Erdogan forse sperava di ottenere dall’incontro con Papa Francesco un’immagine più “positiva” da portare all’Europa e al mondo, sempre piuttosto critico con il “sultano” turco, almeno nelle dichiarazioni ufficiali (salvo poi portare accordi economici, politici e commerciali con chi in Turchia limita la libertà personale e lascia passare terroristi dell’Isis sul proprio territorio, ndr). Dopo i 50 minuti passati di colloquio personale, Erdogan non ha visto pubblicare alcuna nota di “merito” dalla Sala Stampa Vaticana (solo qualche riga in cui sono stati spiegati i temi toccati durante l’incontro). Non solo, le proteste e la Roma blindata contro la visita di Erdogan non hanno fatto fare di certo al presidente turco una “gran figura” internazionale: il Santo Padre, oltre al medaglione con l’angelo della pace, ha donato ad Erdogan un’acquaforte con il disegno della basilica di San Pietro così come era nel 1600, una copia dell’Enciclica “Laudato sì” e il suo Messaggio per la Giornata della pace di quest’anno. Insomma, il messaggio è chiaro: pace, pace e ancora pace. E poi in quelle stanze vaticane di preciso non sapremo mai cosa si sono detti e cosa eventualmente il Papa ha intimato al leader musulmano, tanto temuto quanto discusso. Ankara in una breve nota ha fatto sapere che l’incontro con Papa Francesco, «è stato molto amichevole», ma suona più come una fredda dichiarazione che non come una piena convinzione.
LE PROTESTE DEI CURDI
Giornata strana quella appena passata a Roma: sit-in, proteste, critiche feroci e praticamente tutti concordi a non accogliere per nulla positivamente il presidente della Turchia. Di contro, le istituzioni politiche e religiose hanno accolto ufficialmente Erdogan nel suo viaggio lampo in Italia: cordiali e sereni i toni dei vertici, non pochi attriti invece quello che ha determinato poi il reale contenuto degli incontri. O almeno così pare dalle ricostruzioni fatte a posteriori, non avendo mai accettato il “sultano” di essere intervistato in nessun momento della lunga giornata nella Capitale. «Si è trattato di un incontro franco e rispettoso», hanno commentato dal Quirinale dopo l’incontro avvenuto a pranzo tra Mattarella e Erdogan, mentre all’esterno le proteste e gli scontri tra polizia e manifestanti pro-curdi proseguivano per quasi tutto il pomeriggio. «È un terrorista e un assassino. Ha ucciso migliaia di gente, non ha senso accoglierlo», spiega un cittadino curdo-siriano raggiunto dall’Askanews a Castel Sant’Angelo, prima di concludere «sotto le spoglie dello stato di emergenza e della lotta al terrorismo, decine di migliaia di persone sono state vittime di una repressione arbitraria che continua a peggiorare e colpisce tutte le categorie della popolazione, tra cui i giornalisti, ben 170 sono attualmente detenuti».
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LE CRITICHE DEI PARTITI
Un ferito, due arresti e manifestanti anche in questo momento schierati contro le forze dell’ordine per chiedere il rilascio dei due curdi fermati: le proteste anti-Erdogan continuano a Castel Sant’Angelo e Roma è sempre più blindata. Nel frattempo, dopo il colloquio con Mattarella e l’udienza privata con Papa Francesco, il presidente turco è in questo momento giunto a Palazzo Chigi per discutere col premier Gentiloni dei principali nodi politici su Israele, Siria e possibili colloqui di “avvicinamento” con l’Europa. Tutto rigorosamente senza stampa: Erdogan tra l’altro, nel giro di qualche ora, è riuscito ad ottenere una sorta di accordo bipartisan di tutto l’arco istituzionale italiano. Tutti contro di lui: «o spero che in tutti questi incontri qualcuno abbia detto a Erdogan che non bisogna ammazzare le donne e i bambini curdi. Era una buona occasione e spero che qualcuno dei suoi interlocutori lo abbia fatto», ha detto poco fa a Tg Com24 il leader di LeU Massimo D’Alema.
I CONTENUTI DELL’INCONTRO COL PAPA
Ci sono stati due fermi e alcuni scontri con feriti nel sit-in di protesta contro la visita di Erdogan a Roma: poco fa ha invece avuto inizio il colloquio tra il presidente turco e il Capo dello Stato Sergio Mattarella. « L’incontro fra i due presidenti è previsto durare circa trenta minuti. Al termine si terrà un pranzo offerto a Erdogan e alla delegazione turca da Mattarella», spiega l’Askanews all’interno del fitto programma di visite che oggi Erdogan terrà lungo la Capitale, senza però mai incontrare i giornalisti per esplicita richiesta di Ankara. Intanto la Sala Stampa Vaticana ha pubblicato un breve comunicato con i contenuti principali del colloquio tra Erdogane e Papa Francesco, e si scopre che non solo Gerusalemme è stato al centro della visita. «Sono state evocate le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del paese, della condizione della comunità cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate. Ci si è poi soffermati sulla situazione in medio oriente, con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale». Fonti di Sala Stampa però aggiungo che nel vertice si è parlato anche della situazione delicata dei cattolici in Turchia.
