Da stamane sono cominciate le operazioni di rimozione dei primi vagoni del treno di Pioltello, dal giorno della tragedia ancora fermo fuori dai binari con le lamiere ancora tutte incastrate. «Cominceremo a lavorare sulla carrozza numero uno, non credo che arriveremo alla due e tantomeno alla tre, quella più danneggiata. La modalità di smantellamento prevede la divisione della parte inferiore, quella con i carrelli, dalla carrozzerià superiore, e poi il carico su autoarticolati», ha spiegato Marco Napoli, dirigente della polizia giudiziaria della Polfer. Mentre la Rete Ferroviaria Italiana chiede una indagine specifica sull’impianto di freni – come riportiamo qui sotto – la giornata di oggi ha visto un nuovo momento cruciale, questa volta esclusivamente dedicato alle vittime di quell’orrenda mattinata di Pioltello. A Caravaggio oggi c’è stato l’ultimo saluto a Pierangela Tadini, la 50enne di Misano di Gera d’Adda che ha perso la vita nell’incidente ferroviario del 25 gennaio scorso: il funerale con la Chiesa gremita ha visto una celebrazione privata, come voluto dalla famiglia, con queste toccanti parole dette dal parroco del paesino bergamasco. «Nulla della sua vita deve andare perduto, ora che lei è in viaggio sulle ali della speranza . Noi dobbiamo raccogliere nella speranza il suo ultimo atto d’amore: dobbiamo consegnare la sua vita a Dio, consegnando anche la nostra fragilità», ha detto Don Angelo Lanzeni, riferendosi a quell’ultimo gesto di protezione per la figlia minorenne pochi secondi prima dello schianto e deragliamento del treno Trenord. (agg. di Niccolò Magnani)
IL CAOS-FRENI
Dopo il drammatico incidente del treno deragliato il 25 gennaio a Pioltello, nel Milanese, è finito nel mirino il sistema frenante del terzo vagone, il primo ad uscire dai binari. La difesa di Rete Ferroviaria Italiana avrebbe chiesto ai pm di eseguire accertamenti tecnici anche sui freni del treno. La richiesta, come riportato da Tgcom24, sarebbe stata inoltrata dopo l’ipotesi secondo cui i freni erano obsoleti e quindi dovrebbero essere annoverati tra le cause del tragico incidente. Il legale che rappresenta Rfi, l’avvocato Amodio, ha incontrato i pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti, titolari dell’inchiesta sul disastro ferroviario con l’aggiunto Tiziana Siciliano. L’inchiesta al momento vede indagate otto persone, tra vertici e quadri di Rfi e Trenord, e le due società. A detta dei legali di Rfi, nell’inchiesta dovrebbero essere valutate le condizioni del giunto sulla rotaia “incriminata”, dove è stata posta una tavoletta di legno, eventuali carenze che riguardano il treno, come i carrelli dei vagoni, i freni e le ruote. Va analizzato “lo scenario complessivo”, sostiene la difesa di Rfi.
TRENO DERAGLIATO A PIOLTELLO: LA POSIZIONE DI RFI
La difesa di Rfi ha ricevuto le prime consulenze degli esperti sul treno deragliato a Pioltello. Da queste, come riportato da Tgcom24, è emerso che bisogna verificare se il sistema frenante, e in particolare quello del terzo vagone, fosse obsoleto rispetto agli altri freni utilizzati sui treni più moderni. Per quanto riguarda invece le ruote, per la difesa di Rfi bisognerà verificare che non si fossero “ovalizzate”, cioè usurate al punto tale da creare angolature. Inoltre, vuole capire in che forma verranno eseguiti gli accertamenti tecnici, dopo la rimozione del binario e dei vagoni. Le operazioni di questi giorni sono state svolte alla presenza anche dei consulenti delle difese, quindi sono accertamenti tecnici irripetibili. Le analisi sui pezzi tagliati e trasportati in un deposito potrebbero essere eseguite con la stessa modalità o con un incidente probatorio per “cristallizzare” le prove in vista del processo. La polizia locale di Treviglio, in provincia di Bergamo, nei giorni scorsi ha invece cominciato ad ascoltare decine di passeggeri del treno, che a verbale hanno raccontato le drammatiche fasi del deragliamento del treno.