Gli scontri di ieri a Torino, nel cuore della città, hanno avuto conseguenze drammatiche: sei agenti feriti e due manifestanti – una ragazza e un giovanissimo – bloccati dalle forze dell’ordine in attesa che la polizia possa esprimersi sulla loro posizione. Non sono mancate bombe carta piene di frammenti di metallo e lanci di pietre e petardi. In seguiti ai tragici e ignobili fatti, la reazione di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) è stata netta. “I centri sociali, quelli violenti, devono essere chiusi. Questa è gente che deve essere fermata, sono violenti organizzati”, ha detto, come riporta oggi Firenzepost.it. Poi, in riferimento alla guerriglia di ieri sera, ha aggiunto: “Abbiamo le foto di quello che hanno prodotto sul corpo degli agenti in divisa. Hanno picchiato un disabile, hanno aggredito in branco un brigadiere dei carabinieri, inneggiato alle Foibe, senza contare di quando hanno preso a calci la mia macchina e mi hanno sputato addosso”. Il clima è ormai divenuto complesso nelle ultime settimane ma, a detta della Meloni, “credo che la violenza in queste settimane non stia arrivando dalle pulsioni neofasciste, ma dagli esponenti dei centri sociali, ma nessuno ne parla”. Ad esprimersi anche il Questore di Torino, Francesco Messina, che ha condannato i fatti avvenuti ieri: “Le persone che vanno a un corteo con bombe imbottite di schegge di legno e metallo non sono dei dissenzienti, ma veri e propri delinquenti”, ha detto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



VIMINALE, FATTI GRAVISSIMI

Gli ignobili fatti di Torino di questa notte hanno allarmato, ovviamente, il Ministero degli Interni che con una nota del Viminale fa sapere che «la guerriglia avvenuta nella scorsa notte ha visto fatti gravissimi  con il lancio di bombe carta contenenti chiodi e bulloni contro le forze di polizia». Volevano fare male e molto gli attivisti dei centri sociali, i cosiddetti “antagonisti”, e il Viminale rilancia l’appello a tutte le forze politiche in campo per «abbassare tutti i toni, non faremo sconti a nessuno, le forze dell’ordine intervengono e interverranno per fermare l’illegalità in maniera tempestiva, come accaduto finora». A domanda diretta fatta poi al Ministro Minniti – sulla degenerazione violenta della politica in vista del voto del 4 marzo – il membro del Pd prova ad abbassare per primo lui i toni: «Noi abbiamo una capacità e una forza della nostra democrazia che ci consente di poter dire, con una certa serenità, che siamo in condizione di affrontare la campagna elettorale, che è il cuore della democrazia. E come tale le elezioni devono essere garantite rispettando il principio di libertà e di sicurezza». In conclusione, Minniti lancia forte apprezzamento ai poliziotti di Torino che hanno mantenuto la calma e non hanno fatto degenerare la situazione. 



BOMBE CARTA IMBOTTITE DI SCHEGGE DI METALLO

Il bilancio di quasi due ore di guerriglia a Torino è di sei agenti feriti, di cui uno sottoposto ad un intervento chirurgico ad una gamba, e due giovani manifestanti fermati. Un fitto lancio di petardi e bombe carta imbottite di schegge di metallo e legno ha ferito i rappresentanti delle forze dell’ordine. Diverse schegge sono state rinvenute conficcate nelle protezioni indossate dagli agenti al termine degli scontri. Il corteo antifascista, promosso in segno di protesta contro il comizio di Casapound, ha tentato di sfondare il cordone posto a protezione dell’albergo dove è stata organizzata l’iniziativa di Casapound, ma è stato respinto dagli agenti con gli idranti. Dopo ha tentato a più riprese, per quasi due ore, di aggirare il blocco passando da alcune strade laterali. Anche in questo caso si sono verificati lanci di bottiglie, pietre e petardi. “Siamo vicini ai poliziotti feriti nella notte a Torino, alcuni dei quali colpiti addirittura da bombe carta con schegge di metallo. Potevano morire. Le violenze perpetrate in nome dell’antifascismo da gruppi di veri e propri delinquenti delle piazze sono doppiamente gravi perché tradiscono i valori di democrazia, libertà, pace e tolleranza che sono alla base della nostra Costituzione nata dalla Resistenza”. Questo il commento di Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil. (agg. di Silvana Palazzo)



TORINO, SASSAIOLA CORTEO ANTIFASCISTA CONTRO CASAPOUND

Scene di guerriglia a Torino a pochi giorni dalle Elezioni: da una parte corteo di antifascisti vari (centri sociali, Potere al Popolo, sinistra antagonista), dall’altra il partito CasaPound che ieri sera aveva organizzato un regolare comizio con il leader Simone Di Stefano all’NH Hotel di Piazza Carlina, in centro. In mezzo il panico e gli scontri con tanto di sassaiola dei centri sociali contro gli attivisti e militanti del partito di estrema destra. Anni ’70? Resistenza partigiana? No, 2018 e scene che sinceramente avremmo voluto e potuto evitare. Ma il clima di odio e incandescenza politica – da entrambe le parti, non solo da una, sia ben chiaro – che soffia sull’allarme “fascismo” sta degenerando. Dopo Macerata, Piacenza, Bologna, il pestaggio di Palermo e l’aggressione di Perugia, ora arriva Torino ad iscriversi nella ben poco edificante classifica delle città con danni e disagi dovuti agli scontri delle due estreme fazioni. «Alcuni movimenti di sinistra della città, con la partecipazione anche di Non Una di Meno, avevano dunque organizzato una manifestazione di protesta a cui hanno preso parte circa 500 persone: nel corso della serata la situazione è però degenerata e per circa un’ora ci sono stati scontri con la polizia in tenuta antisommossa, che aveva predisposto un cordone di protezione davanti al luogo del comizio», come riporta il Post nel suo focus questa mattina.

LE REAZIONI

Petardi, bombe carta, sassaiole e bottiglie di vetro: di tutto è stato lanciato dai cosiddetti “antagonisti” contro CasaPound che poi ha replicato con la stessa dose di infima pericolosità. Lo “squadrismo” purtroppo alberga in tutte e due le fazioni e ieri sera a Torino si è visto benissimo senza possibilità di “scuse”. I leader dei centri sociali e di Potere al Popolo in quelle piazze torinesi urlavano “resisteremo ad oltranza” prima di essere dispersi dalle cariche della polizia che almeno questa volta non ha visto gravi conseguenze come invece viste a Piacenza. «Di quegli imbecilli lì fuori non ce ne frega assolutamente nulla». Applausi a Di Stefano quando attorno alle 22.30 è riuscito a prendere parola nel comizio pre-ordinato. «Quando arriva il momento del cambiamento politico vero saltano sempre fuori l’odio e la paura. Noi siamo quel cambiamento», conclude. Salvini a Quinta Colonna ha preferito abbassare i toni dello scontro, affermando «A Torino questi ragazzi fanno quello che fanno perché stasera quando tornano a casa nessuno gli fa nulla: se vai dalla mamma e dal papà e gli fai pagare i danni vedrai che la prossima volta restano a casa a studiare». Sullo stesso piano l’intervento di Di Maio, anche lui presente a Quinta Colonna ieri sera: «Questi episodi violenti fanno preoccupare. Quando si vedono queste cose destra e sinistra si accusano a vicenda, ma chi le fa è un deficiente e basta».

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