: «Abbiamo letto la notizia terribile del dirigente che è stato picchiato. Io sono quanto di più lontano dalle idee di Forza Nuova voi possiate immaginare, ma voglio che arrivi da qui, la solidarietà a quell’uomo che ieri è stato massacrato. Bisogna abbassare i toni di questa campagna elettorale. Diamoci tutti una regolata», ha spiegato Renzi in un comizio al teatro “Al Massimo” di Palermo. Solidarietà a Forza Nuova e nello stesso tempo richiesta di una maggiore sobrietà per provare a superare le difficoltà di questa finora orrenda campagna elettorale, tra violenza e aggressioni. I centri sociali però pare non abbiamo recepito il messaggio e con il loro leader Giorgio Martinico torna a provocare contro le forze di destra della città; «Ho visto il video e ho letto i media come voi. Non mi pare ci sia stata la violenza che ho letto. Venti giorni di prognosi? Io dopo aver giocato a calcetto ne ho avuti di più». Insomma nessuna condanna e la netta presa di “coscienza” che qualsiasi cosa viene fatta contro il neofascismo, sia anche menare in maniera squadrista un uomo, è “cosa buona e giusta”. (agg. di Niccolò Magnani)
DUE FERMI TRA ANTAGONISTI DI SINISTRA
Dopo il pestaggio al leader di Forza Nuova, Massimo Ursino, tira una brutta aria a Palermo. Dai centri sociali non è arrivata nessuna condanna, anzi il portavoce del centro Anomalia, Giorgio Martinico, parla di sostegno «a chiunque si schieri dalla parte dell’antifascismo» La Digos, che sta indagando sull’aggressione, ha concentrato la propria attenzione sui militanti dei centri sociali. I poliziotti hanno perquisito le abitazioni di alcuni di loro e lo studentato occupato Malarizza: ci sono stati due fermi, quelli di Giovanni Marco Codraro (26 anni) e Carlo Mancuso (28 anni), entrambi gravati da molti precedenti, quattro invece i denunciati con l’accusa di tentato omicidio. Sarebbero stati loro a prendere parte al pestaggio, nel corso del quale una ragazza ha ripreso tutto con un cellulare canzonando la vittima. Bloccato a terra con mani e piedi legati con nastro da imballaggio, Ursino ha riportato un trauma cranico. Ora non ricorda i dettagli dell’aggressione subita, ma stanno emergendo dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.
PALERMO, PESTAGGIO URSINO: LA TENSIONE RESTA ALLE STELLE
«Nessuna intimidazione ci farà recedere dalla lotta politica che da 20 anni ci contraddistingue e che ci accingiamo a combattere in vista delle elezioni». Questo il commento rilasciato da Massimo Ursino, leader di Forza Nuova, a Il Giornale in merito all’aggressione subita, definita «in puro stile brigatista». Il quarantenne, tra i fondatori della sezione palermitana di FN, di cui è segretario provinciale da qualche anno, ha scontato una condanna per rapina e per aver picchiato due ambulanti del Bangladesh. Ma lui minimizza: «Ho pagato per la mia generosità d’animo. Stavo difendendo un militante attaccato da un extracomunitario senza permesso di soggiorno. Gli diedi un pugno». L’aggressione comunque è stata rivendicata con un messaggio anonimo a dir poco surreale: «Sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico. A Palermo non c’è spazio per il fascismo».
Inevitabile il dibattito politico che ne è scaturito: la sinistra condanna la violenza, la destra è preoccupata. «I mandanti si chiamano Boldrini, Grasso, Orlando e Fiano che hanno scatenato una vigliacca campagna di odio verso il nostro movimento e i nostri militanti», scrive Forza Nuova Palermo. Dura anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Qualcuno soffia irresponsabilmente sul fuoco in attesa che ci scappi il morto». La tensione resta alle stelle: sabato è previsto il comizio di Roberto Fiore, leader di Fn, e i centri sociali hanno già minacciato azioni.