Reddito di cittadinanza? Flat tax? Abolizione canone Rai? No, il calo delle nascite. Fino a che l’Italia non prenderà sul serio anche l’ultimo dato Istat sul drastico calo dei bimbi nati nel nostro Paese anno dopo anno, ci toccherà ancora parlare di crisi, di demografia in tilt e di futuro senza crescita. Fino a che i partiti non imposteranno le campagne elettorali su lavoro, fisco ok, ma soprattutto sulla famiglia, è difficile vedere l’orizzonte più libero dalle fosche nebbie di questi anni. Terminato il “pistolotto” iniziale, ce lo perdonerete spero, i fatti: secondo l’Istat, il bilancio demografico del 2017 è ancora più drammatico del 2016, che già era peggio del 2015. Da otto anni consecutivi infatti le nascite in Italia calano drasticamente e l’ultimo dato dell’Istat giunto oggi certifica questo trend decisamente negativo: la popolazione italiana è sempre più vecchia e “stabile” sopra i 60milioni a fine 2017, con un nuovo minimo storico delle nascite nel nostro Paese che dal 2008 non vede segni più in questo particolare dato assai indicativo. Sono solo 464mila i nuovi nati in Italia, un -2% rispetto al 2016 e con un saldo in più dei decessi, che salgono del 5,1% e arrivano a 31mila persone decedute lo scorso anno. Come riporta l’Istat, «L’invecchiamento della popolazione è influenzato da molteplici fattori che comprendono i livelli di mortalità, di fecondità, i servizi per la salute e gli stili di vita degli individui. Fattori che non smettono di far sentire la loro azione anche in Italia e che, a ritmo lento ma regolare, stanno progressivamente mutando il profilo per età della popolazione».



PIU STRANIERI NELL’ULTIMO QUINQUENNIO

Se si guardano poi le fasce di età, i dati sono ancora più allarmanti: la popolazione 15-39 anni scende dal 31% al 27% in un solo anno, quella in età 40-64 (ovvero quella che comprende al suo interno le generazioni nate negli anni del baby-boom) cresce dal 34,2% al 37,1%. Secondo quanto riporta lo studio di Repubblica Economia, «le distanze tra le classi di età più rappresentative si sono ulteriormente allungate. Le persone che prevalentemente sono da ritenersi in età di pensionamento hanno cumulato 2,4 punti percentuali in più rispetto al 2008 mentre, al contrario, le persone prevalentemente in condizione attiva o formativa sono rispettivamente scese di 1,6 e 0,7 punti percentuali». La riduzione drastica delle nascite di nuovi bimbi in Italia vede uno spargimento a macchia d’olio in tutto il territorio, escluso Molise (+3,8%), Basilicata (+3,6%), Sicilia (+0,6%) e Piemonte (+0,3%) che invece vede un lieve aumento di nuovi nati. Secondo ancora le analisi dell’Istat, è cresciuto nel 2017 il dato degli stranieri nel nostro Paese: «le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità straniera sono 292mila (+10,9% sul 2016) mentre i rientri in patria di italiani sono 45mila (+19,9%). Solo 40mila invece le emigrazioni per l’estero, sulle complessive 153mila, coinvolgono cittadini stranieri (-5% sul 2016) contro 112mila cancellazioni di cittadini italiani, in leggera diminuzione (-1,8)». Se si guarda a livello generale, si scopre che gli stranieri in Italia al 1 gennaio 2018 sono complessivamente 5 milioni 65mila e rappresentano l’8,4% della popolazione residente totale.

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