Il sabato di Milano si ricorderà per i tanti tafferugli, per fortuna con meno scontri di quanto poteva far presagire la settimana appena trascorsa (Bologna, Torino, Pisa) ma anche per i “giuramenti da premier” fatti da Matteo Salvini in Piazza del Duomo. Nel comizio centrale della sua campagna elettorale, il leader della Lega ha giurato sul Rosario e il Vangelo cristiano che rispetterà i sacri valori assieme a quelli della Costituzione. «Giuro di applicare davvero la Costituzione rispettando gli insegnamenti contenuti nel Vangelo. Gli ultimi saranno i primi. C’è il sole, qualcuno là in alto ci sta dando una mano. La Madonnina vuole riportare serenità in Italia», ha esclamato Salvini dal “pulpito” politico del centro di Milano. Non solo, ha anche aggiunto «Un Paese come il nostro, diceva Benedetto Croce, non può che definirsi cristiano. Questo rosario me lo ha regalato un don, lo ha fatto una donna che combatte in strada e non lo mollo più». Come immediata replica arriva la nota dell’arcivescovo milanese Mons. Mario Delpini che non deve aver particolarmente gradito le parole e i gesti del segretario Carroccio: «Nei comizi si parli solo di politica». Lapidario e nello stesso tempo molto significativo. (agg. di Niccolò Magnani)



NIENTE SCONTRO “FINALE” CON CASAPOUND

Cariche e lancio di lacrimogeni oggi a Milano: qualche contuso, nessun ferito. Questo è il bilancio dei corti e delle manifestazioni organizzate a pochi giorni dalle elezioni politiche. Diversi tafferugli, nessun grave incidente. Ciò è stato possibile grazie all’imponente dispiegamento di forze dell’ordine, che ha impedito scontri diretti tra fascisti e centri sociali nel corso della giornata, sebbene abbiano manifestato a poche centinaia di metri di distanza. Il presidio di antifascisti e antagonisti, che nel primo pomeriggio si erano dati appuntamento in largo La Foppa per protestare contro la manifestazione contemporanea in largo Cairoli del movimento di estrema destra CasaPound, si è sciolto intorno alle 17.30. I manifestanti hanno provato a muoversi in corteo, ma alla fine hanno desistito. È stato concesso loro solo di raggiungere la metropolitana procedendo in massa. “Al termine di questa giornata scandalosa, noi responsabilmente e tranquillamente abbiamo deciso di andare in piazza 25 Aprile, ma lo facciamo collettivamente e in modo organizzato. Questo non ce lo possono impedire. Andiamo a casa sereni e tranquilli”, hanno detto prima di procedere lungo corso Garibaldi, scortati dalla polizia. (agg. di Silvana Palazzo)



CENTRI SOCIALI CONTRO CASAPOUND, SCONTRI CON LA POLIZIA

Tensione a Milano per i cortei organizzati a una settimana dalle Elezioni 2018. Militanti leghisti hanno affollato piazza Duomo per il comizio del segretario Matteo Salvini a cui non partecipa il governatore uscente della Lombardia Roberto Maroni. “Prima gli italiani” è invece lo slogan nella piazza del Carroccio. I giovani antagonisti dei centri sociali si sono radunati invece in Largo La Foppa per manifestare contro il “sabato nero di Milano” e in particolare contro il comizio di Casapound, organizzato davanti al Castello. “Ieri partigiani, oggi antifascisti”, questo lo slogan della manifestazione di centri sociali, movimenti antifascisti e antirazzisti, comunisti, Rifondazione, Leu e altre associazioni. Attimi di tensione in mattinata si sono verificati quando alcune decine di studenti sono saliti sul monumento a Giuseppe Garibaldi, in piazza Cairoli, ma la polizia li ha fatti scendere con la forza. Una cinquantina di giovani avevano pensato a un’azione dimostrativa, ma la manifestazione non era autorizzata, quindi gli agenti sono intervenuti, senza cariche, trascinandoli giù. Nelle operazioni di sgombero, una ragazza minorenne sarebbe rimasta ferita a un ginocchio, secondo quanto riferito dagli organizzatori della protesta, firmata dal collettivo antifascista Casc Lambrate e Rete studenti Milano. Nuove tensioni sono scoppiate poco prima dell’inizio del comizio di Casapound: i centri sociali hanno provato a raggiungere il comizio di Casapound, ma sono stati fermati dalla polizia, contro cui hanno ingaggiato primi scontri. (agg. di Silvana Palazzo)



CORTEI A MILANO, CASAPOUND: PRIMI SGOMBERI

Si sapeva che questo sabato 24 febbraio avrebbe potuto riservare diverse tensioni in ragione dei cortei politici riguardanti diverse regioni d’Italia e a Milano si registrano i primi sgomberi da parte delle forze dell’ordine. In piazza Cairoli, come riporta Il Messaggero, una trentina di ragazzi hanno prima tentato un’azione dimostrativa in largo Beltrami, nell’area in cui è programmato il comizio di Casapound. I giovani sono saliti sul monumento di piazza Cairoli esibendo uno striscione: dal momento che la loro manifestazione non era autorizzata gli agenti gli hanno intimato di scendere. Dinanzi al loro rifiuto, i poliziotti li hanno allora obbligati a scendere con la forza: non si registrano comunque feriti, ma soltanto contusi. I ragazzi hanno abbandonato l’area dando vita ad un corteo estemporaneo cantando “Bella ciao” e al coro di “siamo tutti antifascisti”. La passeggiata si è conclusa in piazza Cordusio, ma sui social hanno scritto:”La Milano antifascista si riconvoca alle 14 in (via) Moscova“. La speranza è che il corteo antifascista e il popolo di Casapound non si incrocino finendo per dare vita a scontri che potrebbero avere ripercussioni gravi per la città e per gli agenti chiamati a far osservare il rispetto dell’ordine pubblico. 

SFILA GIORGIA MELONI

Nel frattempo nella tarda mattinata di oggi, sabato 24 febbraio, ha preso il via anche il corteo di Fratelli d’Italia da via Padova, una delle vie simbolo della multietnicità di Milano. Gli attivisti, circa un centinaio, hanno srotolato un tricolore lungo circa qualche centinaia di metri, mentre gli altoparlanti diffondevano le note dell’Inno di Mameli tra lo sbigottimento e qualche protesta di alcuni residenti stranieri, mentre i maniefestanti scandivano lo slogan:”Riconquistiamo le nostre città”. A capeggiare il corteo la candidata premier di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha dichiarato:”Siamo qui con un Tricolore di 300 metri e porteremo altri tricolori e le nostre bandiere in tutti i quartieri abbandonati dalla sinistra. Riprendiamoci le nostre città“. Dal corteo sono poi partiti gli applausi alla vista degli agenti di polizia schierati in assetto antisommossa in segno di solidarietà per le aggressioni subite dalle forze dell’ordine nei giorni scorsi.