SIT-IN DI PROTESTA PRO-CURDI IN CASTELSANTANGELO
L’incontro con Papa Francesco è durato più a lungo del previsto e – anche se il contenuto del colloquio tra Erdogan e il Santo Padre rimane privato – si può ipotizzare come i temi sul tavolo non siano stati esattamente “semplici” da affrontare, specie per la netta distanza su moltissime tematiche tra i due leader. Alla fine dell’incontro, Francesco ha accompagnato Erdogan e la moglie verso la porta e ha chiesto di pregare per lui: il presidente turco a quel punto ha replicato, «Anche noi aspettiamo una preghiera da Lei». Intanto fuori dal Vaticano, a Castelsantangelo, è andata in scena una forte e tesa protesta di piazza contro la visita di Erdogan in Italia: in particolar modo sono stati ricordati i tanti atti eversivi e terroristici contro il popolo dei curdi. Alcune brevi cariche della polizia hanno cercato di disperdere la massa di protestanti vicino al Lungotevere. Pronti nelle prossime ore gli incontri con Gentiloni e Mattarella, ma la carica di protesta politica e sociale nella Capitale resta altissima e si temono nuovi scontri vicino a Palazzo Chigi e al Quirinale fino a sera.
IL DONO DI PAPA FRANCESCO
Nella sua prima Udienza della giornata, Papa Francesco ha accolto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, giunto ieri sera in Italia dove resterà per appena 24 ore. L’udienza, come riporta Askanews, ha avuto una durata di 50 minuti, più del previsto. L’inizio era fissato alle 9.30 ma a causa di qualche minuto di ritardo da parte del leader turco, Bergoglio lo ha accolto nella sua biblioteca solo alle 9.52 dove è rimasto fino alle 10.42. Un’udienza a porte chiuse, dalla quale non trapela al momento alcun dettaglio particolare. Insieme a Papa Francesco ed a Erdogan, anche due interpreti. L’agenda di oggi del Pontefice prevedeva numerosi appuntamenti e nonostante alle 10.15 fosse in programma una udienza con i vescovi caldei in visita “ad limina apostolorum”, l’incontro con il leader turco si è protratto per oltre 30 minuti. A Erdogan, il Papa ha regalato un medaglione che raffigurerebbe “un angelo della pace che strozza il demone della guerra. E’ il simbolo di un mondo basato sulla pace e la giustizia”. Terminato l’incontro in Vaticano, il presidente turco si è spostato da Mattarella, al Quirinale in vista di una colazione con il capo dello Stato italiano, poi toccherà al premier Gentiloni ed al gruppo di imprenditori italiani. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
L’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO
Il Vaticano è blindato, l’intero centro di Roma lo è e l’arrivo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan al momento non ha avuto particolari intoppi: inizia la giornata del “sultano” nella Capitale con tre importanti incontri iniziati con quello maggiormente rilevante dal punto di vista “simbolico”. Papa Francesco, il premier Gentiloni e il Presidente Mattarella: con il Pontefice l’incontro ufficiale è appena scattato, dopo l’arrivo nella Santa Sede del primo premier turco nella storia che varca queste porte. Un incontro di mezz’ora con Francesco al cui centro vi sarà il nodo Gerusalemme e il mantenimento dello status quo: «Vedo questa visita come un’opportunità significativa di attirare l’attenzione sui valori umani comuni, l’amicizia e i messaggi di pace», ha detto Erdogan prima di imbarcarsi ieri sera da Istanbul per giungere in Italia. Sempre al centro del colloquio, «Discuteremo di Palestina, Gerusalemme, Siria, Iraq, antiterrorismo, questioni dei rifugiati, aiuti umanitari», ammette Erdogan. Sarà interessante vedere cosa dirà il Papa, già in passato piuttosto critico per quei Paesi che limitano le libertà e i diritti umani primari oltre che fomentare in molte occasioni episodi di terrorismo: la diplomazia vaticana farà da collante principale, ma non è per nulla scontato che in quel colloquio tra i due leader vi siano solo scambi “pacifici e distesi”.
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LE POLEMICHE CONTRO IL PRESIDENTE TURCO
Un leader musulmano, incubo per i giornalisti, gli insegnanti e i giovani del proprio Paese e da molti accusati di esser stato connivente con l’Isis; riassume bene il senso delle tante polemiche per la visita di Erdogan a Roma – che non ha voluto incontrare i giornalisti in una conferenza stampa – il cronista del Foglio Giulio Meotti, esperto di Medio Oriente e di Israele. «Penoso spettacolo di Erdogan in Italia, satrapo furente, antisemita, anticristiano, antiarmeno, antidemocratico, antisraeliano, purgatore di giornalisti, incarceratore di scrittori, anticurdo, antilaico, per molti versi più pericoloso del Califfo»: il riassunto potrebbe allargarsi alle tante manifestazioni che sono programmate oggi a Roma proprio per protestare contro la semi-dittatura turca e le persecuzioni contro i curdi e chiunque non sia perfettamente alleato con il regime di Erdogan. Decisamente più duro e polemico l’intervento di Matteo Salvini, che di fronte all’arrivo di Erdogan, scrive su Facebook: «Mi vergogno – ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini – che l’Italia ospiti il rappresentante di un regime estremista sanguinario, di un Paese islamico nei fatti, dove la religione comanda sulla legge. La Turchia in Ue sarebbe il disastro. Vorrei vedere come voteranno i partiti, compresa Fi, la nostra mozione contro l’ingresso della Turchia in Ue».