Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Istat, gli under 35 che si sono sposati passano dai 2,6 milioni del 2012 ai 2 milioni nel 2017. Una perdita secca nel giro di cinque anni del 24% su un totale di 13,6 milioni di età fra i 14 e i 34 anni. Nella stessa fascia di età diminuiscono anche i divorzi, ma forse il dato è appunto da imputarsi al fatto che i matrimoni sono di meno. La diminuzione è del 3,4%: 34.076 nel 2012, 32.921 nel 2017. In tutti questi numeri l’unico in netto aumento è quello dei single, da 10,9 milioni a 11,2 milioni, un incremento pari al 2,8%. Crescono di più le ragazze single dei maschietti: nel 2012 erano il 74,8% e nel 2017 il 79,8%, un incremento di cinque punti percentuali. I ragazzi celibi sono invece aumentati del 3,2%, dall’86,1% all’89,3%.



Le cause come sempre si dice in questo caso (il calo dei matrimoni a prescindere dall’età è in diminuzione secca da anni, soprattutto quelli religiosi): dai costi (è sempre più dispendioso metter su famiglia) al disinteresse per le unioni stabili. I giovani ci credono sempre di meno, sia per l’esempio di tanti genitori divorziati sia perché la vita dedicata a una persona sola non appare affidabile e abbastanza “divertente”. Si preferisce vivere un po’ alla volta, cambiando frequentemente il compagno/a, un sistema che per molti giovani contribuisce a mantenere la vita interessante ed eccitante. La vita dà sempre meno certezze, e allora perché rischiare una unione stabile?

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