E’ stato un giovedì mattina di alta tensione, quello vissuto nel centro di accoglienza a Roma, dove circa 200 migranti hanno alzato la voce per via dei ritardi nei pagamenti delle ricariche telefoniche inserite nel pocket money quotidiano distribuito dai responsabili della cooperativa. Nella struttura, come riporta Corriere.it si è reso necessario l’intervento della polizia che, insieme ai responsabili, hanno avviato le trattative pacifiche con gli ospiti. Non ci sarebbero infatti stati episodi violenti e la situazione è comunque stata definita tutto sommato “tranquilla” da parte delle stesse forze dell’ordine. L’occasione è comunque apparsa ghiotta al leader leghista Matteo Salvini che nel pomeriggio ha fatto un veloce blitz proprio davanti al centro di accoglienza girando un video che ha poi postato su Facebook. “Roma, questo era un albergo, che ospita cosiddetti profughi. Protesta per il pocket money, la solita storia, immigrati che protestano, vogliono più soldi! Guardate dove stanno, un parco a disposizione, con tanto di pecore e capre. Non so quanti di voi che ci guardate da casa abbiano qualcosa del genere”, ha commentato Salvini, chiamando a raccolta gli italiani che il prossimo 4 marzo andranno a votare. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“NON CI CARICANO LA SCHEDA TELEFONICA”

Nel centro accoglienza in largo Perassi, a Roma, oggi la tensione è stata palpabile. Come spiega Leggo.it, circa 200 migranti si sono barricati questa mattina nel centro a causa del mancato pagamento del cosiddetto pocket money, pari a 2 euro al giorno e utili per la ricarica della scheda telefonica o per beni di prima necessità. Dopo le tensioni iniziali, gli ospiti avrebbero poi incontrato i responsabili della struttura che li hanno rassicurati sul fatto che a breve avrebbero ottenuto i soldi. Le rassicurazioni giunte avrebbero al tempo stesso contribuito a rasserenare la situazione che, poco alla volta, è tornata alla normalità. Un simile episodio si è registrato anche nelle Marche ed ha portato all’intervento del senatore della Lega Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, il quale non ha affatto preso bene la protesta ed i motivi che l’hanno innescata. “È inaccettabile che i richiedenti asilo, in tutta Italia, protestino e si ribellino quasi ogni giorno perché il cibo non è di loro gradimento, per ritardi nei documenti, perché non hanno Sky o perché non funziona il wi fi”, ha commentato. A sua detta, occorre non far passare l’idea che in Italia tutto sarebbe lecito e concesso. “Non possiamo accettare che chi qui viene ospitato e mantenuto a 1100 euro al mese a spese nostre […] possa scendere in strada, protestare e spaventare i nostri cittadini, obbligando le nostre forze dell’ordine a intervenire, per ragioni futili”, ha quindi aggiunto Calderoli che ha ritenuto necessario procedere con la loro espulsione immediata. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



RIFUGIATI BARRICATI IN CENTRO ACCOGLIENZA

Si chiama “pocket money” ed è una sorta di “diaria giornaliera” destinata ai richiedenti asilo e migranti per le piccole spese come il telefonino o i beni di prima necessità: ebbene, oggi a Roma e nelle Marche sono esplose due baruffe e conseguenti rivolte all’interno di due diversi centri di accoglienza proprio per il ritardo nell’erogazione del “pocket money”. Ne dà notizia il Messaggero che racconta di veri momenti di tensione in un centro di accoglienza in Largo Perassi, sull’Aurelia romana: sono circa 200 i rifugiati si sono barricati all’interno della struttura per protesta proprio per il ritardo nel pagamento della diaria giornaliera prevista per ogni migrante. O quanto meno, questi al momenti i motivi resi pubblici dalle stesse strutture che con l’intervento delle forze dell’ordine stanno cercando di riportare la calma. La struttura che opera nella zona dell’Aurelio è una delle più grandi presenti a Roma e viene gestita direttamente dalla Prefettura capitolina: come scrive pochi istanti fa il Corriere della Sera, «Circa 200 ospiti si sono radunati nel cortile del palazzo, un ex albergo, per protestare contro il mancato pagamento delle ricariche telefoniche inserite all’interno del pocket money quotidiano che i responsabili della cooperativa del centro distribuiscono ai rifugiati». Non ci sarebbero feriti ma sicuramente vi sono stati momenti di tensione prima dell’arrivo della Polizia Mobile.



RIVOLTA ANCHE IN UN CENTRO DELLE MARCHE

«Non ci ricaricano la scheda telefonica», è una delle proteste maggiori di queste ultime ore sia a Roma che nel Maceratese, precisamente a Porto San Elpidio: in questo caso sono i migranti ospiti nel Residence Nazionale sulla Statale Adriatica ad aver fatto scattare la protesta per un ritardo nei pagamenti non tanto della “pocket money” ma per un compenso di circa 7mila euro l’anno che sarebbe di diritto loro avendo svolto lavori socialmente utili negli scorsi mesi. « I richiedenti asilo non hanno ricevuto neanche i pochi soldi a cui avrebbero diritto per la loro attività e gli altri, ospiti della struttura, si sono uniti alla protesta dei “colleghi”», riportano gli inviati di Tg Com24 dalle Marche. I gestori del Residence hanno chiamato i Carabinieri e anche qui, come nella Capitale, la calma è tornata e non si segnalano al momento momento di violenza tra rifugiati e forze dell’ordine.