Lara Taroni e Leonardo Cazzaniga: infermiera lei e medico anestesista lui, amanti. Entrambi lavoravano all’ospedale di Saronno e affettuosamente si chiamavano “angeli della morte”, loro che in corsia decidevano quali vite spezzare, con una dose di farmaci maggiore rispetto a quelle che il paziente di turno avrebbe potuto sopportare. Nel processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta che non a caso ha preso il nome di Angeli e Demoni, il pm di Busto Arsizio (Varese) Cristina Ria ha chiesto per la Taroni una condanna a 30 anni di reclusione. Le accuse che le vengono mosse sono quelle di aver ucciso il marito Massimo Guerra e la madre Maria Rita Clerici, in concorso con Cazzaniga, più altri reati minori. Secondo il pm, però, La Taroni non avrebbe ucciso il suocero Luciano Guerra, annegato in una vasca di liquami. Come riporta Il Corriere della Sera, è stata chiesta l’assoluzione della Taroni in base all’articolo 530 comma 2 del Codice di procedura penale in mancanza, insufficienza o contraddittorietà della prova.
LA POSIZIONE DI CAZZANIGA
Al termine di una requisitoria fiume, in cui il pm ha ripercorso tutti i capi di imputazione della Taroni insieme al procuratore Gianluigi Fontana, è arrivato il commento alla richiesta di condanna da parte dell’avvocato Monica Alberti, difensore dell’infermiera:”A fronte di accuse del genere era evidente sarebbe stata formulata una richiesta alta“. Nessuna sorpresa, dunque, per la difesa della Taroni, che ovviamente proverà a ribaltare la situazione nei prossimi appuntamenti in tribunale. Non può dormire sonni tranquilli neanche Leonardo Cazzaniga, il medico anestesista di Saronno che oltre ad aver partecipato agli omicidi di Massimo Guerra e Maria Rita Clerici deve rispondere dell’uccisione volontaria di altri 11 pazienti in corsia. Alla fine il magistrato ha passato in rassegna le accuse a vario titolo per omessa denuncia, falso ideologico e favoreggiamento, nei confronti di 3 medici dell’ospedale, che come i principali imputati hanno scelto il rito abbreviato.