La Corea del Sud ha accolto con enorme favore visita del capo di stato nominale della Corea del Nord, Kim Yong-nam, capo cerimoniale e presidente de facto ai Giochi Olimpici invernali di PyeongChang. Questo, come spiega Sputniknews, ha rappresentato in qualche modo la conferma e allo stesso tempo la determinazione di Pyongyang di voler migliorare i rapporti con Seul. A ribadirlo è stato anche il portavoce dell’ufficio presidenziale sudcoreano, Kim Eui-kyeom, che nel corso di una conferenza stampa ha spiegato: “Riteniamo che rispecchi la determinazione della Corea del Nord di migliorare le relazioni tra Sud e Nord e rendere i Giochi Olimpici un successo”. Al tempo stesso, il Nord a sua detta avrebbe confermato e dimostrato i suoi seri e sinceri sforzi affinché ciò avvenga. Dopo queste ultime notizie emergono ancora una volta segnali di distensione tra le due Coree. Da qui la decisione della Corea del Nord di proporre al Sud di inviare il prossimo mercoledì il gruppo artistico che terrà concerti a Gangneung e a Seul, come riferito dal ministero dell’Unificazione sudcoreano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
QUIETE SOLO IN VISTA DELLE OLIMPIADI?
Difficile dire se la quiete Olimpica sarà davvero solo il preludio ad una tempesta tra Usa e Corea del Nord. Il clima da Terza Guerra Mondiale persiste con i due stati che non sembrano davvero persuasi a mettere da parte i propositi bellici, considerando comunque che lo svolgimento delle Olimpiadi invernali a Pyeongchang, in Corea del Sud, viene visto da molti come una grande occasione di dialogo e distensione. E così sarà con diversi appuntamenti e incontri diplomatici all’orizzonte, ma la tregua potrebbe essere tale nel vero senso della parola. Varie fonti di intelligence infatti ipotizzano come gli Usa potrebbero cercare la prova di forza nei confronti della Corea del Nord e di Kim Jong Un già alla fine dei Giochi, con quello che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito “un pugno” per capire se Kim stia facendo a sua volta sul serio.
LE PREOCCUPAZIONI DI SEUL
Quello statunitense sarebbe un attacco “misurato”, nulla di clamoroso ma un modo per far capire a Kim Jong Un che Washington è già in grado di colpire Pyongyang quando vuole, a proprio piacimento. Una mossa che potrebbe però scatenare reazioni incontrollate da parte del leader nordcoreano, e che viene vista come estremamente imprudente da parte del resto della Comunità Internazionale. In particolare da Seul, con la Corea del Sud che vorrebbe giocarsi al massimo la chance Olimpica per trasmettere un messaggio di distensione, il che spiega anche il gran lavoro compiuto nelle ultime settimane dal Ministero per la Riunificazione delle Coree. E in molti raccontano che a Seul si stanno preparando i 3mila tunnel antiaerei che potrebbero servire in caso di guerra.