La notizia dell’arresto di Roberto Barbagallo, primo cittadino di Acireale, ha contribuito a gettare la città siciliana in un clima di totale sfiducia e smarrimento. Le accuse per Barbagallo sono quelle di corruzione, poiché avrebbe procacciato voti a Nicola D’Agostino deputato regionale di Sicilia Futura e che tra meno di due settimane proverà il grande salto a Montecitorio. Un voto che oggi sembra essere sempre più lontano. Grazie al suo ruolo di sindaco, Barbagallo avrebbe intimorito alcuni ambulanti anche in collaborazione con il vigile urbano Nicolò Urso, ora ai domiciliari. Ma cosa ne pensano invece i cittadini? “Se sono stupito? Fino a un certo punto. Ormai è impossibile trovare politici che si comportano bene”, ha commentato un commerciante a Meridionews.it. Altri residenti commentano la notizia pubblicata sui giornali sui quali è stata riportata anche l’intercettazione di Barbagallo che, rivolgendosi a Urso chiede di intervenire nei confronti dei “due gemellini” (due gestori di ortofrutta, i fratelli Principato, ndR) al fine di farli spaventare, “accussì mi venunu a ciccari”. Una richiesta che secondo gli inquirenti sarebbe legata alla ricerca di voti per D’Agostino. “Ma quanti voti potevano portare questi? Rischiare così tanto per quattro voti è da ingenui”, commenta ancora un cittadino. Domande che oggi si susseguono sotto un cielo grigio ma che sembra essere pienamente in sintonia il clima di sfiducia e incredulità vigente. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MULTE TOLTE IN CAMBIO DI VOTI
Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta che ad Acireale sta portando un autentico terremoto politico per l’intera Sicilia, l’ennesimo: il sindaco Barbagallo e gli altri indagati avrebbe promesso l’annullamento di diverse multe in cambio di voti alle Elezioni. In particolare, spiega La Stampa, il sindaco di Acireale è accusato di avere chiesto esplicitamente al vigile urbano della sua cittadina di levare multe a due fratelli commercianti, «Tanto so che poi mi cercheranno per annullarle». Le Regionali dello scorso novembre sono al centro dell’attenzione degli inquirenti visto che il deputato al Consiglio Regionale Nicola D’Agostino (estraneo alle indagini, come confermato dai pm siciliani) sarebbe stato indicato da Barbagallo come politico di “riferimento” per ottenere voti in cambio delle multe levate dal Comune. Sempre secondo La Stampa, gli altri episodi accertati dall’inchiesta riguarda corruzione su «finte consulenze per opere pubbliche ad Acireale (ampliamento cimitero e pista di atletica dello stadio) e a Malvagna (il campo di calcio), con mazzette date a funzionari compiacenti che hanno firmato collaudi mai effettuati». (agg. di Niccolò Magnani)
ARRESTATO SINDACO ACIREALE CON ALTRI 7
Un’operazione anticorruzione condotta dalla Guardia di Finanza di Catania ha portato all’arresto di otto persone, tra cui c’è anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo. Su ordine della procura distrettuale antimafia di Catania, i finanziari sono entrati in azione stamattina all’alba: cinque persone sono finite in carcere, tre invece ai domiciliari. L’inchiesta riguarda diversi episodi di possibile corruzione e turbativa d’asta in appalti pubblici nei Comuni di Acireale (Catania) e Malvagna (Messina). A pochi giorni dal voto, si abbatte sulla campagna elettorale come uno tsunami l’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro e condotta dalle Fiamme Gialle di Catania. Il collegamento alle elezioni è dato dal fatto che Barbagallo è accusato, con il luogotenente della polizia municipale Nicolò Urso, di concorso in induzione indebita a promettere utilità. Secondo l’accusa, il sindaco avrebbe abusato delle sue qualità e poteri derivanti dalla funzione pubblica esercitata e, come riportato da Live Sicilia, indotto due commercianti acesi, indagati con la stessa accusa, a promettere voti e sostegno per la campagna elettorale di Nicola D’Agostino, candidato l’anno scorso alle regionali.
ACIREALE, ARRESTATO SINDACO BARBAGALLO
Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, avrebbe ordinato all’agente di polizia municipale di compiere un controllo amministrativo nell’azienda di proprietà dei due commercianti. Stando alla ricostruzione della procura di Catania, al termine dell’ispezione sarebbero emerse alcune irregolarità. A quel punto il primo cittadino e il luogotenente avrebbero prospettato loro una soluzione bonaria della vicenda, in cambio però di voti per Nicola D’Agostino. Barbagallo, 42 anni, è stato eletto sindaco di Acireale nel giugno del 2014. Appoggiato dalle liste civiche del centrosinistra, superò nel turno di ballottaggio il candidato di centrodestra Michele Di Re con quasi il doppio dei voti. Laureato in ingegneria civile all’università degli Studi di Catania con una specializzazione in idraulica, nel 2009 era stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Acireale. Le misure cautelari in carcere riguardano oltre che il sindaco della città delle “cento campane”, Roberto Barbagallo, anche Salvatore Di Stefano, Giovanni Barbagallo, Anna Maria Sapienza e Salvatore Leonardi. Agli arresti domiciliari, Maria Ferdinando Garilli, Angelo La Spina e Nicolò Urso.